~Brividi

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<< Alessandro, hai rotto il cazzo. >>
<< Eh dai amore, ti muovi così bene. >>
<< Ale! >>

Erano passati due mesi dalla nostra vittoria al Festival di Sanremo. Come in principio, siamo rimasti due settimane in quel paradiso vivente chiamato Galapagos.
Blanco ed io ci siamo fidanzati quel dieci febbraio, sotto il chiarore della mezza luna e delle amiche stelle.
Ora eravamo a casa, a goderci qualche giorno di riposo prima di cominciare il nostro nuovo album, che avremmo inciso insieme.
<< Blanco, il tango ti appartiene nel sangue. >>
<< Ale, smettila, voglio tornare a dormire sul divano. >>
<< Non se ne parla neanche, hai dormito abbastanza e poi questi sono gli ultimi giorno che possiamo passare insieme da soli. >> e lui mi guardò.
<< Sono così eccitato dall'idea di incidere un album con te. >> e mi prese entrambe le mani, intrecciando le dita.
<< Anche io non vedo l'ora. >> pausa: << Ma sai di cos'avrei voglia ora? >> lo presi in braccio tenendolo saldo per le cosce. << Di fare un bel giro in moto, magari potremmo andare al mare? >>
<< No, io voglio fare shopping, ho bisogno di nuovi vestiti. >>
<< La signorinella ha bisogno di rinnovare il suo guardaroba per la stagione? O per l'Eurovision? >>
<< Per entrambi. >> e si scostò dalla mia presa sbuffando.
<< Va bene, andremo in centro, poi a mangiare in un bel ristorantino di lusso e poi andremo al mare a goderci il tramonto, già riesco a vedere tonalità di rosso nel cielo. >>
<< Sei un poeta da quattro soldi, Ale. >> e si andò a cambiare: chi le capisce le donne?

Eravamo entrati da Valentino da più di un'ora e mezzo. Io avevo già scelto i miei capi, camicie monocolore di seta, alcuni pantaloni a zampa d'elefante con colori nude e un paio di mocassini platform nero lucido, mi si illuminavano gli occhi ogni volta che posavo il mio sguardo su di essi.
<< Tesoro, sono ore che sei rinchiuso in quel camerino, ti vuoi muovere? >>
<< Sta zitto Ale, non riesco a decidere quale camicia prendere. >>
<< La più trasparente e scollata, ovvio. >>
<< Vaffanculo. >> e risi di gusto.
<< Dai, fammi vedere questa cam- >>
<< Non ci provare. >> gridò dall'altro capo della tenda. Mi domandai il perché di quella risposta così avventata. Uscì dopo cinque minuti buoni.
<< Ti calza a pennello, Ricky. >> e lui mi squadrò, come se avessi detto qualcosa di estremamente stupido.
<< Lo so. >>
<< Viziato. >>
<< Imbecille. >> e sorrisi.

Dopo aver fatto fin troppe compere, arrivò il momento di andare a mangiare. Andammo in un ristorante abbastanza carino dove andavo spesso prima di Sanremo.
Ci sedemmo e aspettammo di ordinare.
<< Allora? Cosa ne pensi? >>
<< È davvero bello. >>
<< Si affaccia anche sul mare. >>
<< E cosa include più il pacchetto Mahmood? >>
<< Una passeggiata romantica in riva al mare, con la brezza marina che soffia sulla nostra pelle e che ci fa raddrizzare i peli. >> e intrecciai le nostre mani. Lui arrossì immediatamente e spostò lo sguardo altrove.
I piatti arrivarono piuttosto in fretta. Come sempre si mangiò molto bene e lasciai persino una mancia, come era mio solito, ma non prima di aver gustatk due fette di torta al cioccolato.
<< Mh, è buonissimo, Ale. >>
<< Lo so, Blanco, è deliziosa. >>
<< Come hai scoperto questo gioiellino come posto? >>
<< Con alcuni produttori venivamo alcune volte qui a cenare e a parlare dei nuovi album. >> e annuì finendo la sua fetta.
<< Ale, sei sporco sulla guancia. >>
<< Si, grazie. >> ma lui mi precedette e prese un fazzoletto per pulirmi. Sorrisi a quel gesto adorabile e gli baciai la mano.
<< Chapeau. >>

<< Quella torta al cioccolato era squisita. >>
<< Vuoi che te la prepari appena arriviamo a casa? >>
<< Era così buona, non avevo mai mangiato una torta al cioccolato così deliziosa. >> e risi di gusto.
<< Ricky, guarda che l'ho capito. >> ma lui sembrò non prestare attenzione alle mie parole, bensì pensò a guardare il tramonto: forse stava ancora pensando alla torta.
Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai: << Prestami attenzione quando ti parlo. >> e lui sobbalzò leggermente. Risi e cinsi con il mio braccio la sua vita: << Questo tramonto è spettacolare, non lo trovi? >>
<< È bellissimo. >>
Ci guardammo per una buona manciata si secondi, poi ci baciammo.
Fu un bacio leggero, che sentimmo entrambi, ma che non si stampò sulle nostre labbra.
<< Oh, Riccardo, sapessi quando ti amo. >>
<< Alessandro, come sei romantico. >> è simulò un finto svenimento. Poi mi prese le guance: << Non vedo l'ora di andare all'Eurovision. >>
<< Anch'io Tesoro. >> e riprendemmo a baciarci appassionatamente con quel tramonto meraviglioso come sfondo.

Ormai le stelle erano alte nel cielo, io e Blanco eravamo stesi, stanchi, ma felici. Non desideravo altro che passare ogni singolo giorno insieme, incidere album, aiutarlo con i suoi testi e a cucinarsi qualcosina di commestibile.
<< Ti insegno a cucinare le uova strapazzate, sai? >>
<< Vaffanculo, Alessandro.>>
<< Ti amo Ricky. >> non disse nulla. Poi: << Anch'io, Alessandro. >>
Ci fu una breve pausa dove contemplammo il cielo che dava sui toni dell'azzurro e qualche sfumatura di rosa, resti del tramonto precedente.
<< Nudo con i brividi. >>
Cominciò a cantare Ricky con tono basso.
<< A volte non so esprimermi. >> lo seguii.
<< E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi. >>

~BlancMoodWhere stories live. Discover now