il sole dopo la tempesta

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trigger warning:
attacchi d'ansia/panico, riferimenti riguardo violenze (fisiche) subite.

***

01/01/2023

sono le sei del mattino.
i primi raggi di sole s'intrufolano all'interno delle imposte, andando ad illuminare i corpi dei due ragazzi, ancora adagiati al di sopra del letto.
non fa eccessivamente freddo, seppur sia il primo di gennaio.

la sveglia impostata da simone per mettere addosso il busto non ha ancora suonato, manca ancora mezz'ora.
tuttavia, gli occhi del ragazzo sono già aperti, intenti a fissare il volto di manuel.
tremano, così come il suo petto, la vista si fa a poco a poco meno nitida a causa del velo di lacrime che comincia lentamente a formarsi sopra di essi.
le stesse che vanno in seguito ad inumidire le sue guance, le labbra leggermente schiuse, e che vengono distrutte nell'immediato dalle dita calde e magre dell'altro.

non proferisce parola, si accinge semplicemente ad avvicinare il capo a quello del maggiore, in cerca di conforto.
lascia che le braccia di quest'ultimo lo avvolgano e lo tengano stretto contro il suo torace, mentre le mani vanno a carezzargli i capelli.
simone non dice nulla, eppure manuel capisce lo stesso.

"amore, sono qua"

sussurra, allora, imprimendo un bacio sulla fronte del minore, guardandolo contorcersi contro di lui, farsi piccolo piccolo.
combattere contro quei pensieri che cercano in qualsiasi maniera di avere la meglio, comparsi sottoforma di incubo durante la notte, pronti a distruggerlo ancora una volta.

soffoca i singhiozzi contro la maglia in cotone del più grande, lasciandosi andare ad un pianto liberatorio, ma al contempo colmo di dolore, lo stesso che penetra all'interno di manuel, il quale si ritrova a dover nascondere parte del viso sulla spalla dell'altro.
perchè la sofferenza che il ragazzo sta provando in quel momento è troppa, è brutale, e lui si sente impotente dinnanzi ad essa.

i brutti sogni legati a michele, uniti a ricordi risalenti al passato scuotono violentemente l'animo di simone, ogni singola volta.
hanno la capacità di sembrare talmente reali, tanto che a volte il ragazzo riesce quasi a percepire le mani della persona che più lo ha ferito tra tutte ancora sul suo corpo, nonostante siano passati anni dall'ultima volta in cui ciò è accaduto nella vita reale.
da anni si risveglia scosso dai brividi causati dalla paura e le lacrime a rigargli il volto, un nodo in gola, il petto che si alza ed abbassa in maniera del tutto irregolare.
cade in quello che pare sembrare un vuoto, qualcosa in grado di privarlo dalle forze, risucchiandole avidamente, per poi lasciarlo svigorito al di sopra del proprio letto.

nessuno è al corrente di quello che solitamente avviene tra le pareti del suo cervello durante la notte, fatta eccezione per manuel, il quale sta sempre al suo fianco.
le prova tutte, nella speranza di trovare quel gesto o quella parola in grado di tranquillizzarlo.

"sei al sicuro, simone, nessuno può farti del male"

bisbiglia all'orecchio del minore, tenendolo stretto a sè, nel tentativo di tenere insieme i pezzi e non lasciare che esso si rompa ancora una volta.
simone è come un vaso di ceramica: tanto bello quanto fragile.
finito tra le mani di persone che questa bellezza non sono riuscite a vederla, gettato sul pavimento più e più volte, fino a che i cocci non sono diventati simili a briciole.
manuel è la colla che tiene insieme tutti i frammenti, senza di questa essi cascherebbero.

ha cominciato a prendersi cura di lui sin dal primo giorno, dapprima in modo implicito, attraverso sguardi e parole.
poi sono iniziate le carezze, i baci sulla fronte, tra i capelli, gli abbracci.
sarebbe disposto a farsi carico di tutti i suoi pensieri intrusivi e sofferenze, pur di vedere un sospiro di sollievo fuoriuscire dalle sue labbra.
darebbe via persino la vita per simone, se ci fosse la necessità di doverlo fare.

"non ho nessuna intenzione di andarmene, capito? resto qui, con te"

pronuncia in un sussurro, osservando i lineamenti del suo viso rilassarsi dopo qualche attimo.
il cuore batte ancora prepotentemente all'interno della cassa toracica del piccolo, l'affanno causato dall'attacco d'ansia non lo ha ancora abbandonato, tuttavia decide di spostare leggermente il capo dal corpo di manuel, quanto basta per essere in grado di incrociare lo sguardo di quest'ultimo.

chiede scusa decine di volte attraverso le pupille, in silenzio, con le ciglia ancora impiastricciate di lacrime, seppur non ci sia alcun motivo che lo costringa a farlo.
messaggio che viene recepito quasi nell'immediato dal maggiore, il quale prende a rassicurarlo attraverso delle delicate carezze sulla guancia.

"meglio?"

domanda spontaneamente il più grande tra i due, scostando una piccola ciocca di capelli ricci dalla fronte dell'altro.

"sto meglio grazie a te"

replica prontamente simone, lasciando trapelare un lieve sospiro dalle labbra schiuse.
poggia istintivamente una mano a lato del collo di manuel, ancora fredda e tremolante, come a voler raccogliere il suo viso, poi si sporge in avanti per depositare un bacio sulle labbra di questo.

un contatto diverso rispetto a quello avuto ore prima, più dolce e tenero, colmo d'affetto.
sa di casa, di parole non dette, d'amore.
di quell'amore puro, in grado di alleggerire l'animo e privarlo di ogni dolore.
capace di far dimenticare, anche solo per una manciata di secondi, le sofferenze che avvengono durante il corso della vita.

"ogni bacio significa ti amo, no?"

chiede in seguito il maggiore, anche se in realtà sa già la risposta al quesito.
il piccolo annuisce, i lati della sua bocca si sollevano verso l'alto nel momento in cui il ragazzo dinnanzi a sè dà un buffetto sul suo naso.
un po' come si fa con i bambini, del resto.

"sarà sempre così"

replica istintivamente simone, rendendosi conto solo grazie all'espressione sorpresa dell'altro di aver pronunciato a voce quella parola che tanto teme.

gli occhi del più grande si fanno lucidi nell'udire ciò, percepisce le farfalle impazzire all'interno del suo stomaco.
non tenta neppure di nascondere le proprie emozioni, lascia che il minore veda, osservi lo scompiglio che quella frase ha innescato dentro di lui.
ricorda il giorno in cui simone ha ripetuto più volte di non credere nel per sempre, e quello in cui lui stesso gli ha detto sarcasticamente di essere un incoerente per portare al dito una fede in oro, con il simbolo dell'infinito inciso al di sopra e non credere nell'eternità.
infine torna con la mente a quella sera in cui, sotto la luce della luna e del manto stellato, ha detto al piccolo tali parole: se il per sempre non esiste, allora possiamo inventarlo noi.

"siamo riusciti ad inventarlo, quindi?"

chiede allora, speranzoso, alludendo proprio a quel momento.

"lo stiamo inventando, giorno dopo giorno"

risponde a bassa voce simone, per poi lasciare un bacio sulla guancia destra del ragazzo, ed accucciarsi nuovamente contro il suo petto.
questo tira su le coperte rossastre, le sistema in modo da coprire entrambi, fino alle spalle.
prendono a sorridere nello stesso momento, in sincronia, mentre una sensazione di pace e tranquillità comincia ad invadere i loro corpi.
non si guardano, eppure l'uno riesce a percepire la serenità dell'altro.

e forse è vero che a volte dopo la tempesta esce fuori il sole.
che forse la cura al male esiste.
che forse l'amore è davvero capace di vincere su tutto.

corset || simuelWhere stories live. Discover now