112: Sesto anno: Materializzazione

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Sirius non si presentò a cena. Emmeline si avvicinò dal suo tavolo chiese a James dove fosse, ma lui si limitò ad alzare le spalle,

"Scusa," disse lui, "Eravamo in missione prima, ma ho perso traccia di lui. Spero che Filch non l'abbia preso..."

"E perché Filch dovrebbe star cercando Sirius?" chiese Lily, appoggiando il coltello e guardando negli occhi James.

"Ehm... non lo so." disse velocemente James, guardando le sue patate schiacciate come se fossero la cosa più affascinante del mondo. Venti minuti dopo, i prefetti furono riuniti per discutere un problema al quinto piano - tutte le armature avevano apparentemente iniziato a cantare l'opera.

A tutti gli altri studenti fu ordinato di chiudersi nei dormitori quella sera, e quando Peter, Remus, Marlene e Mary raggiunsero la torre, trovarono Sirius lì, seduto di fronte al camino, mentre fumava. Dove ha preso le sigarette? si chiese Remus. Di solito chiede a me. Sirius Black non era tipo da comprare sigarette solo per se; era un debitore professionista.

"Tutto a posto, Black?" chiese Mary allegramente.

"Si sto bene." grugnì Sirius, fissando il fuoco.

"Non avevi fame?" chiese lei.

"No." Inspirò ed espirò, come un drago senza riposo.

"Ah," Mary alzò un sopracciglio, e guardò gli altri, "Sei di malumore, capisco."

A questo non rispose. Remus ogni tanto dimenticava quanto Mary conoscesse Sirius. Ammirava lo spigliato, pratico modo con cui si approcciava a lui; il suo primo istinto era sempre quello di accoccolarsi e cedere. Doveva prendere esempio dal libro di Mary, pensò.

Quando Christopher tornò dall'incontro dei prefetti, Remus si attaccò a lui come colla il più possibile. In parte perché sapeva di averlo ferito, e voleva dimostrargli che niente era cambiato. In parte perché sapeva che Sirius non si sarebbe avvicinato finché stava insieme a lui. Stavano seduti sul davanzale della finestra in fondo alla stanza, lontano dal camino. Era lo stesso posto in cui soltanto pochi mesi prima era seduto con Sirius, dove avevano litigato, poi fatto pace. Ma non stava pensando a quello. Stava ascoltando il discorso di Christopher sull'incontro con i prefetti,

"...e tutti sanno che Potter probabilmente aveva a che fare con l'accaduto, ma ovviamente non ci sono prove perché praticamente è un vandalo professionista, e tutti lo amano, quindi se l'è scampata. Anche Lily Evans si è arresa, non lo spinge più come faceva prima."

"Oh, davvero?" Remus finse interesse, guardando lo schienale della poltrona di Sirius.

"Si," Christopher annuì, "É diventata più dolce con lui. Le ho anche chiesto che cosa pensava si dovesse fare per punire i colpevoli, e lei ha praticamente riso! Ha detto che in realtà era piuttosto divertente, e visto che nessuno si era ferito mi dovevo rilassare! L'ho sempre ammirata sai."

"Forse dovresti rilassarti," Remus sospirò, "Sembra divertente. Dio sa che dovremmo tutti farci una risata."

"Si suppone che i prefetti devono sostenere tutte le regole," rispose Christopher, si poteva sentire l'eco della McGonagall nella sua voce, "Non soltanto quelle noiose. Comunque, se questo è quello che senti, non so perché mi interesso."

Si iniziò ad alzare,

"Chris," Remus lo guardò, "Dai, non fare così. Ti aiuto con Rune se vuoi."

"Non mi va." rispose Christopher, bruscamente, "Vado a letto." Se ne andò, verso i dormitori. Remus sospirò ancora, strofinandosi gli occhi. Gli diede alcuni minuti poi salì. Era stato un giorno impegnativo.

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