Capitolo 8.

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Lui si ferma.

Mi guarda negli occhi, ma non dice nulla.

"Tutto bene?" Domando allora io dopo aver preso coraggio.

"Oh, ehm... Sì. Sì, tutto... Tutto alla grande, voglio dire... Sì, insomma tutto... Okay" Deglutisce a fatica guardandomi negli occhi.

"Sei... Sicuro? Sembri agitato" Gli faccio notare.

"No, è che... Sei ... Un'ottima ballerina, mentre io proprio sono negato!" Esclama ridendo. "Ho proprio bisogno di una pausa, perdonami..." Torna a sedersi.

"Io un'ottima ballerina? Un'orribile ballerina vorrai dire!" Rispondo. "Ma... Comunque, grazie... Per il complimento" Sorrido imbarazzata.

"Ma tu ti imbarazzi anche se qualcuno ti guarda due minuti di troppo o è possibile parlarti sinceramente?" Mi prende in giro.

Gli tiro lo strofinaccio addosso - il primo oggetto che mi è capitato sotto mano - . 

"Ma senti questo!" Esclamo fingendomi indignata, e lui ride, per poi cogliere la palla al balzo:

"E' un modo per chiedermi di restare un altro po' ad aiutarti a sistemare?" Mi  prende in giro sventolandomelo sotto gli occhi una volta arrivato di fronte a me.

"Io.. No, cioè..." Inizio ad andare nel panico. "Non ho guardato, ho..."

"Scherzavo!" Esclama. "Adesso chi è la persona seria?" 

Gli faccio la linguaccia, poi scappo in camera a prendere il primo oggetto infantile che trovo e torno di là.

E' un cerchietto da gatta.

Me lo metto senza pensarci troppo dandogli le spalle, per poi voltarmi e gridare: "Sempre tu!" Gli rifaccio la linguaccia e torno a sistemare, aiutata dal mio amico, che non sa più che cosa dire.

Mi convince a lavare i piatti dicendo che lui li avrebbe asciugati, e quindi comincio, ma presto mi accorgo che c'è qualcosa che non va.

"Dillo..." Alzo gli occhi al cielo fingendomi stanca.

"No" Replica lui.

"Dai!" Esclamo.

"Ho detto no!"

Lo guardo negli occhi, che sono illuminati come due stelle. E, di nuovo, per l'ennesima volta, mi ci perdo. 

"Hai... Degli occhi stupendi" Sussurro senza troppi giri di parole, lasciandolo palesemente di stucco.

"Oh... Grazie!" Fa imbarazzato.

Sorrido imbarazzatissima anch'io, e quasi ci resto secca quando sento la sua risposta.

"Anche tu non è che scherzi con i tuoi..."

Lo guardo subito.

"Sul serio?" Domando.

"Che cosa?" Mi chiede non capendo.

"Lo pensi davvero? Che ho dei begli occhi"  Preciso.

"No, non sono gli occhi... Sei proprio tu!" Esclama. "Sei... Fantastica! Dei capelli così morbidi, gli occhi che lasciano pietrificati, un sorriso che ti fa venire un infarto... Sei pazzesca. Ciò che penso del tuo carattere te l'ho già detto" Fa mostrandomi la linguaccia prima di continuare a fare ciò che stava facendo prima.

"Grazie. Se posso dirtelo, mi piace stare con te. Trasmetti sicurezza. Forse te lo dissi qualche tempo fa..." 

"Non ricordo... Però grazie" Sorride imbarazzato. "Carine le orecchie!"  Scherza per smorzare l'atmosfera che si è creata.

"Grazie!" Rispondo io sincera, e lui scuote il capo. "Comunque non mi hai detto quello che pensavi poco fa..." Gli faccio notare. "Ma tanto lo so già..." Alzo gli occhi al cielo.

"Illuminami!" Fa lui con nonchalance.

Mi fermo e lo guardo. Lui si volta, e ci guardiamo negli occhi. Sta aspettando una risposta. Lo accontento.

"La solita bambina!" Esclamo fingendo il broncio, e lui sembra pietrificarsi.

"E' questo che credi? Che pensi solo a te come una bambina?" Fa serio. 

"Perché? Pensi anche a me in un altro modo? Federico!" Fingo di essere sconvolta, e lui ride.

"Non mi permetterei mai!" Mi regge il gioco scherzoso prendendo un bicchiere. "No, a dire la verità pensavo... Sì, insomma, pensavo che sei davvero stupenda. Mi piace la tua sincerità, il fatto che non ti faccia problemi a dire ciò che pensi quando lo pensi... Ti fa onore!" Mi sorride.  "Sono rare le persone come te" Sussurra poi .

"Volevi dire come noi!" Lo correggo  porgendogli l'ultimo piatto appena scolato.

Lo prende guardandomi negli occhi. Appena le sue mani sfiorano le mie... Non so, è come se una scarica mi passasse per la spina dorsale. Vorrei avvicinarmi un po' di più, vorrei... 

Calma. E' tutto okay. E lui è fidanzato, quindi non è il caso. 

Chiudi gli occhi, respira, e ricomincia. Risciacqua il lavabo, e non pensarci.

"Cosa ti aspetti dall'incontro con la direttrice dell'orfanotrofio?" Tento di cambiare argomento.

Non se l'aspettava. Lo percepisco dal suo sguardo disorientato.

"Oh, ehm... Vorrà vedere le carte del matrimonio, da quanto stiamo insieme anche... Fidanzati, sapere come vanno le cose tra di noi e che intenzioni avremo con il bambino" 

"Ti immagini molte cose!" Osservo.

"No, non sto immaginando nulla. Questa è la procedura" Sorride. "E qualche volta, se non sbaglio una volta al mese, avremo gli assistenti sociali a casa nostra"

"E... Che cosa credi che proverai quando andremo lì? Quando esaminerà le carte? E quando lo vedremo?  E quando verranno gli assistenti sociali?" 

Mi guarda con un'espressione terrorizzata, allora la smetto.

"Non volevo farti venire l'ansia, perdonami. Volevo solo tirarti fuori qualche emozione che non sia basata sul ragionamento! Insomma, tu tieni a questo bambino soltanto perché è il figlio di Walter? Non ti interessa la sua storia?"

"Io... Non voglio farmi illusioni" Mi risponde. "Quel bambino non mi chiamerà mai papà, perché non lo sono. E se volesse sapere del suo vero padre... Io non riuscirei a parlargliene. Non me la sento di ricordare, sono sincero.

Volevo un gran bene a quell'uomo, c'era sempre per me come io per lui... Ed è stata... Una grande botta sapere che non c'era più!" Deglutisce. "Se solo ci ripenso, io..."

Il suo respiro si fa rado, il petto invece accelera i movimenti.

Lo prendo per mano con la destra, con quella sinistra prendo il suo mento e richiamo la sua attenzione.

"Ehy" Sussurro il più dolcemente possibile.

Mi guarda, ed io mi sforzo di sorridere.

"Va tutto bene. So quello che stai provando, nella mia vita ho perso un paio di persone e ancora non me ne capacito, ma non sei solo. 

C'è la tua fidanzata, ci sono io, la mia amica, e tra un po' ci sarà anche il piccolino!" Sorrido. "Nessuno ti sta chiedendo di prepararti, tanto non ci riusciremmo. Non dobbiamo essere sempre perfetti, e nemmeno tentare. Siamo umani! Ci è concesso sbagliare, e lo faremmo comunque.

L'importante è tenere duro e dare il meglio di noi nel mantenere la parola data. Andrà tutto bene, vedrai" 

"Ci credi davvero?" Sussurra.

"Io sì" Annuisco convinta. "Tu?"

Ti RincontreròWhere stories live. Discover now