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Katsuki's pov

Non riesco a spiegarmi il perché Deku non sia voluto venire.

Spero solo di non essere io il colpevole.
Non voglio che lui stia male per colpa mia, per questo sta sera volevo parlargli.

Appena tornerò a casa dal festival vorrei dichiararmi a lui, esprimere tutti i miei sentimenti, dirgli ciò che penso e ho sempre pensato.

Dirgli che lo amo.

Mina: dai ragazzi muovetevi I fuochi stanno per cominciare!

Seduti sul porto con i piedi a pochi centimetri di distanza dall'infinita distesa d'acqua. Noi tutti veniamo rapiti da un enorme luce.

Una luce che fa risplendere l'intero cielo illuminando qualsiasi cosa vi ci fosse al di sotto.

Fu in quel momento che lo vidi.

Sopra un promontorio non troppo distante dal nostro "angolo di paradiso" se non praticamente dietro.

Il ragazzo sta a sedere sulla barriera ammirando il cielo. Non so come ma il mio corpo inizia a correre verso di lui.

Sentivo le voci dei miei compagni urlarmi "dove stai andando?!" "Bakugou ma che è successo?".

Ma in questo momento l'unica voce che voglio sentire è lontana da me.

Il cuore inizia a battere più velocemente non solo per la sua vista ma per la corsa. Incampo su qualche sassolino, Mi scontro con le spalle di altre persone che mi intralciano.

Ma contino a correre e a correre.

Prego perché non faccia ciò che penso voglia fare.

Finalmente arrivo davanti a quel rilievo, corro più velocemente di prima. Arrivato la sopra lui è ancora lì. Incolume.

Izuku: ciao Kacchan. Come mai sei qui?

Io: D-deku-

Il respiro affannato per la corsa, mi inginocchio a terra dalla fatica.

Izuku: tutto ok? Sembra che tu abbia fatto una maratona haha.

La sua risata mi raffredda il corpo. Non è più il solito Deku di una volta.

Izuku: mi spiace non essermi univo a voi, ma avevo una cosa più importante da fare..

Io: una cosa più importante? cioè?

Le parole escono dalla mia bocca come parole intere, sembravano mattoni, mattoni sulla mia testa.

Izuku: adesso vedi.

Si alza da sedere sulla recinzione, ma non dalla parte giusta. Verso il mare, e scogli appuntiti pronti a trafiggerlo.

Urlo il suo nome, e lo prego di non farlo.

Se lui sarebbe morto, mi sarei ucciso anche io.

Ma le mie parole sembrano venir portate via da quella brezza marina che in un altro momento mi sarebbe sembrata dolce.

Izuku: grazie di tutto Kacchan,
e perdonami, se non ti ho saputo rendere felice, come avrei dovuto fare. Perdonami, se ti ho solo recato fastidio. Voglio che tu sappia che ti amerò per sempre, anche se il mio cuore smetterà di battere. Addio per sempre, Kacchan.

Dopo quel gesto, mi catapulto sulla recinzione per provare ad afferrarlo.

Un senso di vuoto prende piede dentro di me, il sangue sembra aver smesso di scorrere, il cuore è un come se non battesse più, ormai non ha un motivo per farlo.

Gli scogli e il sale del mare me lo hanno già portato via.

Non ricordo bene quella scena, dopo aver realizzato che in quel luogo ero ormai solo, vidi tutto nero, e un rumore familiare e tartassante mi martellava le orecchie.

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