Heaven suitcase

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"Scava! Fai in fretta, ahhh! Sei troppo lento!"
Non si sentiva più le mani. Le gambe avevano smesso di fare gioco forza da tempo ed era ricorso alla vecchia maniera spalando cumuli di terra argillosa con gli ultimi rimasugli di energia rimasti.
Si passò un palmo sulla fronte sudaticcia, era alquanto spiacevole trovarsi in quella situazione, con i fari della Bentley che quasi lo accecavano e la voce di Crowley pronta a rimbeccare ogni suo gesto.
"Sai, potresti anche scendere qui a darmi una mano, così ce ne andremo via prima che sorga il sole"
Crowley lo fissò per qualche istante stringendosi nella sua giacca scura come ogni cosa attorno a loro.
"Nah, sto bene dove sono e poi non siamo mica vampiri, possiamo restare qui tutto il tempo che ci vorrà..."
Esibì un sorrisetto maligno, quello che amava sfoggiare nelle poche occasioni in cui sapeva di avere ragione ed osservare Aziraphale che non osava controbatterlo sembrava incoraggiarlo ancora di più.
"Hai voluto cercare te il posto dove seppellirlo, aspetta come avevi detto?
'È troppo importante ci penserò io a trovargli un posto sicuro' ed eccoci qui..."
Aziraphale si morse le labbra stringendo saldamente quella pala, lo fulminò con lo sguardo per poi tornare a scavare.
"A proposito, sei sicuro che sia qui?"
Strinse gli occhi sollevando leggermente i suoi occhiali. "O forse era più a destra? O più avanti? Avevi fatto una cartina o un qualsiasi punto di riferimento?"
L'angelo si voltò solo per un breve istante.
"È qui. Ne sono assolutamente sicuro, solo non credevo di averlo seppellito così in profondità..."
Crowley annuì, poi iniziò a picchiettarsi le mani sulle gambe.
Si sentiva solo il richiamo di un vecchio gufo in lontananza ed i sospiri di Aziraphale zolla dopo zolla.
Il demone iniziò a fischiettare un ritornello di una canzone che aveva sentito ultimamente dentro ad un bar, pensò anche che con un bel bicchiere di whisky quell'attesa sarebbe stata meno noiosa.
"Magari lo ha preso un animale..."
"E come fa una bestia a prendere una valigia?"
"Magari si è fatta aiutare da altre bestie, un lavoro di squadra..."
Aziraphale lo guardò aggrottando la fronte, non aveva le energie per replicare. Aprì la bocca ma poi decise di tenersi la risposta poco angelica per sé.

Una goccia gli accarezzò il collo, vide Crowley dall'alto del terreno mentre allungava la mano con il palmo rivolto verso al cielo adesso coperto di nuvole.
Rimasero in silenzio per qualche secondo, Crowley aveva aggrottato la fronte, non sopportava bagnarsi così, oltretutto in mezzo ad una boscaglia sconosciuta che a breve sarebbe diventata una pista di melma e fanghiglia.
"Angelo, dimmi che ci sei vicino, altrimenti torniamo a cercarlo domani mattina."
Aziraphale lo ignorò continuando a scavare in quel terreno sempre più umido e scivoloso.
"Aziraphale?"
Non lo chiamava mai per nome o almeno non con quel tono...
"Shh!"
"Ma cosa?!"
"Fai silenzio!" Abbandonò la pala chinandosi in profondità, a parte per il suo cappotto riposto al sicuro nella Bentley, era completamente ricoperto di ciuffi di terra e muschio. "Credo di sentirlo, è qui!"
La pioggia sembrò voler coincidere con la sua esclamazione scatenandosi subito dopo.
"Magnifico" aggiunse Crowley leggermente scocciato.

Durante il tragitto si guardarono allo specchietto della Bentley.
Erano fradici, sporchi di melma, le mani di Aziraphale erano irriconoscibili mentre Crowley aveva la stessa espressione di un gatto caduto per sbaglio dentro ad un laghetto.
Ma la valigia in tutta la sua ingombranza era sul sedile posteriore ed un sorrisetto compiaciuto fece capolino sul volto dell'angelo.
"Hai visto, non mi sbagliavo."
"Si fantastico, guarda come abbiamo ridotto la macchina..." sibilò l'altro senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Aziraphale si sistemò meglio sulla seduta e poi schioccò le dita verso il cruscotto.
Erano tornati perfettamente asciutti, certo, gli abiti non erano immacolati ma la Bentley era tornata come nuova.
"Per ringraziarti di avermi accompagnato fin qui"
Crowley fece spallucce, scansando poco dopo un ciclista.
Aziraphale dopo essersi stretto alla maniglia in preda al terrore si tranquillizzò di nuovo, voltandosi poi ad osservare quella valigia.
"Posso chiederti che cosa c'è dentro?"
Aziraphale sembrò esitare qualche istante.
"Aspetta non dirmelo! Il Sacro Graal? L'Arca dell'Alleanza?" Si sporse leggermente facendo guizzare la sua lingua biforcuta.
Aziraphale scrutò bene il suo sguardo ammiccante. "L'undicesimo comandamento? Un po' tardi farlo uscire ora, non trovi?"
L'angelo sgranò gli occhi. "Ma come sai...?! Oh lasciamo stare, comunque non è niente di tutto ciò."
"Allora dimmi che cosa si trova nella mia auto."
Aziraphale si grattò la nuca, dei sudori freddi iniziarono a salirgli fino alla schiena.
"È qualcosa che dovevo custodire fino a nuovo ordine ma a dirla tutta non ho mai osato aprire per vedere cosa fosse... Non era corretto."
Crowley inchiodò di colpo facendoli sobbalzare assieme alla misteriosa valigia.
Gettò via gli occhiali, Aziraphale si dimenticò del suo folle gesto appena si ritrovò in mezzo ai suoi occhi dorati.
L'incanto fu breve. "Ma che diamine Crowley! Potevamo fare un incidente o peggio..."
Ma l'altro ignorò ogni cosa.
"Apriamola."
Aziraphale farfugliò qualcosa in angelico.
"Assolutamente no! È sbagliato e potrebbe essere protetto da molti sigilli celesti, in più potrebbe farti del male, sono oggetti molto potenti e sacri. È escluso!"
"Starò a debita distanza allora. Non sei minimamente curioso del suo contenuto?"
Un angolo di Aziraphale lo stava mettendo in guardia, era pur sempre un demone, si fidava ciecamente di lui ma se quella cosa risvegliasse dell'altro in lui?
E poi lo aveva promesso a Michael in persona.
"Non la apriremo Crowley. Promettimi che non lo farai."
L'altro ingranò di nuovo la prima chinando la testa, Aziraphale rimase in attesa di una risposta concreta. "Ok, te lo giuro, io non aprirò quella valigia..."
L'angelo gli lanciò un'ultima occhiata sospetta ma poi si concentrò sul suo compito.
L'avrebbe dovuta portare davanti ad una vecchia chiesa sconsacrata a mezzanotte in punto.
Aveva tutta una giornata davanti a sé, lui, la valigia e Crowley. Pregò che andasse tutto secondo i piani.
Una volta a casa Aziraphale la nascose nel suo studio. La serata proseguì normalmente e Crowley non menzionò mai la misteriosa reliquia adiacente al corridoio.

Our days on Earth Where stories live. Discover now