when our hearts were never broken

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Ciò che ama di lei più di ogni altra cosa è che sembra a tutti gli effetti una meravigliosa bambola di porcellana. Non per niente "muñequita" è anche il suo soprannome preferito quando si rivolge a lei.
Occhi verdi, capelli ramati e un sorriso che lascia sempre intravedere due fossette che le fanno sciogliere il cuore ogni volta che la vede.

Il fatto che Maggie non sia sua la fa stare male. Le manca immensamente affondare il viso nei suoi capelli e inspirare il suo profumo di shampoo alle mandorle. Vorrebbe mandare indietro l'orologio e tornare al giorno in cui Maggie le ha confessato di provare qualcosa per lei. Vorrebbe avere una macchina del tempo per rivivere quell'istante e cambiare le cose.
Che stupida è stata ad allontanarla. E per cosa poi? Per orgoglio?

"Chissà cosa penserà la gente!" avevo detto voltandole le spalle.
L'aveva lasciata lì, da sola, all'angolo della strada dove erano solite ritrovarsi prima di iniziare la giornata con un caffè del miglior bar di Madrid.

Maggie l'aveva lasciata andare, troppo triste per quel rifiuto che ad essere sincera non aveva messo minimamente in conto, troppo accecata dai suoi sentimenti per Najwa e dall'illusione che lei potesse ricambiare.

E ora eccola qui, in tutto il suo splendore con quel suo stupido abito da sera nero che le lascia scoperta la spalla sinistra. Uno spacco sul lato lascia intravedere le sue gambe perfette.
È normale provare certe cose per una collega? Non è sicura, ma Maggie è qualcosa di più. Lo è da sempre.

Si avvicina per salutarla.
Per educazione, si ripete nella sua testa.
Non ci sono secondi fini.

"Ciao Mag." dice sorridendo mentre la sua mano si posa istintivamente sulla sua schiena semi nuda per attirare la sua attenzione.
Maggie si volta e il sorriso lascia le sue labbra. Pare abbia visto un fantasma.
Non ricambia nemmeno il saluto e questo è un altro tipo di dolore.
La liquida con un'occhiata prima di provare ad allontanarsi. Ancora una volta Najwa la ferma posandole una mano sulla spalla. La sua mano fredda a contatto con la sua pelle calda le fa venire un brivido.

"Non abbiamo nulla da dirci." dice Maggie in tono acido.
Si volta ancora e questa volta Najwa la lascia andare. La guarda mentre raggiunge a passo spedito quello che ormai da un anno e mezzo è il suo fidanzato, Remy.
Lo bacia in modo teatrale. Sembra quasi finto. Quasi sperasse che Najwa la veda.

Ed è proprio così.
La vede.
E le si spezza il cuore.

Se il giudizio della gente non pesasse così tanto sulla sua carriera, forse ora Maggie starebbe baciando lei e non quell'uomo. Le telecamere starebbero inquadrando loro due.

È tutto sbagliato. Tutto al contrario.

Fa di nuovo un passo verso Maggie per raggiungerla e costringerla a parlare, ma un giornalista è più veloce di lei. Le posiziona il microfono davanti alla faccia e inizia a farle alcune domande a cui Maggie risponde con il suo solito tono gentile.

Dura dieci minuti.
Dieci minuti in cui Najwa rimane lì impalata ad ammirarla da pochi metri di distanza.
Quando il giornalista se ne va è il turno dei fotografi.
È una tortura del cazzo.

Stanca di aspettare, Najwa decide di prendere l'iniziativa. Si fionda verso di lei prima che un altro intervistatore faccia un passo avanti e afferrandola per il polso la costringe a seguirla.
Maggie protesta, ma Najwa sibila un "Solo un minuto" a denti stretti, così la segue pur mantenendo il broncio.

Nessuno fa troppo caso alla loro assenza. Forse solo Remy o forse nemmeno lui.

"Lasciami! Si può sapere cosa vuoi da me?" urla Maggie una volta raggiunto il bagno delle signore.
Najwa alza gli occhi al cielo.
"Solo parlare. Voglio solo parlare!"
È esasperata e dannatamente sexy quando ha quello sguardo così affranto.
Maggie si morde il labbro, non sa se per il nervosismo o per qualcos'altro.
"Avanti, allora! Parla! Hai 5 minuti prima che decida di andarmene!"

Najwa si passa una mano tra i capelli per sistemarsi la frangetta bionda. Poi parla.

"Ti sta bene questo colore di capelli." inizia.

Spera che un complimento basti ad alleggerire la tensione tra di loro.
Funziona anche se poco.

"Tutto qui? Volevi farmi i complimenti per il mio nuovo taglio di capelli?!"
Sembra quasi delusa.
Najwa sorride.
"No, ovviamente no, ma..."

Fa male.

"Mi sei mancata, ecco."

Maggie ride.
Una risata isterica.
Najwa la guarda confusa.

"E ti ci sono voluti due anni per dirmelo?"
"Io non-"
Maggie la ferma.
"Non ti sono mancata. Se fosse così mi avresti scritto. Ma no, figuriamoci! Sei sempre stata troppo orgogliosa per ammettere quello che provi veramente."

Ha ragione.

"Mi conosci meglio di chiunque altro."
"Già, chi meglio di me sa quanto puoi essere stronza?" dice Maggie ridendo.
Najwa fa un passo verso di lei e improvvisamente Maggie vorrebbe solo mettere un muro fra loro due. Averla così vicina non le permette di pensare lucidamente.

"Sono una stronza, sì." risponde Najwa. "Ma sono sincera quando dico che mi sei mancata. Mi è mancata la mia migliore amica."

Migliore amica.
Ancora quella parola.

"Perché improvvisamente dopo due anni hai sentito il bisogno di dirmelo?"
Ha l'aria stanca.
"Perché quando ti ho vista prima, là fuori, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era quanto è stato orribile starti lontana."

Ora Maggie non sa più come reagire.
Dovrebbe essere furiosa per come Najwa l'ha trattata.
Eppure il suo cuore ancora la ama.

"In questi due anni ho costretto me stessa a dimenticarti. Ho provato a renderti piccola piccola in modo tale da farti stare in un minuscolo angolo della mia mente da cui non potessi uscire per rovinare le cose un'altra volta. E poi vieni qui, mi dici che ti sono mancata e improvvisamente non riesco più a tenerti in quell'angolo. Sei ovunque. Io non credo di farcela."

Si costringe a non piangere solo perché rovinerebbe il trucco.

Un altro passo verso di lei.
Maggie mette le mani di fronte a sé nel tentativo di tenerla lontana.
Najwa la ignora. La costringe ad abbassare le mani e in un gesto inaspettato - esasperato - la abbraccia.
Maggie prova a divincolarsi qualche secondo prima di lasciarsi andare a quel contatto.
Affonda il viso nella sua spalla.

È mancata anche a lei, ma questo era ovvio.

Najwa sorride con il viso nascosto tra i capelli di Maggie.

"Mi sei mancata sul serio, bambolina."
Maggie ride.
"Da quanto tempo non sentivo quel soprannome." dice a metà tra le lacrime e una risata.
Najwa le asciuga le guance con il pollice.
"Ammetti che ti sono mancata o non ti lascerò andare." la prende in giro.

Maggie alza gli occhi al cielo.

"Ti piacerebbe."
"Molto."

La abbraccia di nuovo.

"Mi sei mancata."

Non ha il coraggio di dirglielo mentre la guarda negli occhi, ma questa è la verità.

"Così va meglio." dice Najwa accarezzandole i capelli.
"Resti comunque una stronza." ripete Maggie.
"Lo so."

Rimangono in silenzio, immobili l'una tra le braccia dell'altra. Poi Maggie si stacca da lei.

"Devo tornare di là. Remy mi sta aspettando."

Detto questo esce dalla porta e una fitta attraversa il cuore di Najwa. Il fatto che abbia ammesso di esserle mancata non cancella due anni di lontananza. Non cancella ciò che Maggie ha costruito mentre lei non era presente.

———
Seguirà parte due.

Paper ringsWhere stories live. Discover now