Capitolo quindici

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"È andata più che ben- Rose che hai??"

Chenle, dopo aver convocato, e anche con parecchia insistenza, nel suo ufficio i due dipendenti che avevano avuto la sfortuna di vedere coi propri occhi la sua tanto nascosta relazione amorosa, li invitò a mantenere il segreto, aggiungendo infine che non avrebbero avuto ripercussioni sul loro lavoro fin tanto che nessuno avrebbe lasciato trapelare un minimo 'be'.
Quando uscirono da quella stanza del terrore, Yeonjun tirò un sospiro di sollievo, ma la ragazza rimase impietrita.
In quei pochi minuti aveva accumulato tanta ansia, davvero troppa per far finta di nulla una volta scampato il guaio.
Tutto il coraggio che aveva provato a risucchiare dalla presenza confortante del suo collega, preoccupato anche lui di aver perso il lavoro, scomparve, lasciando spazio alle solite gambe molli e a delle mani tremolanti, come se le fosse entrata in circolo una dozzina di tazze di caffè.

"Wo, wo, wo, calmati Rosie, è andata! Ci ha solo detto di non parlare di ciò che abbiamo visto, sta'tranquilla, okay?"

Premuroso come sempre, Yeonjun le afferrò quelle mani ballerine e le mantenne strette nelle sue, le sussurrò parole dolci, rassicuranti e guardandola negli occhi provò a convincerla a passare in bagno, darsi una rinfrescata e poi rientrare in ufficio.
Poteva essere una scena molto carina da dall'esterno, avrebbe fatto tenerezza e compassione a chiunque, a chiunque tranne che a Hyunjin, che curioso, impaziente di scoprire perché la sua partner fosse stata chiamata dal grande capo e per giunta con chi credeva volesse portargliela via, ritenne opportuno abbandonare il posto di lavoro e spiare, letteralmente, al di fuori della porta del Presidente della compagnia.
Per fortuna ebbe almeno l'accortezza di stare rannicchiato nell'angolo del corridoio.
Bene, ora che il suo nemico immaginario si era allontanato, uscì allo scoperto e come una furia, si avventò sulla poverina.

"Rosie!! Posso sapere perché anziché correre subito a raccontarmi te ne sei stata qui con il tizio dai capelli rosa a farti... Insomma...  Che stavate facendo qui fuori??? Non ho visto nulla io! Sono appena arrivato..."

Esordì tutto d'un fiato, ignorando inizialmente lo stato ancora confuso della ragazza, che, nell'istante in cui alzò lo sguardo e le sue pupille incontrarono quelle di Hyunjin, si sentì libera di iniziare un pianto liberatorio.

"Hyunjiiiiiin credevo mi avrebbe licenziata!!"

Se prima era stata in grado di trattenersi, ora poteva dare libero sfogo a quella maledetta tensione che aveva in gola.
Yeonjun era gentile, ma Yeonjun non era Hyunjin.
Solo con lui sarebbe stata in grado di mostrare questo lato di sé, il lato che sua madre avrebbe rimproverato e che Minho stava cercando di trasformare in spavalderia.

Il moro, colto alla sprovvista, cercò di balbettare qualche frase che venne fuori completamente sconclusionata.

"I-io penso che- no non penso, credo sia il caso di darci una calmata, forse ho esagerato coi toni, ma tu te ne stavi qui a- No aspetta licenziata??? Perché ???"

Assimilando soltanto più tardi il significato di ciò che uscì dalla bocca di Rose, Hyunjin scattò sull'attenti.
Licenziata ? Per quale motivo una delle dipendenti migliori nel suo settore avrebbe dovuto essere licenziata? In tronco per di più!
Forse la faccenda era più grave di quanto pensasse.
E in un certo senso, non aveva neanche tutti i torti.

Rose si morse il labbro inferiore, scongiurando chissà quale santo per far scordare tutto al suo collega impiccione, ma lo sapeva che non avrebbe mai mollato la presa... Così, si tamponò le guance rigate dalle lacrime isteriche e come se nulla fosse gli consigliò di tornare a lavoro.

"Ehhh??? Non se ne parla, io adesso ti aspetto qui, non è normale che piangi in quel modo! E poi perché hai paura di essere licenziata??"

Nel pronunciarlo, Hyunjin sbiancò.
La sua mente macchinava costantemente idee, creative e strampalate per di più, e quella, beh, non era da meno.
Nella sua testa, ora c'era spazio soltanto per un pensiero: Rose, che coinvolta in uno scandalo piccante con il bel Yeonjun, scoppia in lacrime in corridoio dopo che il suo capo ha scoperto la loro tresca d'ufficio.

Scosse la testa e in preda al panico, la salutò e girò i tacchi, sgambettando veloce verso il suo computer.
Quando entrò, fu proprio Yeonjun a parlare e gli domandò come stesse Rose.

"Ora che l'ho consolata molto meglio"

Digrignò i denti e fuggendo il più possibile da un qualunque contatto con lui, riprese il suo progetto.
Rose, che nel frattempo si era sciacquata la faccia, si sistemò allo specchio e dopo un lungo e infinito respiro, si decise a raggiungere gli altri.
Non aveva perso il suo amato e osannato lavoro, non aveva subìto punizioni di alcun tipo e soprattutto, aveva imparato a conoscere Chenle, non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non a lei che era davvero la migliore nel suo campo.
Certo la musica sarebbe cambiata se avesse spifferato ai quattro venti -paparazzi e giornalisti inclusi- che la grande star degli ultimi mesi, il piccolo, ma rinomato imprenditore Zong Chenle avesse un inciucio con un uomo, ma a lei, questi pettegolezzi non interessavano affatto.
L'unica cosa che voleva dalla vita era ottenere un lavoro alla NAP, e ora che ci era riuscita, avrebbe fatto di tutto per tenerselo stretto, con le unghie e con i denti.

"Oh, Rosie!"

Attaccò Yeonjun non appena vide il volto della biondina più sereno, ma comunque ancora leggermente tirato.
La sua voce venne sostituita da quella pimpante di Hyunjin, che quasi come un eco, ripeté le stesse parole del collega.

"Oh Rosie! Stai meglio adesso, sì?"

Le disse alludendo alla sua chiacchierata di poco fa, pregando che lei non ne facesse cenno, visto che non era stata nemmeno una chiacchierata, bensì lui, acciecato dalla gelosia aveva cominciato a sbraitare il suo solito fiume in piena.

"Sì, grazie"

Gli sorrise e il cuore di lui si sciolse come un soufflé.
Per tutto il resto del giorno, Yeonjun si fece carico di equivoche attenzioni per la ragazza, che ricambiò sempre con enormi e sinceri sorrisi.
La cosa strana era che Rose dovette ripetere quei gesti due volte, sì, perché ad ogni bottiglietta di acqua che Yeonjun le portasse, ne arrivava un'altra da parte di Hyunjin.
Analoga situazione con il caffè, con un pacchetto di fazzoletti e addirittura anche con le caramelle che Soobin le aveva poggiato sulla scrivania (le solite rubate alla signorina Kim).

"Ci vediamo domani ragazzi~"
"Ciao Rosie!"
"Ciao ciao! Allora Yeonjun, dove andiamo a bere stasera???"

Soobin e Yeonjun si avventurarono verso il chioschetto, mentre Hyunjin, che li stava ancora salutando con la mano, venne trascinato verso il basso dalle esili dita di Rose, che con un'espressione corrucciata lo osservò.

"Posso sapere che ti è preso oggi?? Anzi non oggi, in generale"
"Eh?"
"Come eh!? Eri una trottola impazzita, ogni volta che gli altri due mi offrivano qualcosa o provavano ad avvicinarsi arrivavi anche tu, e non credere che non mi sia accorta di come gli rispondevi male..."

Hyunjin arricciò le labbra e distolse lo sguardo.
Rose, decise di ignorare i chiari segnali del suo corpo e con quel poco di saliva che le era rimasta, gli rivolse una frase azzardata.

"Sai te lo dico perché... Sembra quasi... Che io ti piaccia"

•Quando gli opposti si attraggono• Hwang HyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora