Autodidatta - testatralenuvol

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Manuel, appena apre gli occhi, si rende conto di star dormendo su un divano che non è il suo - dunque non è stato un sogno, ha dormito davvero a casa di Simone o, per meglio dire, del professor Balestra.

Sente trafficare in cucina così non può che alzarsi per vedere la motivazione di quel baccano che l'ha destato.

Il professore si sta facendo un caffè mentre addenta una fetta biscottata con la confettura: indossa una canotta grigia -sudata- e dei pantaloncini bordeaux ... è stato a correre?

È proprio pieno di sorprese questo professore dall'aria austera ma anche provocatoria.

Beh, niente male di prima mattina.

Si rimbecca subito perché non riesce a scordarsi di come l'abbia trattato la sera prima, a pezze in faccia, soltanto per fare il saputello anche quando non sapeva un'acca.

E si ricorda anche che, adesso, non è più la sera prima e quindi, da come aveva detto l'altro, tutto sarebbero dovuto tornare identico ai giorni passati; avrebbero dovuto fingere quella notte non fosse mai avvenuta.

«Se fa sempre sto casino la mattina, concorderà co me che de ospiti non ne avrà mai molti.»

«Questa casa non è un albergo, io rimango ancora il tuo professore e sono tutt'ora fermamente convinto che ieri sera ti saresti dovuto fare gli affari tuoi. -lo ammonisce- Vuoi del caffè?»

Non aveva esigentemente chiesto di rispettare i propri ruoli? Probabilmente il sonno era stato confusionario tanto da fargli accantonare il lei.

Manuel annuisce e «ripeto che c'avevo le mie buone ragioni.» controbatte mentre si siede al tavolo circolare, adornato al centro con una candela e una cestina di frutta.

Simone lo squadra e tace. «Non ti accomodare più di tanto: adesso prendi sto caffè e te ne vai.»

Poggia la tazzina bianca a pois neri davanti a Manuel: il fumo della bevanda si disperde per aria fino ad insinuarsi parzialmente nelle narici del più piccolo, la restante parte va ad evidenziare quei lividi che, ancora, addobbano i suoi zigomi.

«Guarda come ti sei ridotto, ti sei fatto pestare per due sconosciuti. Gli attaccabrighe non stanno mai bene in nessuna situazione.»

«Se riempie la bocca de tante cose belle lei, mio caro professò, e poi sminuisce l'atto de difendere l'altri. Che dire, non c'è male.»

Manuel si alza, non terminando nemmeno il caffè, e fa per raccattare le sue cose ma «non lo bevi?» domanda il professore.

«Manco gli attacca bottone stanno bene in nessuna situazione. Soprattutto se quello che lo fa é l professore mio, o me sbaglio?»

Non riceve risposta, o forse non l'attende, infatti ritorna a sistemare la sua roba, che si limita ad essere una felpa e un giubbotto, poi, davanti allo specchio, si sistema i capelli.

«Manuel. Non dire niente, di ieri e questa mattina, non vorrei compromett-»

«In primis n'è successo niente. -mette in chiaro- E poi lei pensa davvero che la mia vita sia così noiosa da racconta agli amici mia che ho dormito sul divano del professore che sta facendo i miracoli pe fammi prendere un 18 all'esame?»

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