27. te la dedicherebbe

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Salgo passo dopo passo la scalinata che da piazza del Popolo porta alla terrazza del Pincio, maledicendo Adriano per aver scelto un posto così scomodo. Il Pincio è sicuramente uno dei luoghi più belli e suggestivi di Roma, ma la sua bellezza è equivalente alla fatica che si impiega per raggiungerlo. Non appena giungo alla sommità della scalinata faccio il mio ingresso nel parco di Villa Borghese, che per visitarlo tutto a piedi non basterebbe una giornata intera, data la sua immensità. 

La figura alta del migliore amico di Niccolò mi saluta da lontano con la mano sorridendo come sempre, è incappucciato fino all'età orecchie dato il freddo pungente di Roma in questo periodo dell'anno.

«Ciao Adriano, volevi vedermi?» sussurro flebilmente stringendomi nel cappotto invernale che indosso.

Cerco di mantenere un tono abbastanza distaccato, nonostante Adriano sia una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto.     Sto cercando piano piano di allentare tutto ciò che mi ricorda Niccolò, ma è più complicato di quanto pensassi.

«Ciao Chiarè. Si, ti va se andiamo a sederci più in là?» domanda indicando con un cenno del capo una delle panchine libere di fianco alla terrazza; senza dire niente annuisco, seguendolo sul terreno ricoperto di sassolini che fanno rumore al nostro passaggio.

«È molto bella Roma, soprattutto sotto le feste di Natale...» inizia lui con tono sognante rivolto all'orizzonte, ma immediatamente lo fermo.

«Adriano so che non sei qua per dirmi quanto è bella Roma, quindi adesso sbrigati a dire ciò per cui mi hai chiamato» il mio tono può sembrare schietto e scontroso, ma la verità è che non ce l'ho con Adriano, né con nessun altro al mondo, ma solamente con me per essermi fatta sfuggire una delle poche cose belle della mia vita. È questa cosa mi sta uccidendo, giorno dopo giorno.

«Hai ragione, non sono qua per parlare di Roma anche perché penso che tu lo sappia da sola quanto sia bella» prende un grande respiro, ridacchiando. «Sono qui per parlarti di Niccolò» sospiro, avendolo già capito dal messaggio che mi aveva mandato ieri.

«Ti prego però, facciamo in fretta...questa storia mi sta facendo solamente soffrire» dico, questa situazione oltre che strana è veramente stancante. Quando abbiamo deciso di chiudere definitivamente quella specie di rapporto che si era creato tra noi all'improvviso sono arrivati tutti in nostro soccorso, senza che nessuno glielo chiedesse.

«Lo so, ed anche se non mi crederai ti posso assicurare che per Niccolò è lo stesso» sospira, consapevole del fatto che non gli darò ascolto.

Infatti sbatto gli occhi.

«Non prendiamoci in giro, Adriano. So benissimo che Niccolò ti ha raccontato tutto, come puoi venire a dirmi che sta soffrendo quando è stato lui a voler chiudere qualsiasi cosa c'era tra noi ?» domando retoricamente con un tono incredulo, stupita dal fatto di come Adriano lo difenda nonostante sappia tutto ciò che è successo, quando è stato lui a chiudere definitivamente con me.

«Perché è così, Chiara. Dopo quell'episodio pensa che tu non ti fidi di lui...»

«Ha cantato una canzone sul palco che riassumeva la nostra conversazione di qualche giorno prima, e poi lo trovo a parlare con un'altra! La stessa con cui lo vedo sempre, ovunque!» sbraito interrompendolo, forse un po' troppo ad alta voce dato che i due ragazzi seduti sulla panchina vicino a noi ci guardano un po' storti.

«Prima di parlare informati, cazzo! Eleonora è sua cugina, solo sua cugina!» dice urlando a sua volta ed il mio cuore perde un battito. Rimango senza parole, apro la bocca ma non esce alcun suono.

«Che...che significa sua cugina?» balbetto, formulando l'unica frase di senso compiuto che riesco a pronunciare.

«La figlia di sua zia, la sorella della madre» dice in tono ironico, facendomi irritare più di quanto io lo sia già.

dove il cielo si muove se lo guardi attentamenteWhere stories live. Discover now