Capitolo undici

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Dopo più di tre mesi di duro lavoro, progetti per pubblicità di ogni genere e ciambelle stracolme di zuccherini divorate durante le pause pranzo, finalmente anche per Rose e Hyunjin era giunto il momento di rilassarsi, di staccare la spina come si suol dire.
Era soltanto metà dicembre, erano impiegati dal settembre di quello stesso anno, eppure avevanno già dato molto all'azienda e altrettanto avevano ricevuto.
Jeno era fiero di loro, Chenle era fiero di loro!
I colleghi non facevano altro che venerarli e sbandierare ai quattro venti che loro, orgogliosi, facevano parte dello stesso ufficio dei novellini prodigio.
Quei due ragazzi, la biondina timida e il morettino sempre euforico, erano perfetti assieme.
Erano come... Le fragole e lo champagne, come... La nutella spalmata su un bel toast ancora caldo.
Sì, erano perfetti sul lavoro, ma al di fuori della NAP??

"Lix non aspettarmi alzato, farò tardi stasera"

Hyunjin, vestito di tutto punto, si osservò di fronte allo specchio d'ingresso e notando che la sua camicia fosse un po' troppo chiusa per i suoi gusti, sbottonò i primi due bottoncini.

"Hey, sexy boy~ peccato che non possa venire anche io alla tua cena aziendale di Natale!"
"È colpa del tuo capo, ti da i turni con troppo poco preavviso!"
"Scusami se non lavoro in una super azienda come la tua"

Il moro gli sorrise e gli fece l'occhiolino per poi infilare il cellulare e il portafoglio nella sua borsa a tracolla.

"Allora io vado, non credo che tornerò sobrio perciò i dettagli te li racconterò do'mattina"
"Claro! Bye bye~"

Il biondo lo salutò proseguendo indisturbato il suo nuovo e strano esperimento culinario mentre il suo coinquilino, dopo aver lasciato il loro appartamento, si diresse alla fermata del tram più vicina ritrovandosi davanti ai colleghi pochi minuti più tardi.

"Buonasera ragazzi!"
"Ma buonasera mr. Corea! Stasera sei davvero affascinante Hyunjin"

Lusingato dal complimento del suo capo ufficio, gli diede una salda stretta di mano a mo'di saluto e quando lo ringraziò, si intromise il grande boss, Chenle.

"Ha ragione Jeno, ma devo dire che anche Yeonjun fuori dal lavoro sembra un'altra persona"

Disse indicando con lo sguardo il diretto interessato anche lui appena arrivato, che imbarazzato dall'elogio inaspettato sorrise e si passò la lingua sui denti, scacciando quelle parole con un gesto della mano.
Lui e Hyunjin si salutarono con un pugnetto e più in là, il moro si accorse della figura slanciata di Soobin, che ovviamente si affrettò a salutare.
Si guardò attorno e notò che all'appello mancava solo la sua parter lavorativa, la sua vicina di scrivania, Rosie.
Tuttavia, non fece in tempo a domandare dove fosse che Chenle prese in mano il discorso.

"Bene, ora che ci siamo tutti possiamo entrare. Ho prenotato a nome Jeno Lee"
"Ma come sarebbe? Perché il mio nome??"

Il ragazzo dai capelli arancioni non gli rispose e scoppiando a ridere gli poggiò una mano sulla spalla invitandolo a seguirlo all'interno del ristorante.
Fu in quel momento che il corpicino esile dell'unica ragazza dell'ufficio spuntò da dietro Soobin.
Indossava un grazioso abitino nero con una fantasia di piccoli pois bianchi e delle calze di lana spesse, era pieno inverno.
Ai piedi non portava dei tacchi smisurati, ma dei semplici stivaletti anch'essi neri.

Era la prima volta che lei e Hyunjin si vedevano in quel modo fuori dal contesto lavorativo.
Alla fine della fiera si incontravano sempre per motivi di progetti e per giunta nelle rispettive abitazioni perciò erano vestiti da casa, nessuno si mette in tiro per lavorare lontano da occhi indiscreti.
E poi loro, da soli e nella loro intimità ci stavano piuttosto bene.
Ma quella sera era come se, prima di allora, non si fossero mai conosciuti.

Il più alto, impacciato, si avvicinò a lei che con gli occhi bassi lo salutò quasi bisbigliando.

"Scusa se non ti ho salutato subito, non ti avevo vista, quello spilungone di Soobin ti eclissava completamente"

Disse per rompere il ghiaccio e proprio come il primo giorno di prova, lei rise, sentendosi un po' più sciolta.
Quando entrarono, si resero conto che al loro tavolo, in una stanzetta privata, c'era un ragazzo seduto di spalle che li stava aspettando.

"Mark!!"

Esclamò Chenle e dopo essergli corso incontro lo abbracciò stretto.
Una volta pronunciato quel nome e avendolo visto in volto, lo riconobbero tutti, era il proprietario del chioschetto, il migliore amico del capitano della NAP.

"Spero non vi dispiaccia, ma ho approfittato per invitare anche lui"

Enunciò Chenle, sedendosi subito a capotavola, alla sinistra di Mark che si era tagliato e tinto i capelli di un blu intenso.
Come in azienda, trovarono i loro nomi su dei segnaposto.
Il perfezionismo del boss non lasciava certo a desiderare.
Il nome di Rosie era al centro e accanto al suo, c'era quello di Hyunjin.

"Siamo seduti vicini"

Gli disse sorridendogli ancora un tantino in imbarazzo.
Non era abituata ad essere la sola ragazza in un'uscita di gruppo, perciò anche se un viso amico come quello del suo Hyunjin le era accanto, ancora faticava a sentirsi a suo agio.
Ma quel suo imbarazzo non durò a lungo.
Ovviamente, come ogni bevuta aziendale coreana che si rispetti, anche quella finì in caciara.
Soobin e Yeonjun erano stati colti da un improvviso sentimentalismo, Mark, Chenle e Jeno ricordarono degli aneddoti del passato e Hyunjin e Rose, alticci, iniziarono a fare brindisi a destra e manca.

"Io... Voglio brindare a te Hyunjin!"
"A me???? No, io voglio brindare a te!"
"Nooo, a te! Che sei un collega e amico spettacolare!"

Sbiascicò la bionda, alzando il suo bicchierino stracolmo di soju.

"Guardali, vanno così d'amore e d'accordo anche fuori dall'ufficio, sono davvero una coppia perfetta!"
"Certo, chissà quanto si divertono quando escono insieme!"

Il moro, sentendo quelle parole, si voltò verso Jeno e sconcertato, gli rispose.

"Non siamo mai usciti prima di oggi"
"Che!? Sul serio???"

Rose annuì troppo velocemente causandosi un forte singhiozzo che la fece scoppiare a ridere.

"Certo! Perché mai avremmo dovuto?"

Quella frase scioccò tutti i presenti, tranne Rose, che tornata in sé, si affrettò a proseguire.

"In fondo io e lui non abbiamo nulla in comune se non questo lavoro"
"Giusto!"

I due si batterono il cinque e dopo che lei versò l'ennesimo shottino a Hyunjin, lui si accasciò con la testa sul tavolo.
La ragazza sghignazzò e il singhiozzo tornò a farle visita.

"Secondo voi quanto ci metteranno a capire che sono fatti l'uno per l'altra?"

Chiese Jeno al resto della combriccola, ma oramai erano completamente ubriachi, più ubriachi di lui che, a differenza dei suoi amici era sollevato di non avere un bruttissimo post sbornia il giorno seguente, ordinò per tutti il dessert al cameriere.

•Quando gli opposti si attraggono• Hwang HyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora