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"Mi ha fatto bene" sibilo, avvertendo un nodo alla gola e le lacrime salirmi agli occhi. "Davvero, grazie James". Si mette comodo sul lato del guidatore, e voltandosi di tre quarti verso di me mi sorride. "Non puoi più dire che io e te siamo come estranei. In pochi sapevano dei tuoi genitori, giusto?" annuisco. Lui si stringe nelle spalle, avviando il motore. "Lo sapevano in pochi perché la mia lista degli amici è davvero ridotta. Praticamente ho solo Amber, che è anche una collega".

"Adesso ci siamo anche io e Fred. Potrai sempre contare su di noi, su di me". tiro su col naso, drizzando la schiena contro il sedile. "Mi mancano... Bridget e Robert. Erano davvero degli ottimi soldati".

"Lo so, Jules e devi capire che d'ora in poi sarà dura. Lo dico perché anche in questo caso penso di conoscerti abbastanza, e puoi essere forte e dura come una roccia ma quando tieni a qualcosa, e la ami con tutta te stessa, diventi la persona più vulnerabile al mondo. Sei incredibilmente dolce, un animo impavido e una tosta combattente. Questo non è il momento per buttarsi giù. Devi tirare avanti e dimostrare a tutti quanto vali..." mi asciugo la guancia, sorridendogli. "Credo di aver scoperto solo ora questo tuo lato mellifluo, signor Hall". Sogghigna, tenendo gli occhi sulla strada. Per un po' restiamo in silenzio, e ne approfitto per riprendere fiato, per raggruppare i pensieri e lasciare andare quelli negativi. "Jules..." lui mi richiama, e lo vedo deglutire come se avesse paura di parlare "...c'è quell'altra cosa che dovrei ancora dirti, di Las Vegas". Lo guardo, aspettando che continui. "Ho lavorato per conto di Williams. Era una cosa segreta, e mi ha chiesto di avvicinare un uomo che ogni anno soggiorna al Flamingo. Solo quando è arrivato il giorno in cui avrei dovuto incontrarlo, Seth mi ha spiegato chi era. Forse per avere la certezza che lo avrei ammazzato...".

"Chi era?" ingoia ancora la saliva, guardandomi con la coda dell'occhio. "Ha detto che c'entrava qualcosa con la morte dei tuoi, e dopo ha aggiunto un altro particolare riguardo ad una festa di addio al nubilato a cui hai partecipato...". Adesso sono io a mostrarmi turbata, e faccio fatica a respirare. "Lo avete ucciso?". James annuisce. "È vero? Quello che Seth mi ha detto... è vero che quel bastardo ti ha violentata?". Non gli rispondo. Torno con gli occhi verso il finestrino. "Come poteva Williams esserne a conoscenza? Io...".

"Non so se è stato sincero, vista e considerata la sua fama, ma mi ha parlato di alcuni documenti... prima di arruolarvi, era già informato su tutta la vostra vita. Sapeva dei tuoi genitori e di quel tipo. Lo ha cercato per tutti questi anni e voleva aiutarti ad eliminarlo. Non so perché lo abbia chiesto a me, alla fine. Nemmeno gli stavo simpatico". Mi porto una mano sulla bocca, premendo le palpebre. "Forse si fidava di più di te che di me" James, in risposta, scuote la testa svoltando piano verso sinistra. "Penso che abbia scelto me, perché non avevo – come dire – un rapporto con la vittima. Potevo ucciderlo senza remore, senza condizionamenti".

"Nemmeno io mi sarei fatta condizionare. Non mi sono mai lasciata travolgere dalle emozioni, sul lavoro". Torniamo nel parcheggio della chiesa e James accosta, sfilandosi la cintura. "L'ho fatto senza sapere la verità. L'ho fatto senza sapere se in realtà ha fatto davvero quello che Williams asserisce che abbia fatto".

𝐌𝐞𝐫𝐜𝐞𝐧𝐚𝐫𝐲 | 𝘚𝘦𝘣𝘢𝘴𝘵𝘪𝘢𝘯 𝘚𝘵𝘢𝘯Where stories live. Discover now