Capitolo 2

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<<Calida, svegliati>> le mani ruvide del signor Penser mi svegliarono; "dove sono?" pensai io. Scesi dalla macchina, notai che era mattina ed eravamo nel bel mezzo di una radura, poco più avanti c'era un cancello di metallo scuro e al di là di esso si intravendeva un edificio immenso e antico. Il preside si avviò verso l'entrata della scuola, io mi affrettai a seguirlo con il mio valigione pieno di libri e vestiti di ogni genere, d'altronde non sapevo neanche la meta quando l'avevo preparata, quindi avevo portato davvero di tutto. Penser era sotto il cancello e mi stava aspettando, esso da vicino sembrava gigantesco e anche un po' pauroso, notai che c'era un'iscrizione saldata che riportava scritto: "Accademia dei talenti" detto così sembrava un posto dove mettevano i geni. Le porte si aprirono quando il preside toccò la piastra che le univa, dopo di che continuai a seguire il silenzioso signore. Appena entrata, ero in un grazioso giardino con un vialetto di ghiaia che lo tagliava a metà, nello spazio verde erano presenti alberelli e cespugli, qua e là c'erano panchine e fontanelle, sembrava molto tranquillo come posto. Al centro di tutto questo, c'era l'enorme scuola, era in stile gotico, molto antico e raffinato, la facciata dell'edificio era ricoperta di edera che nascondeva alcune finestre e i mattoni, l'entrata era un portone in legno con molti chiavistelli, il signor Penser lo aprì.  <<Benvenuta nella mia scuola signorina Calligan, spero che si troverà bene, tra poco le manderò una nostra studentessa che le spiegherà le regole e le mostrerà l'edificio>> <<Grazie signore>> risposi, ma lui era già andato su per una scalinata. Io restai impalata, non sapevo cosa fare; mi trovavo davanti ad una scala che si divideva in due creando così un bivio; al piano terra potevo vedere che a destra c'era un salotto con poltrone e un grande focolare acceso, mi ricordò molto quello da cui avevo preso le braci il giorno prima; a sinistra c'era una grande porta in legno scuro con intagliato sopra la scritta "BIBLIOTECA". <<Ciao! Io sono Malia, il preside mi ha detto che ti devo spiegare un po' di cose su questa scuola e poi posso portarti a fare il tour>> era una ragazza sorridente, aveva i capelli castani e mossi che le arrivavano circa alle spalle, aveva un viso magro e con dei bei lineamenti, gli occhi erano azzurri, davvero molto belli. <<Ciao, io sono Calida>> Malia mi fece sedere su una poltrona nel salotto che avevo visto prima, lei mi guardò dritto negli occhi e si fece seria."Ma perchè in questa scuola tutti mi fissano negli occhi? Non è che mi fa il lavaggio del cervello come il preside?" pensai. <<Ho molte notizie sconcertarti da dirti>> ok, mi stavo preoccupando, la guardai un po' di sbieco e la incitai a parlare. <<Per cominciare ti racconto la storia di questa scuola e dei suoi studenti. Qui ci sono persone con poteri magici, nessuno sa bene come, ma qualche volta nascono neonati capaci di controllare gli elementi, tutti i poteri sono diversi fra loro e si manifestano circa all'età di quindici o sedici anni. Il nostro preside ha deciso di creare questa scuola per proteggere noi e gli umani. Impariamo a combattere e a controllore il nostro potere. Da quanto mi ha raccontato il preside, tu hai un certo legame con il fuoco, con dei test riusciremo a capire meglio le caratterisiche del tuo potere, ma una cosa alla volta. Ora puoi farmi tutte le domande che vuoi e poi ti mostrerò il resto della scuola. >> Avevo letteralmente la bocca spalancata e non riuscivo più a chiuderla, io avevo passato la vita a leggere libri fantasy dove al protagonista succedeva qualcosa di inspiegabile e automaticamente la sua vita cambiava, diventando piena di avventure e pericoli. "E' successo anche a me? E' tutto un sogno? Se è così per favore fatemi svegliare subito, non voglio crederci troppo per poi essere delusa" pensai. Mi diedi un pizzicotto sulla mano fino a farmi sbiancare la pelle, sì, sembrava reale, provai a parlare ma uscì solo un grugnito, riprovai <<mi puoi provare che è tutto reale?>> Malia aprì la mano e fece uscire una grande bolla d'acqua, io allungai la mano per toccarla, ma appena la sfiorai evaporò. <<E' più difficile e stancante creare, per esempio, nel mio caso, l'acqua dal niente, i nostri poteri fanno parte della natura non possiamo piegarli troppo al nostro volere. Però se l'acqua è già presente nel luogo, riesco a controllarla molto facilmente.>> disse con orgoglio  <<Come possono essere tutti diversi i poteri? Alla fine gli elementi non sono tanti...>> chiesi <<Beh non è vero, prendendo l'acqua ci sono tantissime variazioni, per esempio acqua dolce, salata, di fiume ecc. Io posso controllare l'acqua fredda, è molto bello perchè non ho molte limitazioni, invece chi può controllare solo acqua di fiume è scomodo perchè deve trovare un fiume per esercitare il proprio potere>> non vedevo l'ora di scoprire le caratteristiche del mio potere, ma prima dovevo fare un altra domanda che mi assillava dall'incontro del signor Penser  <<Ieri sera il preside mi ha fatto delle domande e non sono riuscita a mentirgli, com'è possibile, l'ipnosi non è un elemento...>> Malia sorrise divertita << Il preside ha il potere della terra, riesce a parlare con gli animali e può trasmettere la pace della natura alle persone, quando si è sotto questo effetto sei talmente tranquilli e rilassati che non si riesce a mentire, con un po' di allenamento riuscirai a non cedere a questo potere>>. Le domande erano finite, ora ero curiosa di vedere il resto della scuola, la ragazza capì la mia impazienza e si affrettò a condurmi sulle scale, arrivate al bivio, andammo a destra. Vidi un lungo corridoio pieno di aule, c'era l'aula di botanica, dove, Malia mi spiegò, si imparavano a creare intrugli curativi, veleni e molto altro, c'era l'aula di storia, di matematica, astronimia dove si studiavano materie normali, poi c'era l'aula dei mostri dove ci insegnavano le varie creature esistenti e i loro punti deboli, quest aula mi ispirava davvero tanto, infine c'era aula delle armi dove studiavamo l'efficacia di una tale arma, quando usarla e altre cose fantastiche. La guida mi portò anche a visitare la sala da pranzo, l'infermeria, la biblioteca e i dormitori, che erano divisi in maschi e femmine, mi disse che mi avrebbe portato alla fine del tour nella mia stanza. L'interno della scuola l'avevamo visto quasi tutto, ora toccava all'esterno. Uscimmo da una porticina che ci portò in un grande prato molto attrezzato, c'erano strumenti per i combattimenti ovunque, come centri per il tiro con l'arco, sacchi da box, pesi, ring e moltissime altre cose che non saprei neanche come descrivere o chiamare. Una cosa strabiliante che trovai, furono i campi di allenamento per i poteri, c'era un intero lago con acqua dolce, un altro con acqua salata, molti fiumiciattoli qua e là, cascate, lagune, paludi, laghi ghiacciati, neve... Poi c'era il reparto della terra dove c'era un bosco eterno con posti fangosi, altri aridi, piante di tutti i luoghi immaginabili e parecchi animali liberi. Poi c'era il reparto per il fuoco, ovviamente il mio preferito, c'era un sacco di fumo, vapore, pareti e cerchi infuocati, c'era pure della lava, c'erano anche tentissime fiamme di diversi colori credo per la diversa temperatura. Infine c'era il reparto dell'aria, era sospeso nel cielo, c'erano cerchi, ostacoli, tubi che facevano uscire aria calda o gelida. Il questo parco immenso erano presenti centinaia di studenti tutti che esercitavano poteri diversi. <<Come fanno ad esserci così tanti habitat in un solo posto? Per esempio la neve non si scioglie con vicino il fuoco?>>
<< Sono gli studenti che fanno restare in vita questo posto, ovviamente quando smettono di allenarsi si rovina un po' tutto e la neve, nel tuo esempio, si scioglie, ma il giorno dopo ci mettono poco a ricreare tutto>> Malia aspettò che mi godessi il panorama mozzafiato per qualche minuto, per poi ripartire. Io mi accorsi di un giovane che precipitava dal cielo, stava cadendo ad una velocità impressionante, si sarebbe schiantato sicuramente e nessuno pareva essersi accorto dell'accaduto, <<Malia! Quel ragazzo sta precipitando!>> urlai. Il ragazzo mi sentì e girò la testa verso di me, non sembrava spaventato, anzi mi guardò dritto negli occhi con aria di sfida e a meno di un metro dal terreno spinse avanti le mani con i palmi aperti e, come se potesse spingere l'aria, fece inchiodare la sua caduta atterrando in piedi molto tranquillamente come se fosse una cosa da tutti i giorni. Il giovane ci raggiunse con le mani nelle tasche. <<Calida, ti presento Abele, lui riesce a controllare l'aria calda e tiepida, è noto per far prendere un accidente ai nuovi arrivati>> disse Malia alzando gli occhi al cielo, ma non riusciva nascondere il proprio divertimento. <<Ma salve, chi è la nuova matricola?>> era alto, i capelli erano neri come la cenere, gli occhi azzurrissimi, la carnagione abbronzata, aveva dei bei lineamenti, un fisico slanciato e muscoloso. <<Sono Calida>>
<<Piacere, di che elemento sei?>> <<fuoco>>
<<oh, a noi piacciono quelli del fuoco, i nostri elementi si alimentano a vicenda! Ci si vede in giro!>> detto ciò fece una piccola corsetta per poi spiccare di nuovo il volo con un sorriso beffardo sul volto. Noi invece proseguimmo il tour. Malia mi portò a vedere altri giardinetti dove molti studenti studiavano o facevano piknik, infine toccò andare a visitare la mia camera. Era davvero bella e accogliente, c'era un letto con un una coperta rossa, c'erano molte mensole messe un po' in disordine ma con stile, dal soffitto pendevano dei vasi con alcuni fiori tra qui orchidee, le mie piante preferite, il pavimento era di legno scuro, c'era anche un tappeto circolare giallo con ricamato dei disegnini come fiamme, la stanza era molto luminosa perchè c'era un gran finestrone con una piccola panchina a fianco, un posto davvero delizioso per leggere, in un angolo era presente anche un bagno. Malia mi lasciò sistemare e mi disse il numero della sua stanza in caso avessi avuto bisogno di lei. Notai in quel momento che nella camera c'era come un atrio dove c'era un' altra cameretta, era molto simile alla mia solo che era molto più marrone, quindi dedussi che avevo una conquilina. Svuotai la valigia e sistemai tutto nell'armadio nel giro di mezz'ora, soddisfatta del mio lavoro, mi sdraiai sul letto. Verso le dodici e mezzo entrò in camera una ragazza, aveva i capelli biondi e lunghi, gli occhi erano marroni, aveva le lentiggini, di statura era minuta e magra, era vestita di verde, sembrava un folletto. <<Ciao sono Calida, tu chi sei?>> lei non si era accorta di me e sobbalzò a sentirmi. <<Oh, ciao io mi chiamo Gaia e sono dell'elemento della terra, tu scommetto dai capelli che sei del fuoco. Che bello finalmente ho una compagna di stanza! E' da circa un mese che sono qui e ho sempre dovuto dormire da sola, che noia>> aveva una voce acuta e mi dava l'impressione di essere una persona molto iperattiva e agitata. <<Io sono arrivata oggi e non so bene come funziona qui...>> <<Si ho notato visto che sei in ritardo per il pranzo, ma tranquilla queste cose puoi permettertele i primi giorni, io invece no quindi devo correre! Vieni?>> se non fosse stato per Gaia, mi sarei già persa. Arrivammo in mensa più di mezz'ora in ritardo e c'era tutta la scuola che ci fissava. Intravisi Malia e Abele in un tavolo, li raggiunsi con la coinquilina dietro. <<Ma ciao Cali>> mi salutò Abele, nessuno mi aveva mai chiamata così, però mi sembrò davvero carino. <<Ciao>> risposi, Malia aveva la bocca piena e ci fece un cenno con la mano. Il ragazzo ci stava guardando e chiese <<chi ci hai portato?>>
<<mi chiamo Gaia e sono nella stessa camera di Calida>> lo disse in modo veloce, era molto imbarazzata.
<<Allora Cali, cos'hai combinato per farti notare dal nostro simpatico preside?>>
<<il signor Penser detesta Abele perché lo fa sempre impazzire>> raccontò Malia ridendo.
<<Ho fatto prendere fuoco al mio vecchio istituto e alla sera mi sono ritrovata il preside a casa>> <<wow grande! Io invece ho sparato fuori di casa mia zia con un onda d'aria, è successo quasi un anno fa>>
<<Io ho allagato la la vecchia scuola circa quattro mesi fa>> era bello sentire le storie, mi facevano sentire meno pazza. <<Tu Abele sei qui da tanto... quanti anni avete? Io quindici>> chiesi io
<<io sedici>> disse il ragazzo <<Anche io sedici>> aggiunse Malia
<<io quindici>> disse la biondina. Chiacchierammo per tutto il pranzo, poi Gaia andò a lezione, Abele ad allenarsi, Malia decise di accompagnarmi a prendere i libri e la divisa scolastica. <<Allora come ti sembra qui?>> 
<<è davvero bello, non avrei mai pensato di trovare un posto così>>
Ci trovavamo in biblioteca, dove mi diedero molti vecchi libri, l'orario e alcuni accessori. Ci avviammo verso la segreteria dove mi diedero la divisa e dei vestiti ignifughi per gli allenamenti. Infine, salutai la compagna che doveva andare ad allenarsi e io tornai in camera. Lì provai i nuovi vestiti, notai che i colori erano diversi da quelli di Gaia e Malia le loro erano blu e verdi, la mia era rossa, probabilmente dipendeva dell'elemento di cui appartenevamo. Misi le calze che arrivavano al ginocchio, poi la gonna che era corta, abbastanza attillata ed era rossa a scacchi, sopra indossai una camicia bianca con la cravatta rossa e arancione, infine misi lo smoking nero, mi feci una treccia con i miei capelli rossi ondulati, mi truccai leggermente. Mi specchiai, dovevo ammettere che mi stava molto bene quella divisa, faceva risaltare il mio corpo snello ed atletico.
Per il resto del pomeriggio girai la scuola, lessi l'orario e sfogliai i libri scolastici, poi riposai un po' fino all'arrivo di Gaia. <<Cali tu mi hai cambiato la vita! Come fai a conoscere Abele? Oddio ci ho mangiato insieme veramente? E gli ho parlato?>> mi misi a ridere, era davvero buffa quella ragazza. Per molto stetti ad ascoltare la nuova amica parlare della sua cotta per Abele. Dopo cena mi addormentai subito, ero davvero stanca e l'indomani avrei iniziato i test per scoprire le caratterisiche del mio potere.

IL FUOCO DI CALIDAWhere stories live. Discover now