Capitolo 19

17 2 1
                                    

"Non puoi fare così. Lei è riuscita a scappare, devi lasciarla libera! Perchè è ancora qui?"

La voce della piccola Kelly mi destò dal mio sonno. Sembrava molto arrabbiata.

"Allora non capisci, Kelly" disse una voce metallica e indifferente. La riconobbi subito, era la voce dei miei incubi, di quell'uomo mostruoso.

Feci finta di essere ancora addormentata, richiudendo gli occhi e rimanendo immobile, drizzando le orecchie per sentire il loro discorso.

"No, non capisco! Spiegati" scoppió lei, abbassando però subito la voce per paura di svegliarmi.

"Ti ho raccolto da quel buco di anime e ti ho dato una nuova casa, la mia casa, quindi tu sei mia e di conseguenza anche lei" sbraitó l'uomo.

Sapevo che parlavano di me. Riuscivo a immaginare la piccola Kelly furiosa, con i pugni stretti in vita e la faccia rossa, cosa che facevo spesso da piccola quando ero arrabbiata.

"Tu non mi hai raccolta, mi hai ingannata! E lei non è tua, non ne hai il diritto! Sei un mostro!" urló lei, e poi si sentì un rumore simile a quando si sputa.

"Non dovevi farlo ragazzina, ti insegno io a non sputare al tuo padrone!" gridó lui a pieni polmoni, dimenticandosi che io ero nella sua stessa stanza.

Non aspettai altro, mi alzai strappando di scatto la mia piccolina dalle grinfie di quel bastardo, che mi guardava quasi compiaciuto.

"Ah, allora sei viva?" chiese lui ironico "Pensavo che avrei dovuto sculacciarti per vedere se reagivi ancora".

Solo allora notai che era molto giovane, sui 25 anni. Era alto e magro, dalla sua t-shirt nera si potevano intravedere muscoli scolpiti, occhi blu magnetici e maliziosi, capelli mori e lunghi e un sorriso convinto. Il ragazzo dei sogni diciamo. Ma per me era il ragazzo dei miei incubi.

Posai la piccola per terra, che mi guardava ancora sorpresa per il mio atto di coraggio misto a follia.

"Mi spieghi cosa vuoi da me?" dissi cercando di mantenermi più calma possibile.

"Secondo me lo sai già, tesoro" sospirò lui leccandosi le labbra e avvicinandosi pericolosamente con sguardo malizioso.

Capii che la faccenda si faceva troppo fragile per la piccola.

"Kelly, potresti sederti laggiù?" le chiesi dolcemente indicando una sediolina in fondo alla stanza.

"'Ma..." replicó lei.

"Non mi capiterà niente" le dissi sorridendole fiduciosa.

"Questo non lo posso promettere" si intromise lui.

"Per favore, stai buono un secondo" lo fulminai con lo sguardo. Si stava comportando come un bambino.

Si ammutolì di colpo.

"Vai ora, dai" le diedi un bacio sulla guancia e lei si avviò.

Aspettai che fosse abbastanza lontana per sfogarmi su di lui.

"Non so cosa tu voglia, ma se hai intenzione di infliggere a me, o alla piccola le torture che mi inflisse Kevin, ti uccido in questo preciso istante" sbraitai furiosa.

"Sei davvero una combattente, mi piace" sussurrò accarezzandomi i capelli, provocandomi i brividi "ma sei strana e incoerente"

"Cosa intendi dire?" chiesi incrociando le braccia sul petto e accigliandomi.

"Mi dici che vuoi uccidermi perchè supponi che io possa violentare te o lei" indicó la piccola Kelly, che si stava guardando le scarpine rosa con aria triste "ma non vuoi uccidermi perchè ti ho riportata in questo posto"

"Io non ho mai detto che non voglio farlo" sospirai frustrata passandomi una mano sul viso.

Mi guardó divertito, ma io lo fulminai con lo sguardo.

"Tanto lo farò" annunciai.

"Cosa?"

"Ti uccideró" dissi fredda.

"Ma io ti servo tesoro" disse lui prendendomi il mento nelle dita e costringendomi a guardarlo.

"E per cosa?" sussurrai strappandomi da quel contatto disgustata.

"Per uscire di qui" e rise spaventosamente.

S/A

La cami is back. DAN DAN DAN.
Anyway, vi voglio augurare buona pasqua e tante mangiate di cioccolato.

Mi dileguo, bye.

The nightmareWhere stories live. Discover now