𝙴𝚙𝚒𝚕𝚘𝚐𝚘

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Era una bella giornata, il sole risplendeva alto nel cielo, caldo e sereno; i bambini, con i sorrisi in faccia, correvano in quel parchetto immerso nel verde, le coppie passeggiavano mano nella mano, qualche gruppo di amici si divertiva a parlare mentre attraversavano il viale, qualche anziano dava da mangiare ai piccioni che apprezzavano felicemente quel gesto, ed al contrario di tutti gli altri, un giovane ragazzo dai folti capelli neri se ne stava seduto su una panchina con uno sguardo abbattuto, infelice, e rimuginava tra sé e sé.

Yami era un ragazzo che di solito non si faceva prendere così tanto dalle emozioni, era abbastanza pacifico anche se molti lo avrebbero definito strano a causa della sua cupezza e dell'oscurità che emanava in chiunque lo osservava.

Quella questione lo aveva preso fin troppo dentro, quasi lo soffocava, voleva solo uscirne e sentire il suo cuore libero da quella costrizione, quando sarebbe finita quell'agonia adolescenziale?

Mentre era perso nei suoi pensieri, sentì qualcuno sedersi vicino a lui.

Alzò il capo e vide un anziano signore con un bastone in mano: i suoi capelli erano strani, abbastanza bizzarri a detta di Yami, di un colore bianco e rosso, anche se quest'ultimo sembrava che stesse per sparire; aveva una postura dritta, elegante, e guardava davanti a se, con sguardo quasi perso.

"Che cosa ti turba ragazzino?" Yami si risvegliò da quello stato di analisi e si mise composto guardando l'anziano signore.

"Sono questioni da ragazzi, lei non potrebbe capire" rispose con tono neutro continuando ad osservarlo.

"Invece ti sbagli, anch'io ero giovane, so come ci si sente. Un brutto voto a scuola? Una confusione temporanea? Oppure un cuore infranto?" il ragazzo sgranò gli occhi sentendo quest'ultima domanda.

L'anziano sorrise appena girando il capo verso di lui e scatenando uno stupore ancora più grande nel ragazzino; i suoi occhi erano belli per quanto strani, di due colori differenti: uno azzurro come il cielo limpido di quella giornata, e l'altro grigio come quando il cielo è invaso dalle nuvole grigiastre cariche di pioggia, rimase affascinato da quel particolare.

"Immagino di aver indovinato, allora credo di poterti comprendere perfettamente, l'amore è tanto bello quanto crudele, porta gioia e dolore e tu non puoi far nulla per evitarlo, ma questi sono le condizioni se accetti di firmare un contratto con quest'ultimo. Parlamene, vedrai che questo vecchio, per quante ne ha passate, riserva ancora un po' di saggezza" Yami sorrise appena, iniziando, poi, a parlare.

"C'è una persona che mi piace, stiamo in classe insieme, il mio migliore amico, potremmo dire, eppure io non riesco a vederlo così, c'è questo sentimento che mi opprime, che vuole di più, ma so che devo mettere da parte i sentimenti altrimenti rovinerei tutto, a lui piacciono solo le belle ragazze, figurarsi se possa amare uno sfigato, strano e tetro come me" le parole uscirono tutte d'un fiato, e finalmente si sentiva libero di quell'enorme peso che si portava dentro.
L'anziano scosse la testa sorridendo.

"L'amore giovanile, cosa più pura non c'è, non ti giudicherò ragazzino, come ho già detto prima, ti comprendo, ma sbagli. L'amore non devi reprimerlo o vederlo come una malattia, devi accoglierlo dentro di te in ogni sua forma, accettarlo e poi confessarlo. Ricambiato o no devi sempre provare, se riceverai un rifiuto farà male, è vero, ma in parte sarai felice perché sei stato sincero con te stesso" Yami ascoltò attentamente prima di prendere parola.

"Preferisco tenerlo nascosto pur di non perdere l'unica persona per me importante in questo mondo" l'anziano continuò a sorridere.
"Questo ragazzino mi ricorda qualcuno" pensò.

"Che ne dici se ti racconto una storia, totalmente vera, che potrà farti riflettere sull'argomento?" Yami annuì attento ad ascoltare.

"Nel 1939, come dovresti saper bene, Hitler era al potere, dava la caccia agli ebrei e a chiunque fosse diverso e lo rinchiudeva nei campi di concentramento. Un ragazzo, ebreo, cercava di scappare da quel destino ormai scritto. Uno di quei giorni però incontrò il suo salvatore, il suo angelo custode, colui che avrebbe imparato ad amare insieme ai suoi splendidi occhi smeraldo" si fermò per prendere una pausa.

"Il ragazzo si nascose nella casa del suo salvatore, in un bunker potremo dire. Lì vissero milioni di avventure, scoppiò il loro amore, tutto era perfetto se non fosse per il luogo ed il momento in cui vivevano.

Alla fine furono scoperti e portati in un campo, la vita, lì, era dura, perdevi il tuo "essere umano" diventavi un oggetto nelle loro mani, e il minimo passo falso ti costava la vita. I due amanti vivevano nel terrore di ogni giorno, allontanandosi sempre di più, la vita era troppo faticosa per loro ed erano troppo giovani per ritrovarsi sulle spalle quel grande peso.

Nel 1945, però, arrivarono i loro salvatori, e se non fosse stato per un proiettile, quel ragazzo dagli occhi verdi avrebbe potuto riavere la sua vita, la sua libertà, la felicità. Però come all'inizio, doveva essere il salvatore dell'amato che si ritrovò solo, perso nei ricordi dell'altro.

Insieme al migliore amico del ragazzo diventato un angelo a tutti gli effetti, si ricostruì una vita, insieme, i due, impararono a dimenticare, ad amare, ad apprezzare la quotidianità. Eppure, nel cuore del ragazzo, rimase quel piccoletto dagli occhi verdi ed il suo sorriso contagioso.

Loro due si amavano tanto, però erano nati nell'epoca sbagliata per poter dimostrarlo. Alla fine il ragazzo, divenuto ormai un anziano con il bastone in mano, si ritrovò nella solitudine più totale attendendo, giorno dopo giorno, le braccia della morte pronto a cullarlo" Yami rimase senza fiato, il suo cuore si era fermato nel sentire quel doloroso racconto, l'anziano rimaneva con sguardo neutro anche se i suoi occhi emanavano uno velo di tristezza.

"Quello che voglio dirti, ragazzino, che devi cogliere ogni attimo della tua vita, passare sempre più tempo con le persone che ami e non mentire a te stesso, buttati tra le braccia di quel folle sentimento e fai in modo che tu e il tuo futuro ragazzo siate felici" Yami arrossì a quelle ultime parole e poi sorrise all'anziano.

"Grazie, ho deciso di andargli a parlare subito, lo devo a lei e a quel ragazzo. Così si alzò in piedi salutando l'anziano signore.

"Aspetti, non mi ha detto il suo nome" disse incuriosito il ragazzino.

L'anziano sorrise "Sono semplicemente Shoto."

"Io Yami" disse il ragazzino ampliando il suo sorriso.

"Arrivederci" e si avventurò per quel parco alla ricerca dell'uscita che lo avrebbe portato dal suo amato.

Shoto sorrise guardando il cielo.

"Oh Izuku, era così simile a te, sarebbe bello rivederti" poi chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalla brezza estiva.

Si lasciò andare ad un sonno profondo, senza risveglio, anche lui finalmente poteva ritornare dal suo amato.

                                   𝐹𝑖𝑛𝑒

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𝗔𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝘂𝗼𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗣𝗲𝗰𝗰𝗮𝗿𝗲Where stories live. Discover now