𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟗.

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ANNO 850.
ISOLA DI PARADIS: DISTRETTO DI TROST.

ISOLA DI PARADIS: DISTRETTO DI TROST

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Levi e Celeya, insieme al Comandante Pyxis, andarono a far visita a Erwin in ospedale non appena quest'ultimo riprese conoscenza

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Levi e Celeya, insieme al Comandante Pyxis, andarono a far visita a Erwin in ospedale non appena quest'ultimo riprese conoscenza. Stavano parlando degli ultimi avvenimenti, per mettere al corrente anche il Comandante della Guarnigione, quando ad un tratto Hanji, accompagnata da Connie, bussò alla porta, chiedendo il permesso di poter entrare, permesso concessole da parte del Capitano.

«Sono qui a fare rapporto sulle ricerche effettuate. Lui è...» disse Hanji.
«Connie Springer, centoquattresimo gruppo del Corpo di Ricerca!» salutò il ragazzo.
«È lui quello che viene dal villaggio di Ragako. Gli ho chiesto di stare con la mia squadra perché sapevo che era a conoscenza dell'accaduto.» spiegò la scienziata.
«Connie.» lo chiamò Levi. «Hai fatto un ottimo lavoro.»
«...grazie.» rispose lui, sconsolato.

Le ricerche a cui fece riferimento Hanji erano riguardo la provenienza dei giganti all'interno del Wall Rose. Riuscì a stabilire che fossero apparsi dal villaggio natale di Connie, Ragako.

«C'è un'ipotesi che vorrei spiegarvi...» cominciò Hanji. «Vedete, tutte le case del villaggio sembravano distrutte, come se qualcosa al loro interno fosse esploso. Tuttavia, nonostante tutti quei segni di devastazione, non abbiamo trovato neanche una goccia di sangue. Inoltre, fino a questo momento, non siamo ancoda riusciti a rinvenire nemmeno un abitante del villaggio, e poi... il numero dei giganti apparsi e uccisi all'interno delle mura... è lo stesso degli abitanti di Ragako.»

Celeya sgranò gli occhi, puntando lo sguardo sul viso di Connie: era teso come la corda di un violino.

«C'è un'altissima probabilità... che la vera identità dei giganti apparsi questa volta sia proprio quella degli abitanti del villaggio.»
«Cosa... ma come...?» balbettò Celeya, incredula.
«In altre parole quei giganti... erano esseri umani.» fece Erwin.
«Non abbiamo prove per affermare che tutti i giganti lo siano... però, se così fosse, allora si potrebbe spiegare il motivo per cui la collottola è il loro punto debole. E questo ci farebbe capire anche perché, nonostante le diverse dimensioni, il loro punto debole sia uguale.» teorizzò Hanji. «"L'area che parte dalla nuca e va giù per un metro di lunghezza e dieci centimetri di larghezza"... se pensiamo all'anatomia del corpo umano, quel punto corrisponde perfettamente alla zona che va dal cervello al midollo spinale. Tagliando quella parte, la rigenerazione non potrebbe avvenire e il gigante perderebbe tutte le sue funzioni, questo perché esso è sicuramente un organo indipendente che fa parte della struttura del gigante.»
«Oh... questo sì che... è assurdo.» mormorò Celeya, appoggiata con la schiena al muro, accanto a Levi.
«Hai preso quei giganti vivi e li hai ammazzati a forza di tagliuzzargli la collottola... hai detto di non aver trovato niente, no?» fece Levi.
«Sì... non c'era niente che somigliasse a un organo umano trasformato.» rispose Hanji. «Tuttavia, non era neanche possibile che il cervello umano potesse essere all'interno di quella collottola che si richiudeva subito dopo averla aperta. Comunque, "nell'area vulnerabile" c'era qualcosa... forse aveva mutato la sua forma e non la riuscivo a vedere, ma sicuramente c'era...»
«Non riesco a capire di che parli, quattr'occhi.»
«Ah, hai ragione, scusa...»
«Io credo di aver capito, in parte... fatto sta che-» provò a prendere parola Celeya, ma venne interrotta dal compagno.
«Fatto sta che... tutta quella carne che fino a questo momento ho fatto a pezzettini rischiando la mia vita, in realtà è carne umana... e finora ho ucciso altri uomini... è questo ciò che vuoi dire?» domandò.
«Come ti ho già detto, non abbiamo prove sicure.»

𝐎𝐓𝐇𝐄𝐑𝐖𝐎𝐑𝐋𝐃𝐋𝐘 ❛ 𝗹. 𝗮𝗰𝗸𝗲𝗿𝗺𝗮𝗻 ❜Where stories live. Discover now