La mattina seguente mi svegliai di soprassalto.
Il respiro affannato e i capelli appiccicati alla fronte piuttosto sudata erano conseguenza dell'imbarazzante sogno che avevo fatto, quella notte. Non riuscivo a capacitarmene.
Le lenzuola bianche, le mani di Harry che mi accarezzavano dolcemente la pancia piatta. Il suo solito sorrisetto sghembo e una mano andata a posarsi sul mio seno. Puro piacere.
Il modo in cui gemevo mentre Harry mi accarezzava l'interno coscia, fino ad arrivare proprio lì, nella parte più sensibile del mio corpo.
In quel momento mi svegliai, furiosa con me stessa per quel sogno. O forse dovrei dire incubo. Cosa poteva significare?
Probabilmente era segno del mio stress. Avevo bisogno di rilassarmi. E quale occasione migliore se non realizzare che era sabato e non dovevo andare a scuola. Il mio giorno preferito dell'intera settimana.
Corsi dritta sotto la doccia, senza preoccuparmi se mio padre dormisse ancora o meno. Era sempre fuori per lavoro, ultimamente; gli orari erano raddoppiati nell'ultimo periodo ed io mi ero ormai rassegnata a vederlo sempre meno.
L'unico problema era che condividere la casa soltanto con Harry non era il massimo, per me. Negli ultimi giorni si frequentava con alcuni compagni di classe, tra cui - mio malgrado - c'era anche Liam.
Poi c'era quella Allie, di cui Harry ricordava soltanto la taglia del reggiseno. Dopo ben venti minuti sotto la doccia, decisi che fosse il caso di uscire. Mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo e uno sui capelli, dirigendomi in camera mia con la speranza che tutti dormissero ancora. Ma, come non detto, Harry uscì dalla sua stanza nell'esatto istante in cui io feci per aprire la porta della mia.HARRY'S POV:
I miei occhi non poterono fare a meno di incenerirla all'istante.
Ogni centimetro della sua pelle, ancora umida e bagnata, sembravano sciogliersi ad ogni secondo che passava mentre i miei occhi la scrutavano con attenzione.
I lunghi e bagnati capelli color castano scuro le cadevano dietro la schiena, le gambe magre e nude, le labbra rosee e screpolate.
Tutto ciò mi causò una ben evidente erezione.
Fui quasi tentato di baciarla, poi scossi il capo e cercai di tornare in me. Senza dire nulla lei aprì la porta della sua stanza una volta per tutte e se la chiuse dietro.
Mi strofinai una mano sul collo, nervoso, cercando di smettere di pensare a quel piccolo ma attraente corpo che avevo fissato fino a pochi secondi prima.
Soltanto mezzora dopo, quando scesi di sotto per fare colazione con lo zio James, la vidi arrivare.
Meghan era in piedi, vicino al frigo - come suo solito - con addosso soltanto una vecchia tuta e i capelli perfettamente raccolti.
"Buongiorno Harry" mi disse lo zio, accogliendomi col solito sorrisone.
Ricambiai il sorriso, passandomi una mano tra i ricci, e mi sedetti a tavola.
"Buongiorno" farfugliai, senza staccare lo sguardo da Meg.
Lei se ne accorse e, dopo aver chiuso il frigorifero, alzò gli occhi al cielo e si sedette il più lontano possibile da me.
Mi venne da ridere, ma cercai di controllarmi.
"Allora, ragazzi, come sapete sto per andare a lavoro" annunciò lo zio James, "e farò tardi stasera. Perciò è inutile che ve lo dica, siete grandi, ma un avvertimento non fa mai male: comportatevi bene e cercate di non prendervi a botte."
"Questo non te lo posso promettere" intervenne Meghan, facendomi un occhiolino.
Risi, bagnandomi le labbra e guardandola con aria di sfida.
"Non c'è problema, zio James" risposi, "avevo in mente di invitare a casa un paio di amici, questa sera. Se per te non è un problema."
"No, certo che non lo è." rispose lui, gentilmente.
"Lo è per me!" sbraitò Meghan all'improvviso,"avevo intenzione di starmene in casa a guardare un film con Vicki, questa sera."
"Mi dispiace" alzai le spalle, divertito.
"No, Harry!" protestò lei, "devi rimandare."
"Non posso, dolcezza" curvai le labbra in un sorrisetto provocatorio per innervosirla ulteriormente, "ho già invitato tutti quanti, non sarebbe corretto tirarmi indietro all'ultimo momento."
"Papà?" sbuffò lei, sperando nell'intervento da pacifista del padre.
"Meg, non fare la bambina. Vi dividerete la casa."
"Facciamo così, tu e i tuoi stupidi amici ve ne starete nella tua stanza. Io e Vicki saremo in salotto. E non dovrà esserci nessuna comunicazione" puntualizzò, con la fronte corrugata.
Annuii, terminando di sorseggiare la mia aranciata.
"Affare fatto" concordai.

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Un amabile disastro sei tu.
FanfictionLei Meghan, lui Harry. Lei é stata adottata quindi non é proprio la cugina di sangue di Harry, figlio biologico della sorella di James, padre di Meg. Sono come degli sconosciuti, ma, sono troppo tutti uniti. Perché la famiglia é la famiglia. *"Ma è...