Capitolo 4

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Pausa pranzo. Ha sempre amato questa parte della giornata, fin da quando andava a scuola, fondamentalmente non perché si mangiava ma perché era un momento della giornata in cui riusciva a riposarsi per più di due minuti consecutivi. In realtà lui mangiava molto poco, anche se dal suo fisico non si direbbe, beh grazie a tanta palestra. Nel corso degli anni, sia quando c'era ancora suo padre sia negli anni successivi, l'unico interesse che aveva era andare ad allenarsi, diventare sempre più forte e agile, tutto questo per difendersi dal suo stesso padre, colui che ha contribuito a metterlo al mondo, sempre se era vero.

Era sempre in compagnia delle sue amate sigarette mentre era seduto sul marciapiede davanti al negozio in cui lavorava, guardava la gente passare, le macchine e iniziò a pensare. Pensava che ognuno di loro aveva un destino diverso, come lui stesso, e che magari un giorno si sarebbero trovati sullo stesso aereo per scappare da quella città fin troppo affollata. Si chiedeva cosa riservava il destino per ogni singola persona che vedeva e pensò ai loro cari, arrivò addirittura a pensare che magari potevano essere cugini lontani, o che discendevano dalla stessa famiglia. Non sapeva neanche lui perché stava pensando quelle cose in quel momento e si sentiva parecchio stupido. Quando finì di fumare la sua Marlboro rientrò in negozio andando negli spogliatoi, trovando un ricciolino che mangiava un panino più grosso di lui, accennò un sorriso andando ad aprire il suo armadietto e si spruzzò del deodorante per nascondere la puzza di fumo che lo avvolgeva, ai clienti poteva dal fastidio. Harry lo guardò tutto il tempo mentre mangiava, dato che non aveva nulla di meglio da fare e Zayn si sentiva osservato, si girò verso il ragazzo cogliendolo in flagrate e accennò una piccola risata.

-smettila di spogliarmi con gli occhi- disse richiudendo l'armadietto appoggiandosi poi con una spalla mentre lo guardava fisso negli occhi.

-non ti stavo guardando- cercò di fare l'indifferente ma il suo leggero rossore sulle gote lo tradiva.

-ah si, certo- disse sarcastico Zayn, trattenendo una risata. -come fai a mangiare tutta quella roba?- fece un cenno con la testa indicando il suo panino, storcendo le labbra in una piccola smorfia.

-ho gran appetito- alzò appena le spalle addentando di nuovo il suo mega panino con talmente tanta roba dentro che quasi esplodeva.

-oh lo vedo- annuì divertito staccandosi dall'armadietto aprendo la porta. -fra poco riapriamo- annunciò al suo collega uscendo dagli spogliatoi, facendogli capire che doveva darsi una mossa a finire di mangiare. Mentre metteva a porto alcune cose lasciate in giro da altri clienti ripensò a Louis, si chiese se dopo il giorno precedente sarebbe tornato in quel negozio, magari lo veniva a prendere per portarlo a casa, non se ne stupirebbe.


Mentre Zayn vagava nei suoi pensieri, un altro ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli castani spettinati stava ancora dormendo nel suo appartamento, ormai tardi per andare all'università a seguire altre lezioni. La sera prima aveva fatto tardi, forse un po' troppo, e aveva bevuto il necessario per fargli venire un gran mal di testa che non riusciva a sopportare quindi, quando suonò la sua fastidiosa sveglia alle sette del mattino la spense e tornì a dormire dopo aver preso una pastiglia per fargli passare il dolore alla testa. Quando si risvegliò si sentì già molto meglio e decise di alzarsi andando a farsi una doccia per rinfrescarsi. Era già ora di pranzo quindi pensò subito a cosa avrebbe potuto mangiare mentre usciva dalla doccia e, convinto di essere solo in casa, trovò Liam, il figlio della sua domestica, sul divano che guardava un film.

-che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?- aggrottò le sopracciglia avvicinandosi al divano, reggendosi con una mano l'asciugamano legato in vita.

-oggi non avevo voglia- rispose svogliatamente alzando le spalle, senza neanche guardarlo in faccia, anzi cercava di nascondersi. Louis non ribattè ma rimase a guardarlo per qualche istante, prese il mento del ragazzo poco più piccolo d'età di lui e gli girò il volto, notando un occhio nero.

Save me from myselfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora