𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐒𝐞𝐢

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Col passare del tempo, [T/n] diventava sempre più brava a evitare le trappole, anche se il grado di difficoltà del percorso aumentava sempre di più e con esso, anche le trappole diventavano sempre più pericolose

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Col passare del tempo, [T/n] diventava sempre più brava a evitare le trappole, anche se il grado di difficoltà del percorso aumentava sempre di più e con esso, anche le trappole diventavano sempre più pericolose.

«Maestro Urokodaki! Oggi ho impiegato meno tempo per scendere dalla montagna e ho evitato tutte le trappole.»

«Sei pronta per passare allo step successivo. Prendi questa.»

Le lanciò una spada e [T/n] non la fece cadere per poco.

«Agitala cinquecento volte.»

La [c/c] era sicura che se le avesse fatto una richiesta simile appena iniziato l'addestramento, sarebbe svenuta sul colpo.

«La spada si spezza facilmente. Devi applicare la forza nella direzione in cui vuoi colpire e devi prestare attenzione alla posizione.»

«Bene: posizione e direzione.» sussurrò a se stessa come promemoria.

«Se spezzerai la lama ne subirai le conseguenze.»

Quelle parole la fecero rabbrividire.

«Certo, maestro Urokodaki!»

Così inizio la nuova fase dell'addestramento per diventare una spadaccina. Quando si svegliava doveva salire e scendere dalla montagna mentre evitava le trappole, in più doveva farlo portandosi dietro la spada e questo rendeva le cosa molto più difficili.

Una volta arrivata a casa non poteva mangiare finché non aveva finito di esercitarsi con la spada, il numero di colpi che doveva sferrare aumentava sempre di più.

Certi giorni, Urokodaki Sakonji la allenava di persona nel combattimento fisico o con la spada. Ogni volta che [T/n] provava a colpirlo veniva lanciata via. Almeno così aveva imparato a cadere.

Infine le insegnò ad allenarsi sul respiro: il respiro dell'acqua. Ogni cacciatore di demoni usava una tecnica di respiro diversa e, oltre a delle lame speciali, era essenziale per uccidere un demone.

La respirazione dell'Acqua doveva imitare l'adattabilità e la fluidità del liquido. I movimenti delle braccia e del corpo degli spadaccini che ne facevano uso dovevano essere fluidi come quelli dell'acqua.

L'unica cosa che non sopportava era non passare più il tempo con Sabito e Giyuu come faceva prima. La mancavano i pomeriggi o le serate passate a chiacchierare, mangiare qualcosa o semplicemente starsene lì a farsi compagnia a vicenda.

Invece doveva allenarsi, ora da sola. Per partecipare alla Selezione Finale doveva riuscire a tagliare in due un gigantesco masso. L'addestratore aveva detto che le capacità acquisite nel giro dell'ultimo anno erano sufficienti per farcela.

[T/n] sgranò gli occhi. Durante l'ultimo anno non aveva mai dubitato degli insegnamenti o delle prove del suo maestro, ma... ora... le sembrava semplicemente impossibile, doveva averle mentito.

Più volte nel corso dell'ultimo anno aveva pensato di chiedere consigli ai suoi amici, ma voleva migliorare da sola, voleva farcela da sola. Adesso però le sembrava assurdo. Voleva chiedere ai due come rompere quel dannato masso. O meglio, voleva chiedere loro se lo avessero mai spezzato a loro volta.

Fece un respiro profondo per calmarsi. Si mise a girare attorno al suo obiettivo, studiandolo: non c'erano crepe. Lo tastò con un piede, lo prese a calci, ma -come sapeva bene- non servì a nulla.

A quanto pareva c'era una sola soluzione: usare la spada.

Si mise in posizione.

«Ottavo Kata: Bacino della cascata!»

Il colpo verticale era perfetto, non aveva sbagliando niente, ma tutto ciò che poté udire fu il rumore della sua spada che si spezzava.

Urlò. Non poteva fare altro. Inveì sul masso anche se sapeva che non sarebbe servito a niente. Si mise perfino a piangere.

«Stupido! Stupido masso! E stupida io che provavo a tagliarlo!» gli diede l'ennesimo calcio, facendosi male.

«Ti odio!» sibilò di nuovo all'oggetto inanimato. «Dannato mae-»

«Chi odi? E non insultare Urokodaki. Ti ho fermata in tempo.»

[T/n] sobbalzò. «Sabito! Non ti ho sentito arrivare.»

«Eri troppo presa a insultare quel macigno. Le tue urla si sentivano da lontano.» nonostante tutto non sembrava un rimprovero, ma la ragazza arrossì lo stesso.

«C-comunque non odio il maestro e nemmeno te o Giyuu. Odio solo... non lo so neanch'io!» Sospirò. «Mi sembrava che stesse andando tutto bene, ero migliorata sia nella resistenza sia nel combattimento, persino nel respiro! Adesso, per colpa di questo stupido sasso non posso concludere l'addestramento.»

Sabito si sedette per terra e le fece cenno di accomodarsi accanto a lui.

«Ti sembra positivo finire presto l'addestramento?»

«Certo! Potrei diventare una spadaccina e proteggere tutti!»

Sobbalzò quando sentì la risata dell'amico.

«Ehi! Non prendermi in giro!» gli diede una leggera spinta, ma non lo smosse nemmeno un pochino.

«Scusa, scusa. Mi fa piacere vederti così.»

«Così come? Ingenua?»

«Almeno lo sai.»

«Dai!»

«Intendevo dire pura.»

«Cosa?»

«Sei pura come l'acqua: non vuoi diventare un'ammazza-demoni per il denaro o per la gloria, nemmeno per te stessa, lo fai per gli altri.»

«No.»

«Come?»

«In realtà un po' lo faccio per me stessa... però... non voglio che muoia nessun altro per me! Voglio essere in grado di vivere da sola e di proteggere le persone a cui tengo, anzi! Voglio essere in grado di proteggere tutti!».

Gli occhi di [T/n] brillavano mentre guardava quelli color glicine di Sabito. Quando si rese conto di quello che aveva appena detto arrossì e distolse lo sguardo.

«Sì, sei proprio ingenua. Ma sei anche determinata.» si alzò in piedi e le mise una mano sulla testa.

[T/n] sentì le guance scaldarsi.

«Vedrai che riuscirai a spezzare questo masso.»

Angolo autrice

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Angolo autrice

Ed eccoci qua con l'ultimo capitolo prima della pausa. Piaciuto? Fatemi sapere cosa ne pensate della storia fino a questo punto.

Come sta andando la fine della scuola? Solo io ho ancora interrogazioni e verifiche da fare? _

Godetevi la fine di quest'anno scolastico, tornerò d'estate con un nuovo capitolo~

Lia~

𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 || Sabito Où les histoires vivent. Découvrez maintenant