Ragazza e Ragazzo

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Questo è un posto isolato, esattamente quello che la ragazza cercava.
Era giovane e bella, lei, nel fiore dei suoi anni; la voglia gliela si leggeva negli occhi: Il mondo le sbocciava addosso tutti i fiori e tutti i fiori deliziavano il mondo. Tutte le porte dorate dei talenti per lei erano aperte e intrecciati coi capelli portava tanti loti e rose bianco latte.

Stanca dei rumori della città come solo una dea può esserlo della montagna più alta e delle nuvole più albe o un leviatano degli abissi più scuri e dei fondali più colorati, eccola levare in alto la mano e decidere. Decidere misericordiosa di portare la sua grazia, adagio, laddove meno era richiesta: alla vecchia locanda abbandonata nel folto dei boschetti.

Eccola incalzare saltellando; il passo musicale, cadenzato una volta dal cinguettio dei pettirossi, una dal trillo delle rondini, una dal frinire delle cicale ed una ancora dalla freschezza del dilucolo, che teneva il tempo bello. Lì dove passava l'erba cresceva fitta come la rete di vene sulla mano di un ragazzo e l'acqua scorreva impetuosa come lagrime d'amore, inumidendo di speranza anche le parti più secche della porosa pelle della Terra: Si trainava dietro tutta la vita della foresta senza un attimo di esitazione e senza ripensamenti, la ragazza. E lei, la Madre Vita, la seguiva per istinto.

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Spalancò un'altra porta. Senza bussare.

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Dentro gli interni della locanda stavano così conciati:

Il grande candelabro che una volta svettava sul salone era caduto ed aveva sfondato le assi del pavimento, ad occhio attento era oro o forse ottone, un buon metallo, ma non c'erano luci e quindi non scintillava. La legna delle pareti era troppo secca e scricchiolava o troppo umida e si sfaldava; il soffitto un grottesco mosaico di perdite e ragnatele, tutte le finestre erano barricate con tanto di chiodi.

La parte peggiore però erano i tavoli. Difatti questi non erano malconci o messi a casaccio come il resto della stanza, anzi, stavano lindi ordinati in fila per tre, sapientemente apparecchiati con i sapori tipici della contea.

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«Con passione» pensò la ragazza, erano stati apparecchiati con passione. Ed una smorfia d'orrore le arrossò il volto niveo quando sentì chiaro davanti a sé il punto in cui la vita era mutata in qualche altra cosa. Solo per un attimo.

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C'era una pagnotta per tavolo che aveva la croce scavata nell'impasto e non era spezzata. Il cibo era tristemente andato a male, ed il sottile velo di polvere che avviluppava tutto faceva sembrare il posto un enorme nido di ragni.

'C'è qualcuno?'

Fece la fanciulla, che per lungo tempo aveva vissuto in città con gli esseri umani, e che quindi aveva fiuto per il lezzo salato di lacrime dei rimpianti, o per il tanfo pungente della rabbia, o per l'aria grassa e satura d'odio. La sua voce era ferma e la sua presenza assoluta.

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E subito le tenebre non erano più tenebre ma disegno della sagoma di un ragazzo.

'Io, ci sono io'

Non le bastò il suo sguardo per conoscerlo, e questo le regalò un sussulto che era raro.

Ed i suoi occhi, quelli del ragazzo, erano così fatti: Doppi. Le luci tonde del suo sguardo non facevano altro che tradire intelligenza, e poi c'era l'altezza del suo corpo e la proporzione della sua sagoma flessuosa e la bellezza del suo profilo. Queste cose non potevano che attrarla, ma c'era altro, negli occhi: Difatti quegli occhi lì erano lucidi. Ma non di lacrime e non c'era odio. Non erano lucidi di ragione e non erano gli occhi di uno che aveva capito, non erano gli occhi di un pazzo e neanche di uno che stava e basta.

Occhi così dinamici che erano fermi e fissi come il vetro: Opachi e però trasparenti, stratificati ed insondabili, come se alludessero a qualcosa di nuovo sempre, come se osassero oltre senza sapere nulla, ogni movimento era immisurato ed immisurabile come il vagito primo di un neonato e l'alito ultimo di un vecchio, screziati dal cielo e dipinti dalla Terra erano troppo per sé stessi: Dardeggiavano nel buio come schegge impazzite, e nulla mai avrebbe placato l'onda tonante di quel Chaos confuso; nessuna mente mai, avrebbe potuto afferrarlo.

Avanti a loro, il tutto, e dietro a quelle fiamme: Il niente.

'È tua la locanda?' fece la ragazza, a questo punto stranita.

'Sì, è mia, ed in verità ospiti non ne aspettavo. Solo te aspettavo, io ti conosco: Tu sei Esmeralda; basta tendere l'orecchio serpeggiando tra i vicoletti della città per sentir mormorare della tua bellezza e della tua giustizia dai preti e dai fanti, e basta tendere l'orecchio nei boschi per udire il cinguettio del tuo cuore o il profumo della tua pelle dal canto dei passeri e dalla fragranza dei fiori e della frutta maturi! Tutti parlano di te, eppure ti assicuro, Oh Dea, che nessuno ti conosce meglio di come ti conosco io che taccio.'

E lei:

'Mi avevano detto loro che qui dimorava un fantasma, lo spettro inquieto di chi non sente più la mia voce, mi avevano detto che l'Agnello Bianco che una volta era stato il Paradiso sotto la tua guida ora era l'inferno; Uno strano tipo di diavolo, sei tu; ed ora dimmi, qual è il tuo nome?'

'Mia dolce illusione, non un diavolo sono io e non sono sordo ai tuoi sussurri: Tant'è che ora parliamo. Anzi io non ti ho mai dimenticata, ed in cuor mio, ancora soffro: Per la tua pietà mancata, per amore, e per tutti i volti a cui ho accettato di rinunciare. Ma cos'altro potevo fare se i miei tavoli sono sempre e solo stati apparecchiati per me stesso? Se nessuno mai è venuto qui con la sua storia e il suo sorriso? Se io ed il vecchio mai ci siamo capiti neanche per un secondo? Se io mai ti ho sentita mia in me, veramente?'

E poi continuò:

'Io sono Icaro, perché né del Sole e né degli Abissi sono io; io, che con le mie false ali, volo proprio in mezzo: Sarò io a cadere.'

E continuò:

'Ed anche adesso, in verità ti dico: Sono vittima dei miei occhi, perché tu non sei davvero qui.'

Ed il ragazzo stava in verità riflesso nei mille rossi chicchi di una melagrana spezzata: Proprio al bancone della locanda, ed il rosso ridava ai suoi occhi il loro vero colore.

E non c'era nessuna Esmeralda.

Ed era solo.

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⏰ Last updated: Oct 01, 2022 ⏰

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Era una Notte d'acqua a catinelleWhere stories live. Discover now