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T/n's pov

È raro che ostenti felicità.

Spesso il mio volto ospita un'aria annoiata; non amo regalare sorrisi di circostanza, ma stavolta sono bastate un paio di iridi profonde per farmi alzare gli angoli delle labbra in una curva perfetta, in grado di mettere in evidenza tutto il mio umore raggiante.

«Ancora non riesco a credere che siamo finalmente qui, insieme a te, Shota!»

Neanche io, mamma.
Neanche io.

Seduta su una sedia nella modesta cucina del mio nuovo patrigno, tengo i gomiti appoggiati sul bancone e le dita incrociate l'un l'altra, posando di poco il peso della testa sopra ad esse.
La mamma sembra assorta nel suo continuo chiacchiericcio insistente.
Se non fosse per il fatto che stia appiccicata al sensei, credo che ignorerei del tutto la sua presenza.

Shota, invece, se ne sta lì, in piedi, cercando di digerire la situazione.
Ma non c'è molto da capire: siamo una famiglia di ipocriti, bugiardi e peccatori che d'ora in poi vivrà sotto lo stesso tetto.
O almeno, fin quando a mia mamma non sarà passata la cotta temporanea.

«E così lei è Shota...» spezzo l'aria strana che galleggiava invisibile - ma letale - nell'atmosfera. «Devo dire che ha davvero un bel nome.»

Ma lui non sembra apprezzare il complimento e me lo fa capire subito con una delle sue occhiatacce brutali.

«È un nome qualunque.»

«Non è vero. Dillo pure tu, mamma!»

«Non ho intenzione di schierarmi in nessun team finché non finiremo di ordinare questo posto!»

Sbuffo. «Che paaaaalle! Non possiamo farlo più tardi???»

«No, signorinella. Prima finiamo, meglio è» si rimbocca le maniche.

Certo che è fissata con gli scatoloni!!
Che le cambia se lo facciamo dopo??

«Ma sono troppi!» seguito. «E io non voglio sprecare l'intera giornata a spostare scatoloni, sono stanca!»

«(t/n), non iniziare a-»

«Va tutto bene, Hina.» interviene Shota, posando una mano sulla spalla di mia madre. «Possiamo farcela da soli. Dopotutto, (t/n) è giovane. Mettere il piacere prima del dovere è una cosa influente tra...», pensa ad un termine adeguato, «ragazzini.»

Sorpresa, sbatto le ciglia.
Shota mi sta difendendo?
No... Sarebbe troppo presto.
Si vuole solo liberare di me, come i vecchi compagni di mia madre.
Ma, al contrario dei precedenti, lui ha delle motivazioni per tenermi lontano.
Eppure c'è una cosa che non hai ancora capito, sensei: non importa chi ha intorno, per Hina Serizawa la mia educazione è e sarà sempre la sua priorità, ecco perché ora lei dirà...

«Ma in tre facciamo prima! Inoltre non posso permettere che (t/n) non faccia niente, poi diventa un vizio!»

Bingo.

Impotente, Shota sospira, gettando per un breve istante i suoi occhi scuri nei miei che accolgo senza tirarmi indietro.

Sono così generosa che gli regalo pure un sorriso!

«Che c'è, tesoro? Va tutto bene?» si preoccupa Hina, accarezzando delicatamente la sua bella mascella.

«No, sono... Sono solo un po' stanco.» smette di guardarmi per tuffarsi nel colore ametista degli occhi di Hina.

«Ecco, lo sapevo! È da mesi che ti dico che lavori troppo! Hai bisogno di riposare!» lo sgrida teneramente mia madre, accarezzandogli i capelli corvini. Gli stessi in cui io ho fantasticato di insinuarci le dita per sentirne la morbidezza. «Vuoi che ti prepari un té?»

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 14, 2023 ⏰

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INCURABILE! // (Aizawa x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora