CAPITOLO 3

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"Non vorrei diventarne schiava."

"Succede soltanto se la posta è più alta di quanto puoi permetterti, Electa."

"Me ne ricorderò, Haroon. Se mai finirò a Las Vegas."

La musica terminò. Lui la guardò attentamente. Sembrava accaldata e assetata. Tuttavia non voleva che quella conversazione finisse. Era stimolate. Divertente. E Haroon decise che tra lui ed Electa Powell l'incontro non era ancora finito. Il suo profumo inebriante, le loro dita che si toccavano, il modo in cui i loro corpi si erano sfiorati al ritmo della musica, tutto contribuiva a pervadergli i sensi.

"Fa caldo qui dentro" mormorò lei, lasciando finalmente andare la sua mano e facendosi vento. "Ho bisogno di bere."

"Fuori soffia una brezza fresca," fu pronto a suggerire Haroon, trasferendo la mano che le teneva in vita sotto il gomito.

Mentre attraversavano la pista, si appropriò di due bicchieri da un cameriere di passaggio prima di condurla fuori. Electa esitò sulla soglia. Haroon la condusse all'estremità in ombra della terrazza e, sotto il bagliore di una lampada da parete, le porse uno dei bicchieri, poi si appoggiò alla balaustra.

Lei sollevò il bicchiere per bere un sorso e il suo sguardo incrociò quello di lui al di sopra dell'orlo. Qualcosa, forse brama, lo attanagliò alla base dello stomaco. Haroon sollevò il bicchiere e assaggiò lo champagne.

Con la sua figura alta e snella, la pelle color magnolia, gli occhi scintillanti e la gloriosa cascata di capelli castano ramati, Electa Powell era una donna di una bellezza mozzafiato.

Qualunque uomo si sarebbe eccitato nel sentirsi al centro della sua attenzione. E Haroon scoprì, mortificato, di non fare eccezione. Ma il suo interesse andava ben oltre l'attrazione fisica tra loro due.

Sostenendo il suo sguardo, bevve lo champagne, assaporandone il gusto spumeggiante sulla lingua. Malgrado i milioni che aveva aggiunto al patrimonio degli Al-Yassin, suo nonno stava minacciando di buttarlo fuori dagli affari di famiglia se non si fosse sposato al più presto.

Fino a quel momento, Haroon aveva resistito... L'amore non era sulla sua agenda, non era mai stato. Ma lo scontro di volontà tra lui e il principe Tariq Imaad Al-Yassin si era ormai trasformato in guerra aperta.

Il matrimonio con la donna giusta era forse il minore di due mali. Il suggerimento non tanto scherzoso di Grant, secondo il quale Electa poteva essere la moglie perfetta, meritava di essere preso in seria considerazione.

E l'amore non sarebbe stato un problema... Uno sguardo ad Electa e quella vecchia volpe di suo nonno non avrebbe fatto altre domande. Quale uomo sano di mente si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione di sposare una creatura così stupenda? Che fosse poi una dei Powell di Charleston non faceva che rendere ancora più allettante la prospettiva.

Ma prima Haroon avrebbe dovuto far accettare l'idea ad Electa, la quale non aveva nessun motivo per acconsentire ad aiutarlo. Tranne per affari...

"Dunque, ti piacerebbe andare a Las Vegas per giocare?" le chiese.

"Forse."

Haroon avvertì il sorriso nella sua voce. Lo stava stuzzicando? Non riusciva a interpretare la sua espressione.

"Davvero non ci sei mai stata?"

"Solo una volta, da bambina. Ma non ricordo niente, perciò non conta."

"È una mancanza alla quale è facile rimediare, ma non dovresti andarci da sola."

"Ho scoperto solo di recente di volerci andare. Fino a pochi mesi fa avrei potuto invitare le mie sorelle, Gloriana e Kara ad accompagnarmi. Ma adesso è troppo tardi... sono sposate tutte e due... e una di loro è anche incinta."

SCELTA D'AMORE NEL DESERTO (5 LIBRO- LA SAGA DEI POWELL)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora