capitolo 30 tutto a puttane

332 13 3
                                    

La tempesta si è abbattuta ancora una volta su Villa Queen.
Kim non è mai stata così nervosa, muovendosi in continuazione come un animale in gabbia e urlando a chiunque osi dirle mezza parola.
La bravata di Gionata la davvero toccata, sentendo il suo fiato sul collo e soprattutto ripensando al suo sguardo sulle ragazze.
Se ciò non bastasse questa mattina è arrivata la maledetta lettera da parte di Stendhal con la data del loro pranzo e la clausola che è invitata solo lei, dettaglio che ha toccato anche i nervi di Carter facendo scoppiare il tutto nell'ennesimo litigio in meno di dodici ore.

Le ragazze sono rimaste per tutto il tempo in disparte, preoccupate per l'atmosfera pesante che si respira in casa.

"Simon aumenta la sicurezza.
Alex voglio un uomo su ogni ragazza ventiquattro ore su ventiquattro, quello che è successo ieri sera non deve più succedere."

No, Gionata non dovrà mai più avvicinarsi tanto alle ragazze o Kim giura su Dio di ucciderlo a mani nude.
In piedi nello studio fuma l'ennesima sigaretta, capendo di star esagerando dal respiro in affanno e la gola a bruciare per la nicotina, fregandosene.

"Voglio quel figlio di puttana fuori dalla città.
Nik e Jek, voglio sapere tutto, anche quante volte si tocca quella faccia da cazzo che si ritrova.
Muovetevi."

Urla sbattendo il pugno sul tavolo, guardando tutti con uno sguardo tra il terrore è l'inferno.
È passata da poco l'ora di pranzo, ma con lo stomaco chiuso l'unica cosa che ha toccato è un pezzo di pane grande quanto un morso.

"Kim, posso parlarti?"

Sara timida vicino alla porta, ha appena sussurrato con le mani dietro alla schiena come a nascondere qualcosa.
I ragazzi prima di eseguire gli ordini, decidono di fermarsi per capire cosa voglia la biondina.
Anche perché il suo viso non promette nulla di buono.

Kim le fa segno di avvicinarsi, per poi prendere in mano il piccolo pacchetto che la bionda nascondeva dietro alla schiena.

"Era tra i regali di ieri.
Non ce il nome."

Kim apre veloce il pacchetto, trovandoci dentro un proiettile e un bigliettino con scritto "Destinato a te mia dolce Sara ".

Non ha bisogno di sapere chi glielo ha lasciato, sa già chi è il mittente.

"Pezzo di merda."

Con rabbia afferra il pacchetto scaraventandolo contro il muro, dopodiché è il turno del posacenere e la sedia riducendo tutti a pezzi.
Sara di istinto fa qualche passo indietro, terrorizzata dall'immagine che ha davanti.
Non l'ha mai vista in queste condizioni.

"Ti prego calmati kim."

Sussurra innocente Sara illudendosi di averla tranquillizzata quando la vede fermarsi, ancora con il fiatone e gli occhi iniettati di sangue.

Jek fa subito un passo in avanti ma con un solo sguardo Kim gli intima di non muoversi, per poi tornare a guardare la sua amata Sara, la sua biondina, la stessa finita nel mirino di un bastardo.

"Forse non ti è chiaro Sara.
Su quel proiettile c'è il tuo nome cazzo.
IL TUO NOME.
Cosa pensi che vuol dire?
Pensi che ti basterà sorridere a quel figlio di puttana e lui ti risparmiera?"

Passa dal sussurro alle urla a una tale velocità da far tremare le vetrate della libreria.
Sara sussulta, con gli occhi lucidi e le mani sul petto, non capendo più chi è la donna che ha davanti.
Vedendo per la prima volta il demone di cui tanto parlano.

"Svegliati cazzo, apri quei cazzi di occhi e chiudi la bocca se non hai niente di sensato da dire."

Crudele le sputa in faccia rabbia, fino a farla scappare via in lacrime.
Ma kim non mostra pietà, ormai è fuori controllo succube di una rabbia che le toglie il respiro in gola.
Jek nega con delusione per poi seguire la sua ragazza mentre Carter e Alex si avvicinano cauti a Kim.

The Queen 3 (i nobili del bronx)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora