XI

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- E anche oggi é andata, finalmente! - il  braccio di Mark mi scende pesante sulla spalla, facendomi quasi perdere l'equilibrio che recupero aggrappandomi al suo fianco morbido, testimone di troppo cibo spazzatura e alcol. - E se bypassassimo la ricerca e ci andassimo a rilassare lo stesso a casa tua, Mark? -

- No, ragazzi! Ho già preso un brutto voto la settimana scorsa, non é il caso di sfidare la fortuna e finire rimandata. Prima il dovere -

Annuisco in direzione di Pam, perchè io e lei siamo a un passo dalla famosa doppietta di brutti voti che ci aprirebbero le porte alla bocciatura. E questo è fuori questione. - Dai, prima iniziamo e prima finiamo - aggiungo svincolandomi dalla stretta di Mark che nel frattempo aveva pescato una sigaretta dalla tasca dei pantaloni.

- Ci vediamo da me tra una mezz'ora, va bene? - conclude Tom affiancandomi rigirandosi la chiave dell'auto tra le dita mentre cerca di spolverare con l'altra mano inesistenti granelli di polvere dalla leggera giacca, lasciata aperta sul davanti. Mi fa cenno di seguirlo,  facendola roteare nell'indice e sospirando mi incammino lanciando un'occhiata alle mie spalle, dove gli altri  ridacchiando puntano verso le altre auto.

Del gruppo, sono solo i ragazzi ad avere già la patente e non é un male. Contribuiamo alla benzina e abbiamo libertà totale di cazzeggiare quanto vogliamo.

-Allora, come va?- mi chiede una volta dentro la macchina. Osservo i suoi pollici accarezzare lenti i bordi del volante mentre le altre dita sono serrate attorno a quella gomma scura. Inclina il viso e trattiene entrambe le labbra tra i denti mentre mi guarda di sottecchi.

Ma é in soggezione?!

- Bene... ascolta, Tom- decido di tagliare la testa al toro e andare dritta al sodo, senza troppi giri di parole ad allungare la zuppa. - Mi spiace per quel che è successo tra noi durante gli ultimi giorni; mi dispiace averti trattato male e mi dispiace se ti ho dato false speranze, ma sai come la penso e sai che per me possiamo solo rimanere amici -

- Ashley, ascoltami per favore - dice sospirando e voltandosi verso me - io ti voglio bene e, nonostante sia stato uno stronzo con te, non voglio che un altro stronzo ti faccia quel che io ti ho fatto...-

Provo ad aprir bocca ma lui mi zittisce posandomi una mano calda sulla mia.

- Quei ragazzi, Ash... no. Ti farai male, dammi retta e...-

Gli poggio indice e medio contro le labbra zittendolo e mi avvicino, come se quel che ho da dire sia una sorta di segreto tra me e lui. - Sono ancora vergine. Non é successo nulla, con nessuno di loro e sì, voglio ancora che sia speciale e lo sarà e... - sorrido facendo una piccola pausa - saprò...-

E in un attimo mi ritrovo la sua bocca contro la mia, vorace, che reclama quel tanto agognato contatto che per mesi gli ho negato;  se però fino a qualche tempo prima la sua vicinanza e i suoi baci creavano una strana dipendenza in me, un bisogno crescente di intimità fatta di coccole e parole dolci, in questo preciso istante tutto mi par distante e freddo. Almeno da parte mia.

Seppure riconosco il suo sapore e la consistenza di quelle labbra contro le mie, qualcosa in me grida e vuole altro. E così i suoi capelli castani corti diventano neri e scalati fin sulle spalle e l'azzurro dei suoi occhi vira in un particolare verde non ben definito. Anche le labbra non sono giuste, troppo carnose e morbide per essere quelle che il mio corpo e la mia mente reclamano.

Non é Izzy.

Scosto il viso interrompendo il bacio.

- Dammi un'altra occasione - sussurra con la fronte contro la mia tempia e il respiro che mi solletica la guancia. - Ti ho deluso, ma ho capito che sei tu che voglio -

Scuoto la testa e mi allontano definitivamente da lui, che sospira come sconfitto. - É lui, vero? Izzy? - ride amaro e torna a stringere il volante guardando avanti il parcheggio della scuola ormai deserto.

- No... sì..., non lo so nemmeno io ma per favore, non voglio rovinare la nostra amicizia per sentimenti altalenanti. Per me tu sei importante. Sei stato il mio primo ragazzo e ti ho anche amato, prima che mi tradissi e tradissi la mia fiducia e, credimi, voglio che tu faccia parte della mia vita- deglutisco e faccio una pausa cercando un contatto con i suoi occhi - come amico. Non come ex geloso -

Volge lo sguardo corrucciato verso me e serra la mascella prendendo un profondo respiro.

- Puoi farlo?-

- Ci proverò, Ashley, anche se mi stai chiedendo di assistere inerme quando  ti calpestarà. Perché lo farà senza alcuna pietà. Non pensavo fossi cosi ingenua da poter perdere la testa per un ragazzo come quello -

Mi acciglio e un moto di rabbia mi monta dentro. Mi sta trattando come una stupida, una stupida ragazzina innamorata.

- Senti, primo lui non é il mio ragazzo, quindi non può calpestare proprio nessuno e secondo non sono affari tuoi chi voglio conoscere e sopratutto con chi voglio uscire. E ora, per favore, andiamo che gli altri ci attendono -

Si acciglia ma non ribatte e avvia il motore che con un ruggito prende vita, facendo vibrare la carrozzeria attorno a noi.

Il caldi raggi del sole stanno lentamente lasciando il posto alle prime chiare ombre del tramonto, e sulla volta celeste compare, seppur timida, Venere,  la stella del mattino. Stesa pancia in su sul materassino azzurro che galleggia calmo a pelo d'acqua, mi godo gli ultimi istanti di relax prima di mettere fine alla giornata e riprendere la strada di casa.

Con gli occhi chiusi, ascolto gli altri ridere e chiacchierare a qualche metro da me, mentre lo stereo sistemato su uno dei lettini trasmette vecchie  canzoni rock.

Sbadiglio e mi stiracchio prima di sfiorare l'acqua fresca con le punte dei polpastrelli. Come descrivere questo pomeriggio speso tra l'utile e il dilettevole in una parola? Memorabile.

- Hey bella addormentata, guarda qua!- Volto la testa e mi ritrovo davanti agli occhi un foglio stropicciato, la locandina di un concerto che si sarebbe tenuto da lì a poche ore in uno dei locali della Sunset. E lì riconosco subito. Sono loro. Una serie di brividi irradiano la spina dorsale e punto i gomiti contro la morbida plastica del materassino per sollevare appena il busto.

- I Guns al Troubadour?- domando mentre lo sguardo si ferma sulla figura di Izzy che emana un'aura di arrogante presunzione.

- Yes! Andiamo? -

Serro le labbra e corrugo la fronte, consapevole che potrei finire in guai seri se mai dovessi rincasare a notte fonda, di martedì oltretutto. Come minimo sarò in punizione per tutto il fine settimana, a eccezione della libera uscita per la scuola e la lezione di chitarra...

- Ma sì, andiamo! -

Un paio di occhi azzurri mi trafiggono, ferendomi con mille inespressi pensieri ma non mi interessa, non questa volta.

- Backstage - domandano le ragazze

- E Backstage sia -

Appetite For Destruction - Izzy. Gnr Novel - IN AGGIORNAMENTOWhere stories live. Discover now