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Prima di aprire gli occhi, distendo le braccia stiracchiandole sulla testa. Mi metto a sedere, guardandomi intorno. In un primo momento non ricordo perché sono sul pavimento, ma in pochi secondi i frammenti della notte scorsa fanno capolino. Subito mi porto le dita all'estremità del naso, sentendomi martellare la testa per i troppi cicchetti di tequila. Con un lento slancio mi metto in piedi, recuperando i vestiti per buttarli in valigia. Mi faccio una doccia ed esco in corridoio, bussando alla porta di Nikolaj. Lui strabuzza gli occhi. "Ehi! Fatto le ore piccole?".

"Ho dormito troppo, sì. A che ora abbiamo l'aereo per il ritorno?". Guarda l'orologio che ha al polso. "Tra meno di due ore. Tu sei pronta?" annuisco, e dopo volgo lo sguardo verso la porta della stanza di Dimitri. "E gli altri?". "Penso siano già di sotto. Zaytsev si è alzato di buon'ora. Alle sei era già fuori". Serro le labbra, provando ad archiviare nei più profondi meandri della mia psiche ciò che è accaduto tra di noi. "Lo eri anche tu, se ti sei accorto della sua fuga".

"Mi ero svegliato per andarmi a fare una corsa intorno al palazzo, ma alla fine ci ho rinunciato". Entro nella sua stanza, aspettando che termini di riempire la sua valigia. "Saputo nulla?" Nikolaj mi interroga, guardandomi con la coda dell'occhio. "Riguardo a cosa?". "Del piccolo Ares. Durante la vostra bevuta di ieri sera, non ti ha raccontato nulla?".

"Cosa avrebbe dovuto raccontarmi?" lui fa spallucce. "Non lo so, qualche segreto di famiglia. Non mi convince quel tipo. Dice di non sapere niente di suo padre e al primo colpo ammazza uno dei criminali peggiori al mondo". "Se avesse saputo qualcosa, non si sarebbe fatto prendere a calci in culo da noi". "Giusto, specialmente da una donna come te..." alzo gli occhi al cielo. "...penso proprio che tu gli piaccia". Raddrizzo la schiena, fingendomi sorpresa. "Psss, perché pensi questo?".

"Da come ti guarda. Credimi, nemmeno io ti guardo in quel modo e ti ho già visto nuda". Soffoco una risata, rimettendomi in piedi. "Quello stronzo ha occhi solo per la piccola Marie. Non dovrai più preoccuparti di lui, Nik. Stasera sarà già sul volo per Bucarest. Non vorrà stare un altro giorno senza il suo amore" fingo di piagnucolare, emulandolo. Nikolaj ride. "E dopo saremo di nuovo solo io e te. Com'è lui come partner?". Lo aiuto con la valigia, andando verso la porta. "Credimi. Non è nulla in confronto a suo padre" quando la apro, me lo ritrovo in corridoio e sospetto che abbia ascoltato il mio commento. I nostri sguardi si incrociano per pochi secondi, il tanto che basta per dedurre che non ha dormito. Si è cambiato, ma nell'aria sento ancora puzza di alcool come se avesse consumato tequila anche a colazione. "Deimos!" Nikolaj lo richiama, restando sul ciglio della porta. "Sei pronto? Tra un'ora dobbiamo essere all'aeroporto". Lui annuisce. "Prendo la borsa e vi raggiungo di sotto". Sparisce nella sua stanza, lasciandomi sgomenta. "L'ho detto che è strano" commenta Nikolaj invitandomi a seguirlo nell'ascensore. Quindici minuti dopo, vedo Dimitri trascinarsi dietro la borsa sollevando la spalla come se pesasse di più del viaggio di andata. Si porta una mano nei capelli, la fronte madida di sudore. "Andiamo?" gli domanda Fitz. Lui non risponde. Supera le porte scorrevoli ed entra nel taxi, posando subito il gomito sul bracciolo per poter guardare fuori al finestrino. Io mi siedo tra di lui e Nikolaj, mentre Aleksej si accomoda sul sedile del passeggero accanto al tassista. Arriviamo all'aeroporto, e quando Nik e Fitz sono fuori dall'auto mi sporgo su Dimitri. "Che hai? Ti sei ripreso dalla sbronza di ieri sera?".

"Non ne voglio parlare" sbotta, aprendo lo sportello ed evitando il mio sguardo. Per fortuna, durante il volo è Nikolaj a sedersi accanto a me. Prova a fare comunella ma io ho la testa altrove, confusa, sfasata. "Svegliami quando saremo arrivati" gli dico, poggiando la testa al vetro dell'oblò. Mi addormento in pochi secondi, lasciando scivolare il rimorso. Sono ufficialmente una poco di buono che si è portata a letto un uomo già impegnato. Ho provato a mettere dei paletti. Gli ho detto che se ne sarebbe pentito e lui ha voluto ugualmente scaricare l'adrenalina. È così che l'ha chiamata. Perciò è questo. Adesso che si è scaricato, non ha intenzione di parlarmi di nuovo. Non me ne dovrebbe fregare. È quello che volevo anche io. Sono così, una ragazza da una botta e via, disgustata dai sentimenti e a quanto pare continuerò ad essere esattamente questa ragazza, fino alla fine dei miei giorni. Sbatto le palpebre, avvertendo una turbolenza sotto i piedi. La mano di Nikolaj è sulla mia. "Hai paura di volare?" gli domando, scherzandoci su. "Ho paura di morire". Oltre il suo sguardo atterrito, incrocio quello di Dimitri che siede nella fila centrale insieme a Fitz. La hostess gli si ferma accanto, e lui chiede qualcosa di forte da bere. Saranno solo le cinque del pomeriggio. Al recupero bagagli, si sforza di prendere la mia valigia per passarmela. Ciò nonostante, non mi rivolge la parola per tutta la sera finché Julius non ci richiama nel suo ufficio. "Ottimo lavoro, ragazzi. Siete un'ottima squadra..." fa il giro del tavolo, venendo verso di noi "...ma voglio soprattutto congratularmi con te, Dimitri" lo vedo forzare un sorriso. "Adesso ti riconosco. Sei nato per essere il degno erede di tuo padre, ed io sarò più che grato di accompagnarti in questa nuova esperienza però resto un uomo di parola. Il bersaglio è stato eliminato, aggiungerei con successo, e adesso ti permetto di tornartene a Bucarest. Hai una vita lì, dopotutto. Non ti ostacolerò ulteriormente". Dimitri mi guarda, con uno sguardo colmo di speranza, rimorso, e direi anche passione se penso a ciò che abbiamo fatto stanotte. È stato quasi esplosivo e non ne sono sorpresa. Sin dall'inizio sapevo che si sarebbe rivelato così audace, sanguigno. Ha troppe cose dentro di sé, che ha lasciato sepolte per evitare di soffrire. Mi è successa la stessa identica cosa, e solo la confraternita è riuscita ad aiutarmi a superare il lutto di mio padre. "Io non so se..." risponde, restando con gli occhi nei miei. Mr. J se ne accorge, quindi mi addita. "Concordi con me che Wolf è il partner perfetto?".

"È stata fondamentale" risponde, restando serio. "È il suo agente migliore, senza alcun dubbio" aggiunge, abbassando lo sguardo. "Ho bisogno di tempo... vi ringrazio per l'occasione e per avermi accolto, ma devo elaborare tutta la questione". Julius gli prende il viso tra le mani. "Prenditi tutto il tempo che vuoi, figliolo. Le porte della confraternita saranno sempre aperte per te". Dimitri indietreggia, uscendo dalla porta. Mr. J si avvicina a me, porgendomi la mano.

"Ben fatto, Hannah. Ho già intravisto qualcosa di diverso in lui". "Sì, è cambiato parecchio nelle ultime settimane" spiego, facendo un cenno con la testa. Appena ci congeda, salgo frettolosamente le scale per raggiungere la mia stanza, trovando quella di Dimitri vuota. È già andato via, senza un saluto, senza un biglietto. Mi butto di peso sul suo letto, reprimendo la rabbia. Vorrei urlare, gettare in aria oggetti ma mi trattengo. Da una parte è meglio così. Ci sarà d'aiuto questa pausa. Io non vedrò lui, lui non vedrà me e spero che anche i pensieri si mettano in pausa. Devo concentrarmi sul mio lavoro. 

𝙎𝙀𝙀𝙆 𝘼𝙉𝘿 𝘿𝙀𝙎𝙏𝙍𝙊𝙔 | 𝘑𝘢𝘳𝘦𝘥 𝘓𝘦𝘵𝘰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora