2| Baby it's cold outside

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Prima che Astrid si renda effettivamente conto che quello alla sua porta è davvero Max, lo stesso Max con il quale ha trascorso la sera della vigilia di Natale, passano alcuni minuti. Lui cerca di assumere un'espressione rilassata, ma a causa dell'imbarazzo viene fuori qualcosa di abbastanza buffo. Nessuno dei due riesce a parlare o a trovare le parole giuste con cui iniziare il discorso e proprio mentre il pilota sta per prendere coraggio, è Geert a smorzare la situazione, avvicinandosi alla porta per controllare chi sia.

«Allora? Chi è, Astrid?» esordisce il signor Maes, osservando il volto, a lui sconosciuto, che gli sorride oltre la porta.

Prima che chiunque possa anche solo provare a spiegare la situazione, un tonfo proveniente dalle scale preannuncia l'arrivo - o meglio il precipitarsi - di Christophe, con indosso il suo maglione natalizio.

«Max Verstappen!» esclama, quasi totalmente incredulo. «É davvero un onore averti nella nostra bottega.»

Il più piccolo di casa si fa spazio tra il padre e la sorella e gli stringe la mano in modo piuttosto marcato, ricevendo in risposta una mezza risata da parte del pilota red bull. Geert ha sentito quel nome uscire dalla bocca di suo figlio almeno un centinaio di volte, quando dopo ogni gara decanta delle sue folli imprese. Sui presenti cala un silenzio imbarazzante, dettato dalla strana situazione che si è creata.

«Max, cosa ci fai qui?» è proprio Astrid a riprendere lucidità per prima.

Il pilota si strofina una mano sulla nuca, sollevando la grossa scatola di cartone, contenente ciò che resta dell'orologio che una volta era appeso al muro di casa di suo padre. Deve solo trovare le parole giuste per chiedere al signor Maes di dargli un'occhiata proprio il giorno di Natale. Quasi si pente di aver guidato fino a lì, in quel momento vorrebbe tornare indietro.

«Lo so che è Natale, ma ho bisogno di un aiuto con questo» esordisce dopo qualche secondo.

Astrid lo invita ad entrare e ad appoggiare il pesante pacco sul bancone da lavoro. Max lo scarta con cura, rivelandone il marchingegno pregiato che è all'interno.

«É un antico orologio che possiede da generazioni la famiglia della compagna di mio padre. É caduto dal muro proprio oggi e per lei è davvero molto importante, per questo sono qui. Le sarei davvero grato, signor Maes, se potesse aggiustarlo prima della fine delle feste» spiega il giovane olandese, con un'aria colpevole negli occhi.

Sa perfettamente che non è carino disturbarli in un giorno di festa, specie se il vero motivo non è quello che sta raccontando a tutti, ma il sorriso sulla faccia della rossa, che lo osserva senza staccargli gli occhi di dosso da quando è entrato, spazza via qualsiasi turbamento.

Geert solleva i pezzi di legno dalla scatola e osserva l'oggetto con attenzione, indossando gli occhiali che porta al collo. Dispone tutti i frammenti e gli ingranaggi sul piano, sospirando di fronte ad essi.

«Be' in teoria non prendiamo ordini fino a...»

«Sono sicuro che possiamo fare un'eccezione se per te è così importante» lo interrompe suo figlio, guadagnandosi un'occhiata spaesata da parte del padre.

«Sarebbe davvero fantastico» afferma Max distrattamente, senza distogliere lo sguardo da Astrid, che ricambia con un sorrisetto sulle labbra.

Geert e Christophe spostano lo sguardo da uno all'altra, per poi scambiarsi un'occhiata complice. Solo uno stupido non capirebbe che il vero motivo per cui il pilota è lì è un altro e che probabilmente se il signor Maes dovesse dirgli che ci vogliono dieci mesi per aggiustare quell'orologio sarebbe anche più contento.

«D'accordo, vedo cosa posso fare» esordisce Geert.

«Perché nel frattempo non andate a farvi una passeggiata voi due?» aggiunge Christophe, spingendoli verso la porta e mettendo il cappotto nelle mani della sorella.

All I want for Christmas is you// Max Verstappen short novel  Where stories live. Discover now