Capitolo 6 ~passo dopo passo~

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Guardai l'ora, erano le 4:48 del mattino. Non avevo chiuso occhio neanche un secondo. Mi rigirai più volte nel letto, ma alla fine optai di andare in cucina a prepararmi qualcosa di caldo, come una tisana, magari sarei riuscita a dormire.
Mi alzai e percorsi le camere cercando di non svegliare nessuno, attraversai l'ultimo corridoio e passai di fianco alle gradinate. Notai una figura posizionata dietro al pianoforte. Mi avvicinai tanto da rivelare il volto nel buio. Era Alex. gli toccai la spalla cercando di svegliarlo. Era stupendo pure mentre dormiva.

"Ehi, Alex" si mosse leggermente e poi aprì piano gli occhi.

"Ti sei addormentato sul pianoforte" mugolò e alzò la testa, i fogli gli si erano attaccati alla guancia, ma se li staccò subito quasi imbarazzato della situazione. Non disse assolutamente nulla, si alzò e basta e si diresse verso la cucina, io lo seguii siccome l'idea iniziale era di farmi un tisana.
Stava cercando qualcosa in un cassetto, lo scostai affiancandomi a lui.

"Che cerchi?" Chiesi solamente, un pò nervosa non sapendo come comportarmi con lui in quel momento.

"Una tazza, volevo farmi una camomilla" mi allontanai avvicinandomi ad un rispiano troppo in alto. Lui si girò a guardarmi, sentii solo la sua risatina che si diffondeva nella stanza.

"Invece di continuare a ridere potresti aiutarmi" non disse nulla si avvicinò e basta. Era così vicino tanto che i nostri respiri si mescolarono. Non era tanto più alto di me, circa 20 cm, si lo so sono una nanetta. Girò il volto e allungò la mano per prendere una tazza, la poggiò e ne prese un'altra.

"Vuoi anche te una camomilla?" Chiese a un soffio dal mio volto. Annuii soltanto, ero troppo confusa, non sapevo che dire.
Si allontanò e si posizionò ai fornelli iniziando a riscaldare l'acqua. Aspettammo in silenzio, poi immerse la bustina e dopo un pò versò nelle due tazze. Me ne passò una, precisamente quella con più camomilla.

"Non pensavo fossi un gentleman" dissi ridacchiando, soffiando sul liquido bollente che continuava a fumare.
Non rispose. Mi guardò sorridendo e le fossette apparvero.
Finimmo di bere e lavammo le tazze nel lavandino. Passammo per le varie camere. Pensavo si fermasse quando arrivammo nella sua stanza, invece continuò a seguirmi e mi accompagnò nella mia. Aspettando che mi mettessi a letto.

"Notte nana" aspetta mi aveva appena chiamata nana? Scioccante vero?

"Notte gigante" ridacchiai rimboccandomi le coperte, mi girai e lo vidi andare via, un senso di dispiacere mi divampò dentro, pensavo veramente che restasse lì con me?
Solo dopo un pò riuscii a prendere sonno ancora scossa da tutti quei progressi che avevamo fatto.

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Il mattino seguente mi risvegliai quasi frastornata, avevo un mal di testa atroce e non riuscivo neanche ad alzarmi. Carola con il quale avevo legato tantissimo in queste settimane, si accorse del mio malessere e mi venne vicina.

"Ohi Giulietta che hai?" Mi chiese dolcemente portandomi una mano alla fronte "Oh ma cribbio se scotti, hai un febbrone da cavallo" disse con uno sguardo alquanto preoccupato.
Proprio in quel momento dalla porta intravidi Lu che ci fissava, ma gli venne subito commissionato di andare a prendere del ghiaccio per farmi calare la febbre. Tornò quasi subito, correndo e rischiando di scivolare sui vestiti che avevo accidentalmente dimenticato per terra, ma che dico li avevo lanciati per andare a dormire!!!

"Giuls che hai?" Lu mi stava fissando e anche lui poggiandomi una mano sul collo sentii che ero bollente. Si girò subito verso la ballerina che mi affiancava e le chiese di allontanarsi due secondi per discutere e così fecero. Rimasi sola soletta con la mia febbre e il mio mal di testa che non smetteva di torturarmi. Al posto loro entrò in stanza Serena con Albe, mi corsero incontro, con delle facce straziate e preoccupate.

Uno come lui // Alex Wyse (Amici 21)Where stories live. Discover now