CAPITOLO 15

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 Lunedì, seduta alla centrale di polizia di Charleston, Gloriana era in preda al nervosismo mentre aspettava di essere interrogata sull'omicidio di suo padre.

"Per favore, dichiari nome, età e grado di parentela con il defunto, signorina Powell."

"Mi chiamo Gloriana Powell, ho venticinque anni e sono la figlia minore di Reagan Powell," disse lei, sorpresa che la sua voce fosse così ferma nonostante i nervi a pezzi.

"Dove si trovava la sera del trenta dicembre, quando suo padre è stato assassinato?" chiese il detective Monroe.

Come incaricato delle indagini sull'omicidio di suo padre, il le aveva spiegato che la sua dichiarazione sarebbe stata registrata e che lui le avrebbe rivolto domante dirette e pertinenti. Le aveva chiesto di rispondere con altrettanta concisione.

Ma Gloriana non si era aspettata che fosse così brusco. Udendo la parola 'assassinato' fu assalita da un moto di dolore quasi impossibile da arginare. A volte le era ancora difficile convincersi che se ne fosse andato, tanto meno che qualcuno gli avesse tolto la vita.

Un brivido gelido le percorse la schiena mentre rifletteva sul fatto che suo padre doveva aver conosciuto l'assassino e che, con molte probabilità, era stato lui stesso ad aprirgli la porta del suo ufficio. O era così, oppure quel maledetto aveva accesso ai codici del sistema di allarme e conosceva gli orari dei giri di ispezione della guardia.

Entrambe le possibilità la colmavano di un oscuro senso di terrore. L'assassino era forse una persona che lei conosceva?

"Ero alla libreria del centro commerciale di Charleston Place," rispose, strappandosi alle sue inquietanti speculazioni.

"Da che ora a che ora, signorina Powell?" chiese il detective.

"Sono arrivata intorno alle sei di sera e sono uscita soltanto all'ora di chiusura, alle nove."

Ricordava con esattezza quando se n'era andata perché lei e la direttrice della libreria erano uscite insieme per recarsi alle rispettive auto.

"C'è qualcuno che possa convalidare la sua versione?"

"Sì. Erano presenti la direttrice, Mona Peterson, e parecchi dei suoi impiegati."

Il detective riusciva a farla sentire come se gli stesse tacendo qualcosa, quando non aveva assolutamente niente da nascondere. Monroe annuì.

"Che cosa l'aveva condotta in libreria?"

Gloriana non aveva idea di che cosa c'entrasse con la cattura dell'assassino di suo padre, ma riteneva che fosse una procedura standard.

"Illustro libri per l'infanzia. Quella sera aiutavo ad organizzare una mostra dei miei lavori che durerà fino a sabato, quando l'autore del libro e io ci ritroveremo insieme per autografarne le copie."

Era stata in dubbio se cancellare l'impegno ma, come le aveva fatto notare Darion, a finire era stata la vita di suo padre. La sua doveva andare avanti.

"Conosce qualcuno, nella vita privata o in quella professionale, che possa aver minacciato suo padre o che avesse un motivo per ucciderlo?" chiese il detective, imperterrito.

"No. Mio padre non discuteva mai di affari con me e non conosco nessuno che volesse fargli del male."

"Cosa mi dice della sua famiglia?" insistette Monroe. "C'erano rapporti tesi o dissidi?"

"No, detective Monroe."

Lui fece una breve pausa.

"E cosa mi dice dell'amante e dei due figli a Greenville?"

TUTTO L'AMORE CHE HO (1 LIBRO  - LA SAGA DEI POWELL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora