capitolo 13

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quasi 1 anno dopo

hinata

sta per finire.
lo so.

devo essere forte.

dobbiamo essere forti.

mi sta per lasciare ma io non sono pronto.

abbiamo così tante cose da fare inisieme ancora

tanti appuntamenti.

tanto divertimento.

un futuro.

che purtroppo non ci è concesso.

mi fa ogni giorno più male.

fra due mesi mi lascerai.

rimani l'egoista di un tempo.

non puoi lasciarmi.

non puoi.

non puoi.

non puoi.

è passato 1 anno e ti amo ogni giorno più di ieri e meno di domani.

sto andando all'ospedale, ho finito gli allenamenti e mi sono fatto una doccia per poi passare ancora una volta il pomeriggio con te.

mi incammino e prendo l'autobus.

ore 16.30

arrivo e mi dirigo nella tua stanza sapendo la strada a memoria per la miriade di volte che l'ho percorsa.

saluto i medici e gli infermieri che ormai mi conoscevano molto bene a causa del fatto che mi presento praticamente ogni giorno all'interno della struttura.

il solito odore di antisettico mi brucia le narici.

il bianco apatico delle pareti e la luce dei led sul soffitto mi da un senso di malinconia.

mi addentro nella stanza e sorrido vedendoti.

ti lascio un veloce bacio sulla fronte e tu mi sorridi di ricambio.

ormai pure parlare ti viene difficile.

come al solito mi siedo affianco al tuo lettino e inizio a raccontarti la mia giornata.

passo ore e ore a parlarti e cerco di renderti partecipe.

ti faccio domande da cui non mi spetto una risposa e vedo i tuoi occhi sognanti che ascoltano attenti ogni parola che dico.

non posso descrivere quanto ti amo.

un suono poco cauta della porta che di spalanca mi fa sussultare.

un dottore è entrato di fretta nella stanza.

il mio cuore inizia a galoppare battendo in un modo incessante.

è davvero giunta adesso l'ora?

no.

ho ancora troppe cose da raccontarti.

"tobio ho una notizia fantastica"
disse il dottore girandosi poi verso di me accorgendosi della mia presenza.

lo guardai interrogativo con un'aria di sollievo.

"c'è un posto, è in italia, possono curarti."

scatto in piedi e spalanco la bocca.

"sta dicendo sul serio?"

chiesi al medico.

esso annuí

"le possibilità sono molto basse ma, se l'intervento andasse a buon termine, potrebbero curarti"

mi girai verso tobio che aveva anch'esso gli occhi spalancati.

"oh mio dio si"

cercai di calmare un urlo di gioia.

"contatteremo l'ospedale, la partenza sarà domattina"

annuí e abbracciai tobio.

gli accarezzai il volto e gli sorrisi.

"ce la farai amore, ce la faremo."

***
il pomeriggio seguente

kageyama

sono appena stato traferito nella mia stanza dell'ospedale in italia.

fra pochissimo mi opereranno.

le mie preghiere hanno funzionato.

forse finalmente potrò vivere la mia vita felice, con shoyo.

lui purtroppo non è potuto venire ma poco importa, tornerò da lui finalmente rinato.

entró un dottore in stanza e mi disse che era tutto pronto.

mi avrebbero operato.

mi fecero preparare.

scrissi un messaggio a shoyo prima di andare sotto i ferri.

"mi stanno per operare, andrà tutto bene, ti amo sei la mia vita"

mi tolsero poi il telefono e mi portarono, spingendo il lettino verso la sala.

il corridoio scorreva veloce affianco a me.

le luci sul soffito bianche mi abbagliarono così tanto che dovetti chiudere gli occhi.

entrai nella stanza e mi misero una mascherina in plastica che prendeva bocca e naso.

"ora conta da 1 a 10 molto lentamente"

disse il dottore sorridendomi.

io lo guardai.

"andrà tutto bene"

continuò.

io annuí e iniziai a contare.

1
finalmente

2
tornerò

3
da shoyo

4
vivremo

5
felici

6
e avremo

7
un futuro

8
shoyo

9
io

10
ti amo

ad ogni numero la vista mi si offuscava sempre di più.

vedevo le faccie dei medici accertarsi che l'anestesia stesse funzionando che piano piano sparivano.

egoista ⚠️ -kagehinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora