Minjee appare come una ragazza normale: semplice, dolce e solare. È proprio la semplicità che mostra in quei occhi noisette ad attirare subito l'attenzione di Seokjin. Lui non ha mai cercato niente di particolare nella vita, è uno studente universit...
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«Ma dove mi state portando?» mi lamentai, mentre a fatica seguivo il passo di Jimin e Taehyung. Il primo si trovava poco più avanti di me e Taehyung, quest'ultimo invece si assicurava di non lasciare mai andare la mia mano. Mi stavano trascinando da ormai dieci minuti senza dirmi nemmeno che intenzioni avessero. Avevo dovuto interrompere il mio studio per assecondare il loro entusiasmo per qualcosa a me di sconosciuto. Il mio tempo era prezioso, sperai per loro che ne valesse la pena.
«Smettila di fare sempre la stessa domanda, tanto ti rispondiamo nel medesimo modo» ribatté Jimin, svoltando verso un immenso campo colmo di fiori ed erba. Era isolato, lontano dalle strade urbane.
Corrugai le sopracciglia quando riconobbi in lontananza Yoongi in compagnia di una ragazza con il capelli corti. Non l'avevo mai vista prima. Intuii subito avessero pensato bene di organizzare un'uscita tutti insieme, per stare in compagnia. Ero consapevole del fatto che fosse passato tanto tempo dall'ultima volta che ci eravamo riuniti tutti insieme, ma le circostanze non ce lo permettevano purtroppo. Io e Taehyung eravamo sicuramente quelli messi peggio tra tutti, ma anche Jimin era un ragazzo ormai parecchio indaffarato a causa del lavoro part-time. Yoongi, forse, era l'unico che si salvava; lui passava le giornate a bere e girovagare con il suo skateboard. Ma quella ragazza? Che ci faceva qui e cosa c'entrava con noi?
«Ma cosa avete organizzato? Lo sapete che non ho tempo per-»
Taehyung sbuffò come per cercare di non farmi neanche finire la frase, guardandomi con espressione annoiata.
«Certo che sei proprio un brontolone testardo. Non succede niente se per una volta ti stacchi da quei vecchi libri polverosi»
«Non sono vecchi libri polverosi» brontolai, confermando senza accorgermene la sua affermazione precedente. «Sono fonti di enorme ricchezza e cultura, sono essenziali per farmi passare gli esami-»
«Ehi ragazzi!» Jimin ignorò totalmente le mie parole, buttandosi a capofitto sui due che stavano attendendo il nostro arrivo. «Scusate l'attesa, non è stato facile smuovere questo pezzo di legno dalla biblioteca» parlò indicandomi con il pollice alle sue spalle. Gli lanciai una fulminea occhiataccia, particolare che fece ridere alla ragazza dai capelli ramati. Senza volerlo, arrossii.
«Almeno uno di voi ci tiene al proprio bagaglio culturale.» commentò sempre lei, riservandomi persino un dolce e sincero sorriso. Come per magia, il mio imbarazzo sparì in un attimo insieme alla presenza degli altri tre ragazzi distanti appena un metro da noi. Gli occhi della ragazza si intrecciarono con i miei e giurai di sentire una scossa di brividi percorrermi dalla testa fino alla punta dei piedi. Ci guardammo intensamente, come se entrambi stessimo cercando di comunicare chissà quali parole con gli occhi, e non seppi neanche per quanto tempo, ma a me parve durare un'eternità. Quelle sfere color nocciola mi ipnotizzarono come niente e nessuno era mai riuscito a fare, se non i libri di letteratura e filosofia che si trovavano in camera mia.
