sei tu

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"Sei tu".
Quella voce.
È inconfondibile.
"Lo sai che è pericoloso girare da sole di notte?!"
Il mio respiro si fa più affannato.
Sento la sua mano posarsi sul mio braccio e salire fino ai capelli.
"Sei uguale a come ti ricordavo" dice.
In che senso? È lui?
Non ho il fiato per porgli quella domanda.
"Sai mi ricordi molto tutti e due, hai la bellezza di tua madre e la forza di tuo padre"
A quelle parole mi parte una scarica elettrica lungo tutto il corpo.
"Li conoscevi?" Domando.
Ma che domande sono?! Certo che li conosce se mi ha detto che glieli ricordo, IDIOTA.
Ride a questa mia domanda.
"Certo che li conoscevo, tuo padre mi ha insegnato a guidare e tua madre mi curava le ferite quando facevo gli incidenti"
Una lacrima bagna il mio volto.
Ha conosciuto più lui i miei genitori che io.
"Come hai fatto a riconoscermi?"
A quella domanda mi fa voltare e mi guarda dritto negli occhi.
Mi sta scavando l'anima.
È una sensazione strana, ma allo stesso tempo serena.
"Non avrei mai potuto dimenticare i tuoi occhi, tu non ti ricordi ma io si"
comincia a camminare e continua "giocavamo insieme, ovviamente tu eri piccola, io ero abbastanza grande da ricordare"
Si volta verso di me e nota che i miei occhi stanno rilasciando più lacrime del previsto.
"Non piangere" dice asciugandomi le lacrime con il pollice ruvido.
A quel tocco la mia pelle brucia.
"Quando ho saputo della loro morte, mi sono ripromesso di non dover far spengere mai quel bellissimo sorriso che avevi da bambina"
"Quindi sei tu il mio tutore"
Sospira.
Mi guarda e non dice nulla.
"Ora devo andare"
"NO PERCHÉ!? TI PREGO, DEVO SAPERE"
Non si volta.
"Perché fai così?" Sto piangendo, non capisco il perché, alla fine non lo conosco, perché dovrei piangere per lui!?
A quelle mie parole si blocca.
"È ancora presto", lo guardo andare via sulla sua macchina, mentre svanisce nella notte.
Non ho la forza di rincorrerlo.
Cado in ginocchio sulla sabbia fredda della sera.
Respiro lentamente, cercando di far rimanere impressi il più possibile ogni suo gesto e ogni sua parola.
E' troppo presto ha detto, a perché!?, non capisco, e se lui sapesse qualcosa che io non so!?
Io devo sapere.
Con le lacrime agl'occhi guardo cielo, forse sperando che possa arrivare la risposta.
Decido di dormire in macchina, è un po' scomoda ma può andare bene.
Non ho la forza di guidare.
La stanchezza del pianto comincia a farsi sentire.
Sento che le forze cominciano ad abbandonarmi e mi lascio andare in un sonno profondo, costellato di sogni, dove i protagonisti sono due bambini, una italiana e uno americano che giocano e ridono insieme.

Il giorno seguente
Mi sveglio sentendo bussare sul finestrino della macchina.
Apro gli occhi e mi trovo davanti il ragazzo biondo.
Abbasso il finestrino e aspetto che parli.
"Ciao" dice guardandomi dal finestrino.
"Ciao" dico sbadigliando.
"Sai, ti vuole bene" riferendosi a lui.
"Ah si?" dico in tono sarcastico
"Beh se non te ne voleva non mi chiedeva di cercarti per tutta la città non trovi?"
A quelle parole rimango di stucco.
Perché dovrebbe farmi cercare per tutta la città!?
Alla fine sapeva dov'ero.

I miei occhi si posano sull'orologio digitale della mia macchina.
"Cazzo....."
"Cosa?!" mi guarda curioso, come se stessi per fare qualcosa di inaspettato.
"Sono le 4 e io mi sto svegliando adesso"
"È per questo che mi ha mandato a cercarti" dice ridendo, come se fosse una cosa ovvia.
Mi rivolge un sorriso sincero.
"Ok, quindi!? Cosa vuole che faccia!?" dico guardando il ragazzo che ora ha aperto la portiera del passeggero per poi sedersi accanto a me.
"Andiamo" dice solo questo.
Ma a che gioco stanno giocando!? Pensano che io giochi a nascondino con loro!?
"Dove!?"
"Lo vedrai, ora metti in moto"
Sotto un certo punto di vista mi fido, devo farlo per forza, LUI è l'unica cosa più vicina ad una famiglia che io possa avere.
"Fai strada"
Metto in moto e partiamo.
Dopo 20 interminabili minuti parcheggio davanti quello che sembra un garage.
"Andiamo" dice scendendo dalla macchina.
"Io arrivo subito" non credo mi abbia sentito perché poi torna indietro ripetendo l'affermazione.
"Ho bisogno di respirare, arrivo tra un minuto".
Mi guarda perplesso ma mi lascia sola con i miei pensieri.
E se ad un certo punto mi volta le spalle!?
Come faccio!?
Ok, ora calmati.
Tiro almeno 10 respiri profondi e scendo dalla macchina.
Mi avvio dentro al garage cercando di mantenere abbastanza bassi i battiti.
Oh, devi darti una calmata sennò ti senti male.
Il che è vero, l'ultima volta che ho avuto i battiti così alti mi è venuto un attacco di panico.
Speriamo non mi venga ora, non voglio sembrare patetica.
Calmati i miei battiti entro nella porta semi aperta del garage.
Sono tutti li.
E tutti stanno facendo qualcosa di diverso.
Il ragazzo biondo mi porge un sorriso confortante e viene verso di me.
"Tranquilla, non ti mangia nessuno qui" dice bisbigliando al mio orecchio, a quell'affermazione mi scappa un sorriso, effettivamente cosa dovrebbero mai farmi!?
Si allontana da me facendo un respiro profondo.
"EI DOM! GUARDA CHI TI HO PORTATO!"
Dom!? Non capisco, chi è Dom!?
Lo vedo uscire da una porta in fondo al garage con una delle ragazze.
"Ma guarda un po', di ritorno dalle tenebre" dice ridendo.
"Dove hai dormito stanotte?!" mi guarda preoccupato, ora chi glielo dice che ho dormito in macchina.
Appena inizio a parlare il ragazzo biondo mi interrompe.
"Tanto lo sai che pur volendo non te la direbbe la verità vero!?"
A quella domanda ride, quindi lo sa che gli avrei detto una cazzata.
"Ha dormito in macchina Dom"
Mi volto di scatto verso il ragazzo, fulminandolo con lo sguardo.
Ma che cazzo gli salta in mente!?
"Si è vero ho dormito in macchina"
"Te lo avevo detto che era pericoloso andare in giro di notte da sola"
"Tanto non sarebbe cambiato nulla"
"E' vero" dice voltandosi.
La ragazza che è con lui mi squadra come se fossi un alieno.
"Non fare caso a Letty, è un pochino gelosa", è di nuovo la voce del biondo.
"Quindi stanno insieme!?" chiedo guardandolo.
"Perché lo chiedi!? Ti interessa!?" Vedo passare nei suoi occhi una scintilla di divertimento.
"No, solo per sapere quale limite non posso valicare"
"Si, si ok" dice ridendo.
"Andiamo ti presento il resto della squadra"
Lui si gira e comincia a camminare per l'officina, ma io rimango lì impalata a guardarli ripercorrendo gli eventi della sera prima.
"Ci sei!?" a quella domanda mi guardo intorno, ma che sto facendo!?
"Si si arrivo"
"Se non vuoi il naso rotto da parte di Letty è meglio che la smetti"
"Di fare cosa!?"
"Di mangiartelo con gli occhi"
"Io non lo sto mangiando con gli occhi!"
"Come vuoi tu"
Si vede così tanto!?
Non glielo chiedo perché so già la risposta.
Ok, ora concentrati, sei qui per un obiettivo ben preciso, finito quello che devi fare tornerai in Italia.
Cazzo, non ho chiamato Robert.
Più tardi gli faccio una telefonata.

"Lei è Mia" dice indicando una ragazza dai capelli scuri, bellissima oserei dire, e lo pensa anche lui secondo me, si vede da come la guarda.
"Ciao Bryan" dice guardano il mio accompagnatore.
"Ciao, piacere" dice porgendomi la mano, devo dire che ha un sorriso bellissimo.
"Ciao, piacere Liberty" dico arrossendo, non mi ha mai entusiasmato come nome, ma mi piace sentirmelo addosso.
"Bel nome!" dice mentre le si illuminano gli occhi.
"E' la sorella di Dom" dice quello che ho capito essere Bryan.
Mia alza gli occhi al cielo.
"Si, sono la sorella del grande capo" dice ridendo, non le da fastidio a quanto pare.
"Ok, andiamo".
Saluto ancora una volta Mia e seguo Bryan attraverso l'officina.
Si ferma davanti ad una postazione piena di computer, a quel gesto gli rivolgo uno sguardo interrogativo.
"Lui è Tej"
A quelle parole vedo la testa di un ragazzo spuntare da dietro i computer.
"E' lei vero!?" chiede.
"Come scusa!?" a quelle parole mi agito, in che senso!?
"Sei la ragazza di cui parla sempre Dom da quando ti ha rivista"
Il cuore comincia a farmi male da quanto batte forte.
Sta arrivando me lo sento.
La testa mi gira, lo stomaco mi si contorce, mi fa male la schiena per quanto sono tesi i miei muscoli.
Non so cosa fare, non mi venivano attacchi di panico da almeno 2 anni.
Guardo Bryan, che confuso mi osserva.
"Che hai!?" mi chiede preoccupato.
Non riesco a parlare, mi manca il fiato.
"Ho detto qualcosa di male!?" Tej è preoccupato, vorrei rassicurarlo e dirgli che non ha fatto nulla ma non ci riesco.
"Liberty guardami" Bryan sta urlando.
Lo guardo, non capisco nulla.
Mi gira la testa, perdo l'equilibrio e mi guardo intorno disorientata.
Sono tutti intorno a me.
Tutti mi guardano con uno sguardo apprensivo, tutti, tranne lei.
La mia vista comincia a vacillare.
Non capisco se sto per svenire o se è solo offuscata dalle lacrime.
Dom cerca di prendermi le mani tremanti, ma a quel tocco ustionante le ritiro spaventata.
Forse è più forte degli altri attacchi ho già avuto.
Come faccio ora!?
Lo guardo negli occhi, poi buio.

Il tutore- Dominic Toretto-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora