15.

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"Ultimo atto"

Lo scenario era bellissimo. 
Perfetto, per l'ultimo atto di uno spettacolo che andava avanti da tanto,troppo tempo. Avevano danzato,avevano cantato,aveva tutti recitato le loro parti alla perfezione. 
Complimenti! Bravo! La folla applaudiva nel silenzio tombale. 
La luce del pomeriggio filtrava attraverso le finestre,ma la stanza si trovava a livello sotterraneo per tutta la metà inferiore, ed era chiaro che fuori era molto più luminoso che dentro. D'altronde le luci erano spente,probabilmente l'esplosione aveva fatto saltare il generatore elettrico; cosa importava? Nessuna luce sarebbe mai stata più luminosa e accecante di quella dolorosa conspevolezza che saltavano in aria, insieme alle neve e alle auto, le ultime speranze di un futuro in pace. Le ultime speranze di un futuro che non fosse oggi. 
Gli attori si erano tolti le maschere e i costumi di scena, e il pubblico si era fatto una risata.
"Davvero,come ho fatto a non riconoscerlo?" 
Ma non c'era niente da ridere stavolta.
Stavolta,insieme alle maschere,sembrava si fossero strappati anche la pelle della faccia. 
Quello che restava erano le ossa e il puzzo dei cadaveri, e la carne scoperta con i muscoli che ancora pulsavano e si contraevano per l'ultimo sforzo.
"Dobbiamo inchinarci quando ci applaudono" pensavano gli attori.
E avrebbero usato tutte le loro ultime energie per quell'ultimo inchino.
Era un teatro?
O era un tribunale? 
I tavoli ammassati lungo le pareti, le sedie impacciate non trovavano spazio dove esistere nella sala che con tutto quello spazio vuoto sembrava enorme. 
Forse avrebbe fatto più effetto se fosse stata notte,o  il tramonto.
Se la sposa non avesse avuto il vestito strappato e logoro, se non avesse avuto fosse profonde come il letto di un fiume lungo le guance.  Se avesse ancora avuto qualcuno fra il pubblico a guardarla ed applaudirla.
Se i due amanti potessero dirsi un ultimo addio,darsi un ultimo bacio, se le parole non dette potessero essere dette... un'ultima volta...
Ma lo spettacolo non era ancora finito.
E quindi le porte si aprirono.

[...]

I passi  degli ospiti e il tintinnio delle manetta erano la melodia dell'orchestra, accompagnavano i protagonisti sul palco insieme alle comparse. 
Alcuni erano disorientati,forse era il loro primo spettacolo? 
E quando furono tutti dentro,le porte si chiusero. 
Deludente,nessuno aveva nemmeno cercato di scappare.
"Peccato" bisbiglierà qualcuno fra la folla "sarebbe stato carino vederli danzare un altro po'" , ma non possiamo certo togliere tutto questo tempo al nostro pubblico,che già per tanto tempo ci ha donato la sua attenzione. 
Gli occhi di Saffo ispezionavano il mare di persone alla ricerca di qualcosa. 
E infine la trovò.
<<MABEL!>>
Il suo grido uscì come smorzato, si morse il labbro per contenere la sua smania di correre verso la ragazza seduta su una sedia metallica dall'altro lato della stanza. 
Sembrava spaventata,terrorizzata. Minuscola,nel suo bel vestito di velluto verde con lo stemma della sua prestigiosa scuola. Saffo sapeva che non poteva alzarsi nè muoversi,non sarebbe scappata se qualcuno avesse provato a farle del male. 
Ma gli occhi dei due uomini,e in particolare di quello chiamato Feliz,il biondo che li aveva scortati, erano molto meno espressivi delle pistole che avevano in mano. 

Chuuya alzò lo sguardo verso Marge. 
Lei poggiò un fazzoletto sul tavolo dove era seduta e si alzò. Non lo avrebbe ammesso,ma voleva sentire una spiegazione. Cosa gli avrebbe detto? Cosa gli avrebbe raccontato? 
Voleva sapere,aveva bisogno di una spiegazione. 
Gliela avrebbe anche chiesta se necessario, gliela avrebbe chiesta urlando se necessario. Forse era diventato debole,ma ne aveva bisogno; mentre la sposa si fermava al centro della stanza provò a immaginare cosa gli avrebbe detto,provò a immaginare quale storia tremenda e tragica,quale passato, quali emozioni potevano averla spinta ad agire in quel modo, ad aspettare così tanto,perchè? Per quale rancore? Voleva sapere,aveva bisogno di-

Bang, bang, bang. 

L'odore della polvere da sparo penetrò nelle narici del rosso. 
Gli arrivò fino a nei polmoni,mentre il suo cervello a quello stimolo gli proponeva una serie di ricordi.
"Cosa ci guardiamo stasera?" gli chiese la sua vocina interiore. 
"Stocazzo" rispose lui,digrignando i denti. 
Tre persone caddero al suolo. Erano tra gli ospiti,una per ogni gruppo.
I colpi non avevano seguito una mira neanche lontanamente precisa: uno era stato colpito all'addome,uno al braccio e l'altro in testa. Quello che era stato colpito in testa aveva il cranio frantumato e il proiettile gli era uscito dall'orecchio,conficcandosi nella spalla della persona dietro che dopo qualche secondo cadde in ginocchio a sua volta. 
La pistola fumava nelle mani di Marge,ma lei non aveva detto una parola. 
<<La ammazzo>> sibilò Saffo.
La sua calma si stava sciogliendo come la neve fuori alla luce del sole nel pomeriggio. 
<<Non ti muovere, o ti ammazza lei>> Dazai le sussurrò con tono calmo, ma non sorrideva.

Un grido si era levato dalla folla, la ragazza che era chiusa in stanza con Dazai e Chuuya tirò una spallata al cameriere che controllava il suo gruppo; riuscì a smuoverlo, era forte a quanto pare, e corse verso la porta. 
Tap,tap,tap,tap..  i suoi tacchi perforavano il parquet,perforavano i timpani, avevano fermato l'aria e sospeso ogni cosa. Era una scena bellissima, miracolo della natura umana: i suoi capelli lunghi si muovevano con una lentezza esasperante, ma questo permetteva di cogliere i riflessi biondi sulle ciocche castante, forse da bambina sua madre li aveva spazzolati così tanto da renderli morbidi come erano adesso... e forse lei correva verso di lei. Non verso una porta di metallo chiusa,ma verso il vero amore degli uomini, l'impagabile, l'amante dei più deboli: verso la libertà. 
Chi ha detto che gli uomini non sono animali?
Sono animali danzanti.
Sarebbe stato bello se qualcuno avesse scritto il nome di quella ragazza su un libro per ricordarsi di lei,invece oggi l'immagine dei suoi capelli castani, lunghi,morbidi, nemmeno l'espressione del suo visto quando il proiettile le ha trapassato il petto sarà ricordata,perchè era di spalle. 
Tragicomia della specie,fu l'unico colpo per cui Marge mirò prima di sparare. 
Si sentì, forse,così oltraggiata da quella speranza nel deserto della sua collera, come se qualcuno avesse appena scoreggiato a un funerale. 
E quindi la distrusse.
Perchè poteva,perchè era lei quella con la pistola in mano. 

Bang,bang,bang.


E ne vennero giù altri tre. 
Una , senza nome,cadde molto più velocemente di quanto aveva corso, sbattendo la faccia contro la porta di metallo, e non si mosse mai più. 
E nessun altro dei presenti provò a muoversi. 
Chuuya non si accorse di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo; sentì lo sguardo di Dazai addosso a sè, e solo in quel momento si accorse che uno di quelli che era caduto nel secondo giro era proprio accanto a lui: il sangue che era schizzato dal foro sulla guancia,dove il proiettile lo aveva trapassato,era schizzato sul suo viso. 
Istintivamente fece per pulirsi,ma le mani non si mossero,ancora ammentate dietro la sua schiena. 

Capì che Marge non gli avrebbe dato nessuna spiegazione.
Capì che forse non c'era una spiegazione. 
Marge avrebbe ballato per l'ultima volta, avrebbe sparato finchè il suo dolore non sarebbe andato via. Lui lo conosceva quel dolore,lo aveva provato. 
Non sarebbe mai andato via; nemmeno una parte del suo era mai andato via pur dopo aver scoperto che Dazai era vivo. 

<<Marge>> parlò. 
E si trovò gli occhi di tutti addosso. 
Nulla prima della sua voce aveva osato interrompere il silenzio di quel rituale, come se tutti sperassero che fingendosi già morti avrebbero evitato quel proiettile. Quanti colpi poteva avere in quella pistola? Ne aveva già sparati sei, ormai erano rimaste solo venticinque persone di quelle cinquanta che avevano avuto la spiacevole idea di presentarsi a quel matrimonio. 
<<Chuu!>> sibilò Saffo,cercando di ammonirlo. 
<<Shh>> la zittì Dazai. 

Forse non lo aveva sentito. 

E invece la sposa si girò.
Puntò la pistola verso colui che aveva parlato,puntò il suo sguardo gelido negli occhi azzurri che aveva guardato per tantissimo tempo, occhi che la credevano amica. 
Che sciocco, che ingenuo. 

<<Marge>> ripetè, mordendosi l'interno della guancia.
Sentiva una strana sensazione nello stomaco, e non era probabilmente perchè era vuoto da troppo tempo.
<<Ciao,Chuu>> gli sorrise lei.

Bang. 

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali III (Utopia)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt