Giocare con il fuoco

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Newt's pov:

Quello che era il mio ragazzo, adesso era chissà dove, rischiando la propria vita.

Pensai molto quei pochi istanti confusionari.

Tutto andava a rallentatore, ero a terra, i fili dei macchinari si erano staccati, l'ago che mi idratava era sul pavimento che allagava tutto, il lettino era capovolto e molti gridavano dalla paura.

L'aria si fece secca, sentivo caldo.

<<T-tommy>> chiamai, ma la voce era roca, non riuscivo a parlare o chiedere aiuto. Essendo sul pavimento, riuscii a vedere poco, solo dei frammenti di vetro sul pavilento e sangue ancora fresco che mi macchiava il viso.

Era il mio?

Non sapevo rispondere alle mie domande, a mala pena le sapevo. Avevo mal di testa e non riuscivo a concentrarmi, ne a muovermi.tutti quei macchinari stavano lampeggiando e sentivo quei bip bip impazzire.

<<C-cosa.. è successo?>> Chiesi ancora balbettando, mi guardai attorno. Tutti gli oggetti erano rotti, i mobili altrettanto.

L'unica cosa che potevo fare era provare ad alzarmi, per tommy, per i miei amici.
La mia unica famiglia.

Così feci leva sulle braccia indolenzite, ghignai permanentemente abbassando lo sguardo, mi faceva male ovunque.

Ormai il piano dove ero io, era pieno di fuoco e fiamme bollenti, dove già si sentivano sempre meno persone.

"Newt.." sentii lungo il corridoio, come eco, all'inizio speravo fosse Thomas, che era venuto a cercarmi, ma non sembrava dalla voce. Essa era più calma, tranquilla, dolce e simpatica.

<<C-chuck? Chuckie s-sei tu?>>.

"Bel casino eh.. sai come uscire da qui?" Chiese lui, materializzandosi davanti a me, sorridente e paffuto come suo solito, aveva le guance rosse. Io sgranai gli occhi, mettendomi in piedi.

Poggiai il mio peso su tutta la gamba, feci un verso strozzato, ancora impaurito <<ti sta cercando, lo sai?>>disse lui, avvicinandosi a me sorrise con le guance rosse e paffute.

Anche le mie erano rosse. Rosse e sudate, il fuoco era peggiorato e l'aria secca intorno a me ricominciò a muoversi normalmente.

<<C-cosa devo fare- chuck che è successo>> chiesi io più a me che a lui.

<<Beh.. uno stupido si è fatto saltare in aria.. credo che quella ragazza glielo abbia ordinato>> annuì lui sgranocchiando qualche patatina, pensando ad alta voce mi guardò.

E mi persi completamente.

<<I-io non ce la faccio.. a stento mi reggo in piedi- e tu nemmeno sei reale>>balbettai, dolorante, una lacrima mi rigò il viso

<<Newt. Voglio solo dirti che io ci sarò per te, sempre. Un sempre che non mente e che non fa paura. Mi troverai, ogni volta. E non importa con chi sarò, dove starò e cosa starò facendo in quel momento. Dimentica tutto, tranne il nostro bene per te, tutti noi custodiremo il tuo essere speciale. Tu sei la nostra colla, tieni uniti anche chi non devi. È ora di ascoltare i tuoi stessi consigli MamaNewt..>>.

Non lo sentii più. La mia testa era abbassata, possibile che chuck avesse ragione?

<<Chuck?>> Mi domandai, chiamandolo a gran voce, perchè se ne era andato? Tommy non era lì con me, non sapevo se stavano bene, non avevo conpagnia. Non avevo più tanto per cui lottare.

Ma sentirgli dire quelle parole, mi fece ragionare. Chuck pur avendo tredici anni, ne dimostrava mentalmente il doppio.

Raggiunsi con fatica il corridoio, a mia sorpresa, iniziai a tirare verso di me un qualcosa di bianco sporco. Forse era un camice da labiratorio, forse un panno, non si sapeva. Ma lo misi immediatamente intorno al mio viso.

The Lost Boy || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora