17.

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Alexia accorse immediatamente. Lo prese tra le braccia e lo strinse forte, mentre Christian scoppiava in lacrime addosso a lei. Non aveva capito il motivo dello sfogo del fratello, ma sapeva che aveva bisogno di lei. Non c'era momento nella vita che non avessero condiviso e l'uno senza l'altro non erano nulla.

Ogni volta che lei era stata male lui l'aveva sollevata da terra e rimessa in piedi; ora toccava a lei.

"Christian, Christian, devi smetterla. Ti prego, Christian" gli sfiorava i capelli, il viso, ma quello non la smetteva di piangere.

"Ale... cosa devo fare? Cosa devo fare?! Non ce la faccio più! Non ne esco, madonna!" gridò, avvinghiato alla sorella, come se, lasciandola, non fosse sicuro di riuscire a rimanere in piedi.

"Chri, ora basta dai. Torniamo in casa e mi spieghi per bene che ti succede, ok?" gli accarezzò il viso, risollevandolo e, con le braccia attorno al suo torace rientrarono, aggrappati.

Il telefono del moro – per chissà quale miracolo – non si era rotto, solo il vetro si era frantumato. Lo porse alla sorella, perché vedesse quella storia, mentre si lanciava sul divano, coprendosi il viso con le mani, singhiozzando di brutto.

Alexia lo guardò, incapace di capire quando diamine era successo che suo fratello si prendesse così tanto per quel ragazzino. Non l'aveva mai visto stare così male nemmeno quando era stato tradito, anni prima.

Con un sospiro guardò la storia di Mattia, come indicato dal moro e rimase sconvolta. Mattia si lasciava baciare da quello che presumeva fosse Nunzio, e non sembrava né imbarazzato, né intenzionato a fermarsi a quello. Il modo in cui le mani del biondo tiravano i ricci del moro per fargli alzare la testa e approfondire il bacio lasciarono senza parole la ragazza.

Chiuse l'app e guardò il fratello, ancora in lacrime. Attese che i singhiozzi si spegnessero e poi gli andò vicino, per coccolarlo.

"Che cosa vuoi che faccia, Chri?" gli chiese, quasi anche lei con le lacrime agli occhi.

"Rimani solo qui finchè non starò meglio. Non voglio stare da solo a piangere per lui, come un coglione"

"Non sei un coglione" gli disse, accarezzandogli i capelli. Lo tirò a sé, abbracciandolo. Con le mani gli sfiorava la schiena.

"Sì, invece. Se mi fossi accorto prima di provare questi sentimenti..."

"Non sarebbe comunque cambiato molto perché sei un tale cocciuto quando ti ci metti. La tua convinzione che non potessi innamorarti di lui perché sei ovviamente etero ha mandato tutto a puttane"

"Certo che sai sempre come essere stronza tu vero?" le disse, allontanandosi da lei.

Si rizzò a sedere, asciugando le ultime lacrime. Per quanto ancora aveva intenzione di piangersi addosso? Ormai le uova erano rotte, la frittata era fatta. Mattia se n'era andato e non sarebbe tornato.

Poteva prendere un aereo e scendere a Bari, dirgli che lo amava, come in ogni dannato film romantico, e prendersi un cazzotto in faccia dal suo ragazzo; oppure poteva dire a sé stesso che era stata solo una cotta. Gli sarebbe passata. Ci sarebbe voluto del tempo magari, ma con la giusta distrazione sicuramente non sarebbe durato poi molto il suo momento di tristezza.

Doveva ammettere con sé stesso che si sentiva un po' una persona orrenda, ma aveva bisogno di aiuto per uscire da quella situazione schifosa, così scrisse all'unica persona che pensava potesse aiutarlo, al momento.

Aprì instagram, cercò il suo profilo e mandò un messaggio, prima di decidere che era ora di andare a dormire.

- Ciao, ci ho pensato, potremo andare a berci qualcosa una di queste sere che dici? –

Sotto il cielo di BergamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora