Perdona le mie mancanze, la mia arroganza.
L'aver travisato nomi, tempi, situazioni.
Lasciami accarezzare il tuo volto,
con un dito seguire le tumide labbra,
lasciami specchiare nel verdemare dei tuoi occhi,
inebriarmi del loro stellare balenio...
Fatti abbracciare come onda in ricaduta,
in un vortice di passione e rimorso,
vicini anche se remota distanza ci separa.
Hai riaperto dolori profondi ridestando pene e rimpianti.
Sentimenti si contorcono e soffrono nell'animo,
in attesa di incontrarti, anche solo per un attimo,
per venia, stringendoti al petto per fonderci in tutt'uno,
le dita tra fluenti capelli ambrati, il tuo sospiro nel mio,
fiato d'aurora,
oltre muri e ombre.
Una volta ancora, o mai più.
