Prologo

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«Vieni con me...»

Fu questo ciò che lui le aveva chiesto porgendo una mano verso di lei e guardandola dritta in faccia senza però riuscire a nascondere il tormento nei suoi occhi color del miele.

Quegli stessi occhi in cui lei vi aveva visto passare nel corso degli anni le emozioni più differenti. Quei occhi che lei stessa aveva imparato a conoscere tanto da potervi leggere le sfumature, gli stati d'animo, che l'amico tendeva fin troppo spesso a celare agli altri.

Gli stessi dove vi intravide comparire, con la stessa rapidità di un lampo, un bagliore ferito nel momento stesso in cui lei aveva fatto quel passo indietro, rifiutando così la sua offerta.

Le ci volle tutta la forza del mondo per riuscire a non chinare il capo e continuare a guardare l'amico con uno sguardo deciso.

Non sarebbe andata con lui.

Non sarebbe andata a vivere con gli Oscuri.

Era a causa loro se Ada era morta ed era sempre a causa loro, e anche del loro assalto alla Villa, se alla fine la guerra era scoppiata portando già tanta morte e sofferenza.

E inoltre non sarebbe mai riuscita a dimenticare la terribile notte di cinque anni fa e dei traumi che avevano causato a diversi suoi compagni all'orfanotrofio.

Sapeva bene che gli Eroi non erano così candidi come venivano solitamente mostrati, ma esistevano altri modi ben più pacifici per risolvere la questione anziché dando inizio a scontri inutili oltre che distruttivi.

Non sarebbe andata dalla loro parte.

Anche se questo avrebbe significato dire addio a lui, il suo migliore amico e la persona per il quale provava un tipo di affetto andava oltre a quello di una semplice amicizia.

Questa era la sua decisione.

Perciò non pronunciò nulla, nemmeno una parola quando lui le voltò le spalle e saliva sulla ringhiera che fungeva da parapetto. Neppure quando mutò il suo corpo in aria alzandosi in volo.

Rimase immobile a osservare le borse dell'amico, le uniche cose visibili, farsi sempre più piccole fino a sparire oltre d'orizzonte nella calda luce dell'alba.

Solo allora le gambe le cedettero facendola cadere in ginocchio. Grosse lacrime presero a offuscarle gli occhi cadendo inesorabili sul pavimento di cemento bianco del tetto.

Un braccio sulla pancia per trattenere il dolore e la bocca aperta in un urlo silenzioso.

Quella era la sua scelta, non sarebbe tornata indietro.

Però... faceva lo stesso male.

Eccome se lo faceva.

The Child - A Lame IncrociateWhere stories live. Discover now