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Ci siamo baciati ancora per un po', prima di tornare dalla nostra squadra.

Sento ancora le mie mani chiuse dietro il collo di Akaashi, poi tra i suoi capelli e sulle guance.

Le sue, fisse sulle mie spalle, stringevano la maglietta tra le dita.

È stato il primo a staccarsi, affannato e in imbarazzo, dicendo di dover tornare dalla squadra.

"Siamo stati via troppo tempo, Bokuto-san. Gli altri saranno preoccuparti" ha detto.

E io l'ho semplicemente seguito.

Mi sembra di fluttuare mentre torno indietro, dove ho lasciato gli altri.

Ci teniamo per mano ma io cammino davanti a lui e parliamo normalmente di quali altri scuole stiano partecipando al torneo.

Non c'è imbarazzo o disagio o chissà che altro.

E mi appare tutto così distante, ora che siamo chiusi nella nostra bolla fatta di sentimentalismi e tenerezza.

Le partite sono tutte interessanti.

O almeno credo che lo siano.

Io penso a qualcos'altro.

Guardo lui.

Il viso di Akaashi mentre si concentra sul gioco è davvero carino.

Sembra quasi arrabbiato.

Non lo è, lo so, ma lo sembra comunque.

Carino, non trovate?

Assolutamente carino.

Strizza gli occhi perché da lontano vede poco e fa fatica a mettere a fuoco.

Odia le lenti a contatto.

Dice che gli danno fastidio e che gli bruciano da morire.

La verità è che non le sa mettere.

Ma non vuole ammetterlo.

E gli occhiali gli scivolano dal viso in continuazione mentre gioca.

Arriccia il naso e mette su un broncio adorabile quando glielo faccio notare.

- Non sono carino, Bokuto-san- dice, sospettoso- È che non vedo nulla da qui-

- Invece sei carinissimo. Tipo super carino-

Gli stampo un bacio sulla guancia e il suo viso si scalda immediatamente.

Borbotta qualcosa, che personalmente non capisco ma suona molto come un insulto, nascondendo il viso contro il mio petto.

Non è in imbarazzo perché siamo in pubblico.

Delle persone che possono vederci, interessa poco ad entrambi.

Penso non sia abituato ai complimenti.

O alla dolcezza in generale.

Anche se io gli ripeto sempre quanto sia fantastico.

Lui dice sempre che non è vero, che esagero e che sono molto meglio di lui.

"Sei gentile, Bokuto, tutti ti adorano. Sei una bella persona, ecco perché penso che tu sia migliore di me" mi ha detto una volta, quando gli ho chiesto perché lo pensasse.

Non mi è piaciuta questa risposta.

Si sottovaluta così tanto, Keiji.

Come ho già detto, non pensa di essere all'altezza degli altri.

Secondo lui, ci sarà sempre qualcuno in grado di superarlo. Di prendere il suo posto.

Magari uno studente più intelligente o un alzatore più bravo.

Non mi crede quando gli dico che è bello. Bellissimo, in realtà, ma quello lo tengo per me.

Anche adesso, che lo vedo nervoso, un po' agitato per lo stesso identico motivo di sempre, gli prendo la mano.

Gli bacerei il dorso, ma è un gesto talmente intimo che per un attimo spaventa anche me.

Lo farò in un'altra occasione.

Per ora mi limito ad intrecciare le dita con le sue.

- Stiamo insieme quindi?- chiedo di getto, rompendo il silenzio che si era creato.

La domanda non lo scalfisce nemmeno.

Annuisce, con il viso rivolto al campo da pallavolo.

Stringo un po' la presa.

Ricambia.

Alza gli angoli della bocca e sembra felice.

Felice sul serio.

E io sorrido come un cretino di fronte a questa scena.

Che bello che sei, Akaashi.

E che belli che sono, i sentimenti che mi fai provare.

- Non ti libererai di me facilmente-

Rido un po' sul finale, ma lui sembra stranamente serio.

- Non ho intenzione di lasciarti andare, Kōtarō-

What's this feeling? ~ BokuakaWhere stories live. Discover now