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Non credevo si potesse resistere così tanto tempo rinchiusi in casa, senza vedere la luce del sole da giorni.

Ero così ferito, così arrabbiato, così deluso, che non pensavo mai a quanto male mi stessi provocando da solo evitando ogni contatto con il mondo esterno.

Avevo chiuso la porta della camera a chiave e mi ero lasciato andare sotto le coperte del letto, con la fronte appoggiata sul cuscino e un dolore incredibile al cuore.

La testa pulsava e faceva terribilmente male, mi faceva male lo stomaco a causa dell'irregolarità nel mangiare, saltando pasti per giorni interi. Ma non era per quello che stavo male, non era per quello che le mie lacrime non smettevano di fermarsi.

Mi piaceva. Mi piaceva Harry come non mi era mai piaciuto nessuno. In quel momento avrei voluto solo tornate indietro e non averci mai litigato.

Tentai di asciugarmi le guance quando sentii qualcuno che provava ad aprire la porta della camera e trattenni il respiro, per sopprimere i singhiozzi, quando sentii la voce di mia sorella.

«Ehi Lou, apri.» urlò lei dal corridoio.

Singhiozzai ancora e tirai su con il naso. Con una mano cercai di dare una forma più decente ai miei capelli arruffati mentre mi nascondevo ancora di più sotto il piumone.

«Dimmi che stai bene, mi fai preoccupare.»

Disse Lottie cercando, invano, di aprire la porta anche se era ancora chiusa a chiave e non avevo la forza di alzarmi e affrontare qualunque persona.

Starò bene.


-


☎️Ti prego, rispondi

☎️Harry.

☎️LOUIS

☎️LOU

☎️SEI VIVO!

☎️Smetti di scrivermi, grazie.

☎️Non ho nulla da dirti, ciao.

☎️Se non vuoi parlare qui, sono costretto a venire sotto casa tua.


-


La televisione non trasmetteva più niente di interessante. Ormai il divano aveva preso la mia forma, visto le lunghe ore che ci avevo trascorso dopo essermi alzato dal letto per rispondere agli innumerevoli messaggi di Harry.

Smetti di scrivermi, grazie.

Harry creava dipendenza, ti faceva entrare nel suo vortice pieno di emozioni e dopo ti distruggeva.

Una coltellata al cuore, una spina nel fianco, un pugno nello stomaco.

Harry era tutto questo con una piccola dose di dolcezza che riusciva sempre ad ammaliarti.

Aveva la capacità di farti sentire speciale e di distruggerti il secondo dopo.

L'idea di non rivederlo era sempre stampata nella prima testa, era troppo presto e faceva ancora troppo male.

Il campanello del portone di casa suono, ma la voglia di alzarmi per andare a

vedere chi rompeva i coglioni era inesistente.

«Lottie vai tu!»

Urlai cercando di farmi sentire da mia sorella, che però invano non risponde.

Snapchat  ➳  LarryWhere stories live. Discover now