3. Patto

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Il giorno dopo, nonostante le poche ore di sonno fatte a causa del gioco, il ragazzo si alzò e fece colazione.

Finito di mangiare si mise la divisa, preparò un borsone con delle scarpe e una tuta, per poi recarsi a scuola.

Arrivato nel cortile, prese per la prima volta in tutta la mattina il telefono e controllò eventuali notifiche.

————[Shoyo🍊]
𝚂: 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚘!

𝚂: 𝚖𝚒 𝚛𝚊𝚌𝚌𝚘𝚖𝚊𝚗𝚍𝚘, 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚘𝚐𝚐𝚒 𝚍𝚊𝚒 𝚒𝚕 𝚖𝚎𝚐𝚕𝚒𝚘 𝚍𝚒 𝚝𝚎! 𝙴 𝚟𝚎𝚍𝚒 𝚍𝚒 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝚊𝚖𝚒𝚌𝚒𝚣𝚒𝚊 𝚌𝚘𝚗 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚘 𝙺𝚞𝚛𝚘𝚘

𝚂: 𝚕𝚘 𝚜𝚊𝚒 𝚌𝚑𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚘𝚙𝚙𝚘𝚛𝚝𝚘 𝚕'𝚒𝚍𝚎𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚝𝚞 𝚜𝚒𝚊 𝚜𝚘𝚕𝚘.

𝙺: 𝚝𝚛𝚊𝚗𝚚𝚞𝚒𝚕𝚕𝚘, 𝚜𝚝𝚘 𝚋𝚎𝚗𝚎
𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚘𝚕𝚘.

𝙺: 𝚝𝚞 𝚒𝚗𝚟𝚎𝚌𝚎 𝚌𝚘𝚗𝚌𝚎𝚗𝚝𝚛𝚊𝚝𝚒 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚘 𝚜𝚝𝚞𝚍𝚒𝚘 𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚊
𝚝𝚞𝚊 𝚗𝚞𝚘𝚟𝚊 𝚌𝚘𝚝𝚝𝚊.

𝚂: 𝚗𝚘𝚗 𝚎̀ 𝚞𝚗𝚊 𝚌𝚘𝚝𝚝𝚊! 𝙴 𝚌𝚘𝚖𝚞𝚚𝚗𝚞𝚎 𝚜𝚊𝚋𝚊𝚝𝚘 𝚟𝚒𝚎𝚗𝚒 𝚊 𝚌𝚊𝚜𝚊 𝚖𝚒𝚊 𝚌𝚘𝚜𝚒 𝚌𝚒 𝚛𝚊𝚌𝚌𝚘𝚗𝚝𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘.

𝙺: 𝚘𝚔, 𝚘𝚛𝚊 𝚙𝚎𝚛𝚘̀ 𝚍𝚎𝚟𝚘 𝚎𝚗𝚝𝚛𝚊𝚛𝚎 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚒𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚏𝚊𝚌𝚌𝚒𝚘 𝚝𝚊𝚛𝚍𝚒.

𝙺: 𝚎 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚝𝚞 𝚍𝚘𝚟𝚛𝚎𝚜𝚝𝚒 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝚕𝚘 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚘.

𝚂: 𝚜𝚒𝚜𝚒 𝚘𝚛𝚊 𝚎𝚗𝚝𝚛𝚘, 𝚊 𝚍𝚘𝚙𝚘!

𝙺: 𝚍𝚘𝚙𝚘.

————[fine chat]

Il ragazzo si sentì nuovamente degli occhi addosso, come la giornata precedente, ma non capendo la provenienza posò il telefono e 'corse' in classe.

Arrivò giusto in tempo per sedersi e non farsi vedere dal professore, entrato poco dopo in aula.

Non si poté dire la stessa cosa del corvino che, dopo tre minuti, entrò sotto lo sguardo severo del prof.

Ku: "vedo che anche tu hai portato il borsone, pronto per giocare?" sussurrò al minore catturando la sua attenzione.

K: "dovresti seguire"
Ku: "non vedo l'ora di vederti giocare gattino"

K: "Kenma" rispose il minore fulminandolo con gli occhi, sentendo quel soprannome.

Di tutto gusto il maggiore, non lasciandosi intimorire, imitò il gesto degli artigli e un "miao" con la bocca per prendersi gioco del minore.

Il ragazzo dagli occhi felini dorati lo ignorò e continuò a seguire la lezione, avendo già dato troppe attenzioni al corvino.

Come la giornata precedente le ore passarono velocemente, Kuroo chiese nuovamente al minore di pranzare insieme senza nessun risultato e le lezioni finirono.

Kenma si alzò dal banco, e prendendo il borsone, si recò in palestra.

K: "smettila di seguirmi"
Ku: "guarda che anche io devo andare al club"

K: "allora non stare dietro di me, sembri uno stalker"
Ku: "sembro?"

Il minore lo guardò serio e per un attimo anche il maggiore sembrò tutto d'un pezzo, finché una grossa risata non spezzò quel momento.

Ku: "HAHAHA dovresti vedere la tua faccia gattino, tranquillo non sono uno stalker"
K: "sei inquietante"

Ku: "HAHAHA e tu sei molto interessante" continuò ancora con le lacrime agli occhi.

Arrivati finalmente in palestra si presentarono agli altri e, dopo essere andati negli spogliatoi per cambiarsi, si allenarono.

Orami distrutti, dopo ore e ore di allenamento, la squadra fu congedata e mandata a casa.

Kenma era adir poco esausto, sia fisicamente che mentalmente, ma almeno molto contento dei risultati ottenuti nelle prove.

Si era fatto valere tra tutti quei ragazzi alti e atletici mostrando quanto potesse essere alla loro altezza, se non oltre, grazie alla sua geniale mente.

Doveva ringraziare il mandarino se aveva qualcosa a cui aggrapparsi, perché era grazie al suo amico se non era un completo nullafacente e non era caduto nel totale oblio.

Il ragazzo ringraziava Shoyo ogni volta che poteva, non gli sarebbe mai stato grato abbastanza.

Ku: "ehi non mi immaginavo fossi così bravo come setter"
K: "eh? Oh Kuroo.. grazie" si girò verso la voce.

Ku: "nonostante la tua scarsa resistenza hai un incredibile tecnica e una straordinaria capacità strategica"
K: "mmh si, diciamo che sono un abile osservatore" disse in imbarazzo per il complimento.

Ku: "uhh e osservi anche me?!"
chiese in modo malizioso, prendendo in giro il ragazzo.

K: "ora vado" rispose scocciato, pronto ad andarsene.

Ku: "scherzavo gattino, uffa"
K: "non chiamarmi così"

Ku: "è come vuoi essere chiamato gattino?"
K: "Kenma, solo Kenma"
Ku: "facciamo così.. domani tu pranzo con me e io non ti chiamo più gattino? Ok?!"

Il ragazzo ci penso un po' su e, non trovando alternative migliori, accettò.

Si separarono e ognuno fece ritorno a case, Kenma si lavò e si ordinò una pizza.

Appena il fattorino arrivò mangiò e, dopo aver fatto i compiti, si mise a giocare come la sera precedente ad un videogioco per poi addormentarsi.

from strangers to (problematic) loversWhere stories live. Discover now