«Sarò io il tuo avvocato»

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Capitolo 17

2 giorni dopo

Skyler stringeva la tazza fumante di tè che la madre di Cler le aveva gentilmente offerto non appena aveva messo piede in casa Banks. Era seduta su una delle sedie intorno al tavolo in mogano della sala da pranzo,sola,mentre Cler era scesa al piano di sotto per accogliere i ragazzi. Pucca,la piccola cucciola di maltese di Cler entrò nella stanza da pranzo e,scodinzolando,andò verso Skyler ovviamente desiderosa di coccole.

"Ciao cucciola,la tua padrona mi fa aspettare sempre tanto non è vero?" ridacchiò Skyler mentre accarezzava un punto dietro l'orecchio di Pucca dove sapeva le avrebbe fatto piacere. Per tutta risposta,la cagnolina si allontanò scodinzolando dimostrando di non conoscere i piani della giovane padrona bionda. Saltò sul divano facendo cadere a terra la pila di CD depositati lì da circa tre giorni. Per meglio dire,erano lì dalla fine della riunione organizzatada Cler. Skyler ripensava con un sorriso a quella serata,il pensiero di tutti i suoi amici riuniti in una sola stanza,a farla ridere e distrarre le fece ricordare il giorno in cui era tornata a scuola dopo la morte di Molly,quando i suoi compagni cercavano di farla sorridere. Qui però era tutta un'altra storia. L'atmosfera quel giorno in classe era tesa,preoccupata e la fece sentire al centro dell'attenzione nell'unico modo in cui una ragazza in quel tipo di situazione non vorrebbe mai sentirsi;si ricordava bene di aver creduto di fare pena ad ogni persona presente in quella piccola classe. A casa di Cler,invece,l'atmosfera era totalmente diversa,le risate erano genuine,i dialoghi e le battute erano spontanee e,in qualche modo,l'unico sentimento di cui Skyler si ricordava era la speranza,solo quello. Tra una risata e l'altra,si ricordò Skyler,Louis aveva accennato alla sua festa di compleanno. Al pensiero Skyler sorrise di nuovo,si era prefissata di preparare un regalo perfetto per il ventiquattresimo compleanno di Louis e il pensiero che mancassero solo 3 giorni la agitava quanto emozionava.

"Skyler Melanie Morgan" annunciò una voce ormai ben conosciuta entrando all'improvviso dentro la stanza. Skyler scosse la testa allontanando i pensieri sulla festa di Louis per concentrarsi su quella che era la figura di...Louis. Sentire il suo nome completo,con quell'adorabile accento inglese,la fece ridacchiare

"Louis William Tomlinson" disse posando la tazza,Louis le sorrise. Si avvicinò con passo svelto alla sedia di Skyler e afferrò la ragazza per i fianchi facendola sollevare. Si sedette poi su di essa riportando Skyler sulla sue ginocchia.

"Ci sono davvero tante sedie Louis,se volevi la mia bastava dirmi di spostarmi" ridacchiò lei arrossendo. Lui scosse la testa.

"Prove scientifiche affermano che io sia molto più comodo di ogni sedia presente in questa stanza" disse mentre stringeva la schiena di Skyler al suo petto. Skyler non si irrigidì,anzi si rilassò visibilmente. Quelle due giornate erano davvero state così,rilassanti. Melanie non si era fatta viva dopo la chiacchierata al cinema,lasciando così a Skyler tutto il tempo necessario per analizzare bene la faccenda. Sapeva benissimo che il giorno dell'udienza era ormai vicino e non aveva smesso un giorno di pensarci. Ci aveva davvero provato a farsi scivolare tutto addosso,ci aveva provato perchè temeva che se avesse continuato a pensarci c'erano molte possibilità di finire per chiudersi in se stessa escludendo tutto e tutti. Non era mai stata quel tipo di persona,ne voleva esserlo. Ma quel pensiero la torturava. Con sua grande sorpresa,invece,successe l'opposto. Questa storia li aveva avvicinati e Skyler non se lo sarebbe aspettata,mai. Dalla morte di Molly nessuno aveva cercato di farla stare bene tanto quanto stavano facendo quei ragazzi e,in particolare,Louis.

"Skyler?" La chiamó Louis ridacchiando

"Mh?" Disse Skyler mentre allontanava i suoi pensieri per tornare a concentrarsi sul ragazzo che le stringeva i fianchi mentre,per riuscire vedere la cartella che aveva appena poggiato sul tavolo,poggiava il suo mento sulla spalla della ragazza. Si rese conto di non aveva sentito una parola di quello che Louis,probabilmente,aveva detto.

Let's smile again [l.t.]Where stories live. Discover now