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Mary aveva i capelli scompigliati e il fiatone. Probabilmente aveva corso per arrivare in ospedale. "John!" Esclamò per poi avvicinarsi velocemente al suo futuro marito e abbracciarlo scoppiando a piangere. "Oddio John... Sherlock mi ha detto che avevi avuto un incidente, ma non sapevo quanto grave... non sai come mi sono preoccupata!" Disse tra un singhiozzo e l'altro. Poi alzò la testa verso il consulente investigativo "Dimmi che non è successo durante una delle vostre indagini" Domandò con sguardo duro, come se volesse far capire a Sherlock che se era così allora era solo e soltanto colpa sua che lo aveva trascinato nel mezzo di un caso pericoloso. "Mary, stai tranquilla, sto bene... niente caso, solo una macchina che è andata fuori controllo" spiegò John riportando lo sguardo di Mary su di sé. La donna lo guardò dolcemente prima di sedersi sulla sedia dove si trovava prima Sherlock. John e Mary si misero a parlare animatamente mentre il consulente investigativo rimaneva da parte. "Cosa ci faccio quì?" Si chiese ad un tratto. John non aveva bisogno di lui, aveva già Mary. Si staccò dal muro dove si era poggiato e, senza fare rumore uscì dalla porta, che richiuse alle spalle. Doveva assolutamente chiarire quella cosa con il suo amico. Cercò di non pensarci, ma era più forte di lui. Infastidito si mise a camminare per il corridoio dell'ospedale fino all'uscita. Doveva rimanere? Doveva stare con John? O doveva andarsene per lasciare John con Mary? Cancellando dalla sua testa tutte queste domande, Sherlock aprì la porta di scatto e uscì. Venne investito da un ondata di aria fredda e si strinse maggiormente nel suo cappotto, alzando il bavero. Guardandosi intorno intravide un taxi. Salì e si rimise a pensare. Era inevitabile, la sua mente era fatta per pensare, per elaborare pensieri intricati, per osservare cose che gli altri non vedevano. "221B Baker Street" disse al tassista. Sempre più infastidito, Sherlock decise di prendere tutti questi pensieri e rinchiuderli in una stanza del suo Palazzo Mentale. La cosa sembrò funzionare per tutto il viaggio in taxi, ma quando aprì la porta del 221B la porta cedette e la sua mente venne di nuovo invasa da domande e preoccupazioni. Salì i gradini e richiuse la porta alle sue spalle. Si guardò intorno. Vuoto. Ecco quello che c'era in quella stanza. Ecco come si sentiva. Semplicemente vuoto.
***
John guardò Sherlock uscire. Perchè era uscito? Non voleva stare con lui? Era troppo imbarazzato dall' incidente che era accaduto a Baker Street? Mary intanto continuava a parlare e parlare. "Scusa Mary, mi sento un po' stanco e vorrei riposare" disse John ad un tratto. "Oh, si certo" disse Mary rimanendo in silenzio "Allora... io vado fuori ok?" Chiese osservando John attentamente. Lui fece segno di si con la testa e la donna uscì. Perchè? La prima domanda che affiorò nella testa di John fu questa. Perché? Perchè era scappato a Baker Street? Perchè? Perché aveva paura, si rispose da solo. Sì, ma perchè aveva paura, lui era John e quello che aveva avuto di fronte era Sherlock. Non c'era da avere paura. Allora perchè era scappato? Perchè non voleva parlare con Sherlock di quello che era accaduto? Perchè, sì, John lo sapeva che il consulente investigativo voleva parlare di quello. Non aveva la mente brillante di Sherlock ma non era affatto stupido. John aveva la mente tremendamente confusa e il dolore per la botta che aveva dato non migliorava affatto la situazione. Lui amava Mary... ma anche Sherlock. Voleva sposarsi con Mary... ma voleva rimanere con Sherlock. "Ma che diavolo! Perchè deve essere così difficile" si lamentò stropicciandosi con il braccio buono gli occhi. Chiuse gli occhi e cercò di dormire ma un immagine terrificante glieli fece riaprire. Era da quando Sherlock si era... si era... buttato che aveva gli incubi. Anche se era tornato non riusciva comunque a levarsi quell'immagine dalla testa. Richiuse gli occhi. Sherlock che si buttava, cadeva sul marciapiede, il sangue, lui che urlava. Il consulente investigativo aveva gli occhi spalancati che fissavano il vuoto e i capelli appiccicati sporchi. Niente polso. Era morto. Morto. John riaprì gli occhi con il fiatone. Si era assopito. Dandosi dell'idiota per aver pensato solo per un attimo che tutto quello era reale cercò di alzare il busto per mettersi seduto. Sherlock era vivo e vegeto. Era sempre un idiota, però almeno era vivo. I due anni in cui si era finto morto erano stati terribili, il consulente investigativo non poteva neanche minimamente immaginare quello che aveva provato John, quello che aveva fatto per superare il dolore, la voglia di smettere anche lui di vivere e le domande che si era posto. Perchè si era buttato? Perchè lo aveva fatto? Perchè non glielo aveva detto? Adesso però non era il momento di pensare al passato, perchè al momento il presente era più incasinato e pieno di problemi di quanto non lo fosse il passato. John doveva assolutamente parlare con Sherlock. Si guardò intorno e vide il suo telefono appoggiato sul comodino.
Dobbiamo parlare. JW
Digitò velocemente per poi chiudere gli occhi e riposare il telefono. Ad un certo punto il cellulare vibrò. John lo prese in mano esitante e lo accese. Non era Sherlock
John stai bene? Sherlock mi ha detto dell'incidente, mi dispiace ma non posso proprio venire a trovarti, ho una montagna di lavoro. GL
Era Greg. Greg Lestrade era il detective di Scotland Yard con cui di solito collaborava Sherlock. Lui e John erano diventati molto amici negli ultimi due anni, praticamente da quando Sherlock si era buttato. Il detective Lestrade era anche amico del consulente investigativo, anche se quest'ultimo non riusciva proprio a memorizzare il suo nome. Lo chiamava da Gavin a Grahm, ma mai Greg. La cosa fece sorridere John, che digitò la risposta.
Tutto bene Greg, grazie. Stai tranquillo, non fa niente se non puoi venire. Buon lavoro. JW
John inviò e rimase con il telefono in mano. Un altra vibrazione scosse il cellulare. Pensando fosse la risposta di Lestrade, John lo accese e guardò il messaggio. Il suo cuore saltò un battito. Era Sherlock
Arrivo. SH

Le emozioni sono complicate Where stories live. Discover now