Emergenza

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Pov: Elizabeth

"Viktor! Viktor!"
Lo chiamo ripetutamente ma non risponde. Non da segni di vita. È immobile, disteso a terra, come se fosse bloccato da chissà quale forza che non vediamo, come se un nemico invisibile lo avesse incollato al pavimento senza dargli possibilità di movimento. Poi ad un tratto un pensiero, solo uno mi arriva dritto al cervello, provocandomi una fitta di dolore fin dentro lo stomaco.
E se fosse morto?

Stavolta quella che si paralizza sono io.
Non riesco nemmeno a respirare.

Ma una stretta alle mie spalle mi riporta alla realtà, ed una voce così profonda e calda mi sussurra all'orecchio.

"Ascolta Elizabeth. Ascolta il suo cuore, lo senti come batte? È vivo. Torna tra noi, perché abbiamo bisogno di te adesso, lui ha bisogno di te."

Xavier.

Il mio porto sicuro, la mia ancora di salvezza a cui mi aggrappo in situazioni come questa.
Mi giro verso di lui e lo abbraccio, stringendomi al suo corpo come se fossi una bambina. Delle lacrime scorrono sul mio viso, inzuppandogli totalmente la giacca. Lui mi accarezza dolcemente la testa cercando di tranquillizzarmi e di farmi smettere di piangere.
In tutto quel caos lui rappresenta il mio ordine, la mia unica certezza in tutta questa confusione. Inoltre se non mi tenesse salda fra le sue braccia sono sicura che cadrei dritta a terra. Mi sento le gambe molli, tremanti. Se fossi sola non mi reggerei in piedi.

"Lizzie! Che facciamo? Dove portiamo Viktor?!"

Kilian mi sta urlando contro. Anche lui è entrato nel panico e come me, che in questo momento cerco di trovare la forza in Xavier, lui si aggrappa invece alla mia figura considerandomi un punto di riferimento a cui rivolgersi. Mi accorgo che in realtà tutti loro stanno aspettando che io mi muova. Tutti loro mi vedono come la loro leader. Dopotutto sono la figlia degli Alpha più potenti di tutti i tempi.

Ed è così che riacquisto la mia fermezza, la mia sicurezza. Ritorno la lupa forte di prima. Non posso deludere nessuno di loro e soprattutto non posso deludere mio fratello.

"Andiamo subito alla clinica, porteremo Viktor li! Se quella Camilla gli ha fatto qualcosa, sarà lei stessa a rimediare. E se si opporrà le mostreremo i denti."

Annuiscono tutti all'unisono.

In poco tempo raggiugniamo l'ospedale con Viktor tra le braccia. Caleb e Kilian lo stanno tenendo ognuno da un lato, mentre io e gli altri sfondiamo le porte noncuranti degli sguardi dei medici che ci guardano sbalorditi.

"Camilla! Esci fuori! Lo so che sei qui! Sento il tuo odore! Se non vieni di tua spontanea volontà sarò io a prenderti!"

Sono furiosa. Le mie zanne appuntite fuoriescono leggermente dalla mia bocca e le iridi dei miei occhi si tingono di rosso.

"Elizabeth, mantieni la calma. Così non concluderemo nulla. Quella ragazza ci serve viva e nel pieno delle sue capacità. È l'unica che può salvare la vita a Viktor."

Xavier ha ragione. Se dovessi aggredirla non otterrei nulla. Così opto per un metodo meno aggressivo. Decido di parlare con sincerità, attenuando i miei metodi bruschi.

"Camilla lo so che mi stai ascoltando. Sono qui perché Viktor sta male. È svenuto e non sappiamo cosa fare. Per favore, non fare morire mio fratello. Aiutalo."

Niente. Silenzio assoluto. Nessuno risponde. È davvero senza cuore?

Poi però la vedo uscire da una stanza. A passo lento e cauta si avvicina verso di noi e ci guarda con un certo timore.

"Vi aiuterò. I miei sentimenti me lo impongono. Io tengo a Viktor. Anche se mi è stato difficile ammetterlo fino a oggi, sento un legame con lui che non so spiegare. Dunque non posso permettere che perisca per colpa mia."

Gli Eredi: Lotta per il brancoWhere stories live. Discover now