prologo

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"che sei? un robot?"

iniziano così, solitamente, le conversazioni tra simone e gente che non conosce, perlomeno quella che riesce a notare ciò che ha indosso.
sedici anni, una scoliosi bastarda. ventotto gradi.
sul rischio costante dell'operazione, la paura di ritrovarsi in quella camera dalla luce fioca e le mura dai colori tristi, in attesa di un avvenimento che cambierà ogni cosa.
pareti di plastica strette attorno al busto, compresse sui fianchi, sotto le ascelle.
generatrici di dolori e disagi perenni.
un antidolorifico una sera sì e una sera no non è efficace, unito, inoltre, ai crolli pressocché giornalieri.

"com'è fatto davvero il mio corpo?"

si chiede simone sin dall'età di dodici anni.
venti ore al giorno imprigionato in quella che lui definisce <<una gabbia>>.
le rimanenti quattro ore non sono sufficienti per osservare a pieno il proprio corpo.
scorgere imperfezioni, cicatrici di anni passati.
è quasi come esistere, ma senza vivere.
tutti esistiamo, come persone, singoli individui, esseri umani.
ma vivere è tutt'altro.
si vive soprattutto grazie alle emozioni, i piccoli gesti, le esperienze.
ma se non si riesce neppure a percepire un abbraccio, il corpo di un'altra persona che tenta di infondere nell'altra dell'affetto, cambia tutto.
una cosa del genere distrugge a livello psicologico.
<<fa sentire incapace di amare e non abbastanza per essere amato>>
una convinzione che simone si porta dietro da tempo.
quella di essere troppo poco per gli altri.

-

simone ha cambiato istituto scolastico all'età di quindici anni, per via delle continue prese in giro da parte di studenti più grandi di lui.
che tanto, alla fine è vero, più grandi non vuol dire essere più maturi.

è il venti settembre del 2022, primo giorno di scuola.
si trovano tutti davanti al liceo scientifico, o delle scienze umane, leonardo da vinci di roma.
i professori se ne stanno in disparte accanto ai cancelli.
i ragazzi aspettano il suono della campanella scambiandosi sigarette, parlando del più e del meno.

"hai n'accendino, per caso?"

l'attenzione di simone viene catturata dalla voce di un ragazzo che a passo lento si stava avvicinando a lui.
occhi castani, capelli ricci come i suoi, ma più lunghi e in disordine.
una giacca verde militare indosso e una marlboro tenuta tra indice e medio della mano destra.

"no, non fumo"

"che, sei nuovo qua? non t'ho mai visto"

simone annuisce col capo, prendendo ad osservare con cautela i dettagli fisici di quel ragazzo.
di poco più basso di lui, con lo zaino nero portato su una sola spalla e un accenno di barba a contornargli la parte bassa del viso.

"manuel"

dice dopo una manciata di attimi il ragazzo, rompendo quell'imbarazzante silenzio che si era creato tra di loro.
una piccola fossetta appare sul volto di quest'ultimo non appena le sue labbra si distendono e allargano, formando così un sorriso.
qualcosa che cattura quasi nell'immediato l'attenzione dell'altro.

"simone, piacere"

subito dopo quelle parole, la campanella della scuola prende a squillare sonoramente, facendo sussultare entrambi i ragazzi.
bentornati e benvenuti tra i banchi.

corset || simuelWhere stories live. Discover now