Vita al Castello pt1

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Gab

Il gabbiano tornò a farmi visita in sogno.

Di nuovo.

E con lui anche quello strano sentiero fatto di stelle sul quale correvo nel tentativo di raggiungere il volatile che mi volava sopra a qualche metro più avanti.

Che cosa significasse non ero ancora riuscito a capirlo, avevo ormai perso il conto delle notti in cui avevo fatto questo sogno ma stavolta c'era un cambiamento. Non appena mi trovai esattamente sotto la figura del gabbiano anziché precipitare per diversi metri in una grotta fredda con solo due uscite, cadevo ancora, sì, ma questa volta mi trovai ad atterrare in mezzo alla strada di una città completamente distrutta e annerita da quel che sembrava essere stati dei grossi incendi.

Un forte odore di cenere e bruciato invase prepotentemente le mie narici, del tutto inutile fu il tentativo di ricordare al mio cervello che si trattava solamente di un sogno. Che niente di tutto questo era reale.

Mi guardai brevemente intorno. Tutti gli edifici circostanti non erano altro che scheletri di ferro e cemento anneriti dal fuoco e dalle fiamme, qua e là si potevano riconoscere alcuni resti di macchine bruciate. La strada era cosparsa di detriti e macerie.

Tutto era avvolto in un innaturale silenzio, non si udiva sollevarsi neppure il più sottile filo di vento. La città pareva come... morta.

Un cadavere cemento e cenere.

Che cosa è successo qui?

Che razza di posto era questo? Dove sono i suoi abitanti?

«...Gab...»

Una voce femminile risuonò spettrale nell'aria ripetendosi in un eco tra gli edifici in rovina.

«...Dri?» sussurrai riconoscendola. Nell'udire la mia voce in mezzo a quel silenzio surreale mi vennero i brividi, pareva... sbagliato romperlo.

Okay... è ancora possibile cambiare sogno? Rivoglio la grotta scura in procinto di crollare, grazie.

«...Gab!...» ripeté nuovamente la sua voce. Stavolta era più decisa, quasi impaurita.

«Dri! Dove sei?» provai a chiamarla mantenendo un volume medio-basso voltandomi attorno per cercarla.

È un sogno è un sogno, ricorda che tutto questo è un sogno. Niente è reale qui.

Continuai a ripetermi queste frasi come un mantra ma la mia mente si rifiutava di ascoltarle. Sembrava tutto piuttosto vero.

Avevo un subconscio decisamente creativo. E dai gusti abbastanza discutibili.

Alla fine intravidi delle figure scure in fondo alla strada.

Incuriosito, e sospettando di trovare lì anche la Dri onirica che mi aveva chiamato, presi ad allungare il passo in quella direzione.

Man mano che mi avvicinavo un nuovo odore si aggiunse a quelli precedenti. Uno che ricordava molto quello del ferro.

Sangue.

Presto vidi i primi cadaveri sparsi sull'asfalto. Al contrario degli edifici qui attorno non parevano essere stati toccati dalle fiamme nonostante l'estrema vicinanza di molti ai palazzi invece bruciati, il che dava un'ulteriore conferma che si trattava solo di un sogno ma il mio cervello sembrava non voler ascoltare, ma si trovavano comunque in condizioni orribili.

Chi fatto a pezzi, chi dilaniato, alcuni parevano addirittura essere esplosi dall'interno.

Uno spettacolo decisamente macabro.

The Child - A Lame IncrociateWhere stories live. Discover now