eleven ; fuoco

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Presa da quello stress, decisi di uscire sul terrazzo della bonten, a fumare qualche cicca, da quel vecchio pacchetto che trovai nei taschino di qualche vecchio uomo che rapinai

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Presa da quello stress, decisi di uscire sul terrazzo della bonten, a fumare qualche cicca, da quel vecchio pacchetto che trovai nei taschino di qualche vecchio uomo che rapinai.
Quel fumo era estremamente buono, aveva un sapore strano ma piacevole; dopo aver fatto qualche tiro allontanai la sigaretta dalla bocca, per pensare, riflettere su qualcosa di indefinito persino a me.

"Per quanto sarei rimasta qui?" mi chiesi tra me e me, osservando quello stupendo paesaggio di campagna.

Il sole stava tramontando dietro ai colli, mentre io immersa tra i pensieri fumavo.

Cominciai a fumare all'età di quindici anni, quando per uno stupido obbligo scoprii la delizia nel farlo; da quella giovane età cominciai a comprare sigarette sempre più spesso e ovviamente a fumarle, quel gesto, che tanti ritengono schifoso e disgustoso io lo amavo, mi distraeva da tutta questa merda che avevo in torno. Mi faceva stare bene in qualche modo.

<<Non sapevo fumassi così spesso>>

Riconobbi quella voce, il ragazzo dai lunghi capelli lilla, al mio fianco, rubò la cicca tra le mie dita, cominciando a fumarla lui.
Rindou, sempre elegante come al solito, portava un classico pantalone grigio abbinato a una giacca del medesimo colore, con una camicia nera di sotto che contrastava il tutto.

<<Fumo quando mi pare>> dissi io, con tanta aggressività e cattiveria in quelle parole, senza volerlo.

<<Non ti scaldare Klara, ti ho detto solo che lo fai troppe volte, non che non puoi farlo>> replicò lui con calma mentre fece un tiro lungo e deciso.

Lo guardavo, mi riconoscevo, aveva il mio stesso sangue, carattere, modi di fare...tutto, era la mia copia ma al maschile.
Per me, lui, era anche un padre, quello che si prendeva cura di me, mi nutriva, mi curava quando avevo la febbre, mi calmava quando per qualche motivo piangevo, era tutto per me.

E dopo vari minuti di silenzio aprii bocca.
<<Mikey come sta?...>> chiesi io, girando lo sguardo verso il mio gemello, che sembrava incantato a guardare il tramonto.

<<Se ne sta prendendo cura Koko>>

Appena udii quel nome, un brivido salí lungo la schiena, lasciandomi quasi sussultare. Quella sensazione mi pervase tutto il corpo e si soffermò sopratutto sul basso ventre.

Poi mi sedetti sul davanzale della terrazza, lasciando le mie gambe penzolare in aria.
Vidi l'espressione di Rindou essere quasi spaventata al pensiero che potessi cadere, ma si placò subito e spense la cicca nel posacenere, lasciandola lì.

<<Per quanto tempo dovrei stare ancora qui?>> domandai, rivolgendogli un veloce e triste sguardo mentre lui fece spallucce, per poi dedicarmi un sorriso che mi fece sciogliere il cuore.

<<Sono preoccupato per Mikey, Klara>> dichiarò lui, appoggiandosi alla ringhiera.

Mi voltai subito a quest'ultimo, con fare preoccupato.
Capitava raramente che Rindou si impensierisse per qualcuno, tanto da esserne addirittura preoccupato; questa situazione non mi piaceva, ne tanto meno Mikey.

Kokonoi's pov.

Finii di dare le ultime medicine prescritte al boss e me ne uscii dalla sua stanza, lasciandolo lì, sul letto.
Dentro la villa faceva veramente caldo e decisi di uscire sul balcone di esso, per rinfrescarmi un po' le narici.
Trovai Rindou, con Klara, che discutevano di qualcosa apparentemente importante, senza accorgersene della mia figura, sulla soglia della porta.
La ragazza, che era seduta tranquillamente sul davanzale sì spazientii subito, alzando il tono della voce contro il gemello, quest'ultimo invece rimase calmo e si voltò verso di me.

<<Ciao Koko>> salutò lui, mentendo anche in silenzio sua sorella, che si girò anche.

Feci un cenno con la testa, come per salutarli e mi avvicinai.

<<Come sta Manjiro?>> domandò lei frettolosa come al solito, quasi obbligandomi a darle una risposta.

<<Va avanti>> risposi secco, senza darle delle informazioni più precise sulle sue condizioni, lasciando la situazione misteriosa.

<<Si è ripreso?>> domandò il ragazzo dai capelli lilla, seguendomi con lo sguardo.

Annuii dolcemente con la testa mentre anche io, mi posai alla riga di ferro, ammirando quel vecchio tramonto che ormai guardavo da mesi, per non dire anni.
In quelle grandi nubi celesti con tendenze rosee e violacee, vedevo gli occhi di una ragazza...ma che non era Klara.
Quando arrivava proprio questo esatto momento della giornata commemoravo tutta la mia infanzia, insieme ad Inupi Seishu e Akane.
Mi sentivo quasi il dovere di pensarci compulsivamente; non ero più innamorato di quei lunghi e morbidi capelli biondi, ma non potevo negare che la sognavo ogni notte, insieme alla sorella degli Haitani.
I miei sogni erano strani e contorti, mi facevano rivivere ogni trauma passato e più ricordavo, più la mia minuscola cicatrice sulla mano si infiammava.
Quando la casa di Seishu andò a fuoco, il mio pensiero fu quella ragazza, la sorella maggiore del mio amico, che corsi subito a salvare, ma purtroppo, salvai la persona errata.
Quando feci quel salvataggio, riesco ancora a sentire quando sfiorai una fiamma ardente, che lasciò una macchia più chiara delle altre sul dorso della mia mano.
Riesco ancora e sentire quel dolore lancinante, quel calore che circondava la mia ombra, il sudore che scendeva dalle tempie...

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yee 37 assenze :D
per fortuna domani vacanza, grazie a Dio; non ce la facevo più.

Identity [Hajime Kokonoi]Where stories live. Discover now