Capitolo 1

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Stavolta il piccolo Luigi non si ritrovò nel letto della sua amatissima Catanzaro e né tanto meno coi raggi del sole che gli illuminavano il viso, una delle tante cose gli sarebbero mancate di quella città era il sole. Neanche la penombra di un raggio di luce, solo un cielo pieno di nuvole grigie che copriva tutto quel bel vedere di un azzurro predominante.

Decise di alzarsi e di spalancare le tende bordeaux e la finestra per poi aspirare quella brezza di vento che gli si spalmava sul viso. L'unica cosa che gli poteva piacere di quella città era l'aria ben pulita e fresca che a Catanzaro mancava, anche se si sentiva l'odore del mare l'aria in centro era più inquinata di quella di Como.

Lasciò aperto e si andò a vestire disfando le valigie prima di poter scendere le lunghe scale della villetta ed entrare in cucina attraversando il soggiorno luminoso.

La zia era seduta su una sedia del tavolo da pranzo mentre guardava qualcosa di probabilmente interessante sul suo telefono, quest'ultima appena vide il moro sorrise e spense il telefono per poi dirgli di accomodarsi affianco a lei e Luigi vide che aveva già la colazione pronta davanti a sé così sorrise alla zia.

«Buongiorno amore di zia, dormito bene?»

La zia sorseggiò il suo thè caldo al limone e sorrise.

«Buongiorno zia, si sono stato molto bene. Ma zio?»

Chiese il piccolo mentre mescolava col cucchiaino il suo cappuccino pieno di schiuma.

«È andato a lavoro presto, il lavoro lo chiama. Comunque sai già quando inizia la scuola?»

Dopo aver bevuto un sorso del cappuccino caldo annuì rispondendo

«Ahm si, dovrebbe iniziare il 19 settembre, ovvero domani»

La zia sorrise e i due iniziarono a chiacchierare un po', il programma di Luigi per quella giornata sarebbe stato solo ripassare la sua canzone per poterla cantare al meglio. La cosa che più gli metteva ansia è che avrebbe dovuto portarla proprio in quella scuola e aveva paura di come avrebbero potuto reagire o commentare. In effetti Luigi era un tipo solare ma quando si faceva prendere dall'ansia diventava più cupo e paranoico, per quanto gli altri gli potessero dire che fosse un bravissimo cantante lui non era di quel parere e ogni volta è sempre la stessa storia, prima di ogni esibizione gli saliva il vomito e l'ansia di sbagliare lo soffocava ogni volta. Ma alla fine è andato sempre bene è solo Luigi che fa il paranoico.

Dopo aver fatto colazione rivolse un sorriso alla zia che subito venne ricambiato salutandolo e il piccolo salì le scale per poi andare in camera sua e prendere la chitarra col testo della canzone presso in mente.

Sento la rabbia dentro me
Rimane sempre, sai perché?
Sarà che forse non mi dai
quello che voglio da te...

Continuò a cantare e a ripassare le note sulla sua chitarra e a volte cercò anche di mettere più acuti anche se non gli riuscivano perfettamente. Passò tutto il pomeriggio attaccato alla chitarra e allo spartito sulle sue gambe fin quando verso le 16:54 decise di andare a fare un giro del paese ammirandolo.

In fin dei conti Como era una città tranquilla e silenziosa dove faceva spazio a paesaggi meravigliosi e a foreste di abeti verdi come lo smeraldo. A Luigi piaceva per il silenzio, che sicuro in Calabria non poteva ricevere, e poi anche se non c'era il mare oppure quelle spiaggie mozzafiato c'era il lago e delle montagne enormi e gigantesche con la vetta piena di neve. Anche se tentò di perdersi più volte in mezzo a quelle stradine non gli dispiaceva ammirare quel paesino, e se non avrebbe ritrovato la via di casa probabilmente sarebbe stato disposto a dormire in un prato verde sotto le stelle che, a malincuore, erano coperte dalle nuvole grigie lasciando visibile solo qualche puntino luccicante e poi per il resto come luce c'erano i lampioni posti ai lati del marciapiede.

Basti tu a farmi sorridere //Aligi Stryse//Where stories live. Discover now