13| Bagno complice

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                                                       danno
/dàn·no/
Diminuzione, più o meno grave ed evidente, di efficienza dovuta a cause fortuite o volontarie.

                                                                        danno/dàn·no/Diminuzione, più o meno grave ed evidente, di efficienza dovuta a cause fortuite o volontarie

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                                   🌶🌶🌶/5
                     
                               𝙰𝚒𝚕𝚒𝚜 𝙼𝚌𝙳𝚊𝚟𝚒𝚜

Ero al quarto drink.
Inciampavo spesso, avevo la bocca impastata ed i sensi offuscati.

Il locale era situato sulla ventiduesima, e nonostante fosse Ottobre ed io indossassi un abito smanicato, l'alcol in circolo nel corpo non mi faceva comprendere la reale temperatura dell'esterno. Mi sembrava di stare bene, ma vedevo ragazze con dei giubbotti di jeans e alcuni ragazzi in canottiera. Mi confondevano anche loro, faceva caldo o freddo?

Sentii un braccio avvolgermi la schiena e mi rilassai quando capii che si trattava di Raissa.

«Lis, cinque minuti fa ti ho visto con un drink di un altro colore, l'hai già finito e questo è uno nuovo?» sfuggire alle sue premure da mamma era stata una vera missione.

Comprendevo le sue paure, davvero, ma ogni fibra del mio corpo necessitava riposo, la mia voglia di staccare la spina andava oltre qualsiasi suo ragionevole divieto. Ogni sorso era una pensiero in meno rivolto verso Stanford.

Il locale era pieno: oltre a tutta la squadra di nuoto si era unita anche metà di quella di basket e di hockey. Ovunque mi girassi nel privè dedicato alla festa, vedevo ragazzi in camicia sfoggiare i loro migliori sorrisi per sedurre le ragazze. Battute penose e giochi alcolici erano in ogni dove.

Sospirai fusa mentre i miei occhi incontrarono quelli del barista; era un bel ragazzo mulatto con un orecchino nel lobo destro. Mi morsi la lingua per il fastidio in quanto riconoscevo quanto delicati ed attraenti fossero i suoi lineamenti ma non fui comunque capace di provare niente di più. Ció che avevo riscoperto con Damien si presentava come un singolo e triste caso isolato, ero di nuovo chiusa nella mia teca d'acciaio? Insensibile nei confronti dell'aura maschile? Non volevo pensarci, mi bastava la tristezza del rifiuto di Stanford per quel giorno, non avrei retto sapermi di nuovo frigida.

«Oh, andiamo Landway!» sentii urlare dietro di me, il contatto visivo col barman s'interruppe come se non fosse mai neanche iniziato. Mi voltai e trattenni lo sguardo sulla composizione più verosimile ad una divinità che avessi mai visto.

Sbattei le palpebre.

Damien entró con ampie e sensuali falcate nella sala attirando l'attenzione come un maliardo pur non facendo niente di significativo.

Raissa mi lasció per andare a salutare Travis e la mia contemplazione verso la figura di Damien venne interrotta da una spallata violenta che quasi mi fece volare per terra.
Fortunatamente, il ragazzo ebbe i riflessi pronti per tenermi e non permettermi di cadere goffamente davanti a tutti.

The Rose sensationOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz