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Harry aprì gli occhi e per un pò rimase nella stessa posizione in cui si trovava. Era a pancia in giù, in una camera che non era la sua ma che ormai conosceva bene. Sbadigliò e spostò lo sguardo sulla sveglia. Segnava le sei. Si era appena svegliato eppure si sentiva stanco morto. Guardò verso la finestra. Era ancora buio. Chiuse gli occhi per qualche secondo, ancora leggermente addormentato. Dopo, si stiracchiò leggermente per poi girarsi su un fianco, a poca distanza dal corpo caldo, bollente, di Louis. 

Aprì gli occhi e guardò il suo petto, aggrottò lo sguardo e alzò un braccio avvolgendolo intorno al suo petto, così come la gamba, che avvolse intorno a quelle di Louis, che sorrise ad occhi chiusi. Ma non resistette per molto. Li aprì e guardò Harry. Aveva di nuovo chiuso gli occhi e sembrava si fosse di nuovo addormentato. Gli lasciò un bacio leggero sulla fronte, sentendola però calda. Lo guardò perplesso e lo strinse fra le braccia. 

***

Harry guardò Louis muoversi in cucina intento a preprare la colazione canticchiando qualcosa, mentre lui stava praticamente steso sul tavolo. Era più stanco del solito quel giorno. Si sentiva senza energia, voleva solo ritornarsene a letto. Sospirò e appoggiò la fronte sul tavolo e chiuse gli occhi, poi si coprì la testa con le braccia. Louis lo guardò.

« Ti stai ammalando, dovresti ritornartene a letto»

Harry aprì gli occhi senza muoversi dalla sua posizione.

« Adesso non mi dire che hai il potere di capire anche questo»

« Non dire sciocchezze. So come stai tu, degli altri non mi interessa»

Harry richiuse gli occhi.

« Lasciami stare» borbottò sospirando di nuovo. Louis tornò a preparare la colazione. Stava facendo dei pancake, sapeva che a Harry piacevano. Una volta messi nel piatto, li portò a tavola. Guardò Harry. Aveva di nuovo gli occhi chiusi ma sapeva che non stava dormendo. Andò da lui e gli mise una mano sulla fronte. Harry fece una smorfia e cerò di allontanarsi.

« Hai la febbre»

« Ti ho detto di lasciarmi stare» borbottò bassandosi poi le mani sulle braccia. 

« Hai freddo?»

« Dopo vado a prendermi una coperta» disse prendendo un pancake. 

« Potrei riscaldarti io, sono abbastanza caldo»

« Una coperta andrà più che bene»

Louis alzò gli occhi al cielo, in un battito prese quella presente nella sua camera e un paio di secondi dopo la stava già mettendo sulle spalle del riccio, che si bloccò nel mangiare e la guardò perplessa. Poi spostò lo sguardo su Louis.

« Potevo prendermela pure io»

« Prego» rispose l'altro, sorridendo e andando a sedersi di fronte a lui. Harry borbottò qualcosa mentre Louis si versava del caffè. Lo guardò.

« Vai subito a letto appena finisci di mangiare»

Harry annuì mestamente.

« Si.. Sono qui da un giorno intero, è il momento di andarmene»

Louis lo guardò perplesso.

« Tu non te ne vai da qui stando così. La biblioteca può aspettare. Intendevo solo che tu ti infili nel mio letto. Non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello di mandarti via. Mai»

Harry alzò lo sguardo in quello dell'altro.

« Non posso stare qui, ho la mia vita, ho il mio lavoro»

Louis rimase in silenzio per qualche secondo , preferendo rimanere calmo cercando di bere un sorso di caffè. Riappoggiò la tazza vuota sul tavolo. 

« Vengo con te»

« Posso andare da solo»

Louis rilasciò un ringhio. Harry lo guardò di scatto.

« Come puoi pensare che riesca a lasciarti andare? E poi così? Mentre stai male! Ma che ti dice il cervello»

« Ti ho sempre detto che mi so prendere cura di me stesso, mi pare»

Louis sbuffò un ulteriore ringhio. 

« Va bene. Ma ti accompagno a casa»

Harry annuì, non voleva farlo arrabbiare, per lui era naturale rifiutare l'aiuto degli altri, lo faceva in automatico. 

***

Louis spense il motore della macchina e guardò Harry, si era di nuovo addormentato durante il viaggio. Era su un fianco, con la testa appoggiata allo schienale del sedile. Appoggiò la mano sulla sua fronte, era calda. La febbre era aumentata, aveva il respiro più accellerato.  Sospirò. Lui non aveva mai avuto la febbre, non era mai stato male come un normale mortale. E ogni volta che Edward stava male, e ora la situazione si stava ripetendo con Harry, si sentiva impotente. Non riusciva proprio a vederlo stare male. 

« Harry...» lo richiamò. Lui schiuse gli occhi lentamente, mugolando appena. 

« ... Siamo arrivati»

Harry venne scosso da un brivido e annuì. Si tolse la cintura e aprì la portiera. Louis lo seguì subito. Gli apri la porta per entrare in biblioteca, come al solito usando la porta sul retro. Il riccio gli sorrise leggermente sorpassandolo. Arrivati nel piccolo appartamento Harry si stese immediatamente sul letto. Louis chiuse la porta di ingresso che separava l'appartamento dal resto dell'edificio. 

Andò da lui. 

« Non puoi stare così, mettiti il pigiama»

« Tu prova a togliermi i vestiti e saranno le ultime cose che faranno le tue mani» disse tremando. Louis sorrise.

« Dai, forza.. Poi ti riscaldo io» disse provando a toglierli il cappotto. Harry si lamentò per un attimo ma alla fine seguì i suoi consigli. Prese il suo pigiama, andò in bagno a farsi una doccia calda ma con scarsi risultati, si mise il pigiama e corse nel letto mentre i denti gli tremavano dal freddo. Si mise sotto le coperte e ci si avvolse. Louis lo guardò alzando un sopracciglio. 

« Non hai del paracetamolo?»

« In bagno, in una scatola piccola e bianca» disse da sotto il piumone. Louis lo prese e glielo portò insieme a un bicchiere d'acqua. Harry prese la medicina e ritornò subito nel suo posticino. Continuò a tremare fino a quando Louis lo raggiunse e lo prese immediatamente fra le braccia. Harry sospirò di sollievo abbracciandolo a mo di koala. E Louis si sentiva al settimo cielo. 

« E'.. E' solo questione di... di sopravvivenza.. Non ti abbraccerei mai»

Louis chiuse gli occhi.

« Come vuoi... stringimi quanto vuoi.. sempre» borbottò. Harry non replicò. Si strinse un paio di volte di più a lui, poi la stanchezza prese la meglio e si lasciò andare fra le sue braccia. Ma prima di cadere in un sonno profondo, sussurrò un « Non lasciarmi» che lasciò Louis profondamente e piacevolmente colpito.


Destiny - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora