Introduzione

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Comunque il ragazzo non sapeva bene cosa fare. Aveva avuto un gran brutto giorno - e come tutti i gran brutti giorni che si rispettano - c'era l'acqua che veniva giù a catinelle. Incerto, incominciò a passeggiare.

Lui dirigeva una locanda. Locanda ch'era piazzata lungo un sentiero che s'addentrava tra  i boschi. Il ragazzo quindi seguì la via che gli indicavano gli alberi. Tirava sempre un'aria mite, non faceva troppo caldo ma neanche troppo freddo, e la selva era come una cortina; non c'era nebbia - e con la pioggia si sarebbe formata - ma era come se già ci fosse, ora come sempre;

quello che c'era di sicuro era la solitudine: Mai un viandante stremato o un enigmatico pellegrino né una madre col suo bambino, neanche la guardiola del posto o gli abitanti del villaggio là vicino, nessuno che venisse da lontano a raccontare di mostri o di maghi o di sogni, questa locanda non era il posto dei preti e dei pittori.

Forse era il ragazzo, sì, magari era colpa sua. Ma che ci si vuole fare? È dura a ragionare con un sognatore che ha qualcosa per la testa, quella gli prude, gli prude, non importa dove guardi, cosa fai, quella continua a prudere finché non è fatto quel che si doveva fare, poi si passa ad altro. Nella testa il ragazzo si era messo che voleva dirigere una locanda.
Così aveva venduto tutti i suoi libri e si era comperato quella catapecchia in mezzo al bosco, perché era l'unica che poteva prendersi con quei pochi denari.

Ogni giorno da quel giorno la tirava a lucido, ogni giorno da quel giorno pescava il pesce del laghetto, faceva fermentare la birra e lindava e cambiava le lenzuola ai giacigli. Così andava la vita.

Ma, nonostante la sua dedizione, mai un'anima che volesse riparo dalla pioggia, o se non c'era la pioggia dai banditi, o se non c'erano i banditi dai lupi del bosco, o dagli spettri della notte; qualcosa la si trova sempre, da cui si vuol riparo. E quindi il ragazzo faceva da sé, s'accendeva un lumino, si apparecchiava per bene tutto il tavoluccio, arrostiva il pesce sui carboni, se lo serviva e lo ingollava vorace come chi è reduce da un lungo viaggio; e si era già chiesto 'Come posso servirla?' tantissime volte, e si era già finto soldato, cacciatore, poeta e mercante;

come nei suoi libri si godeva la pantomima.

Era una Notte d'acqua a catinelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora