Capitolo 8

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Dopo alcune ore passata a parlare, Hinata si era addormentato contro il corvino, lasciando quest'ultimo sveglio ad osservarlo nel più assoluto silenzio.
Si era fatta notte, nonostante non lo si potesse capire con certezza. Il cielo che tutti conoscevano non esisteva più, sostituito ora da un perenne buio denso e senza fine.
"Mi mancano le stelle." gli aveva confessato l'arancione, poco prima di piombare in un sonno profondo.
Kageyama osservava il petto del più piccolo farsi avanti e indietro, con fare ritmico, avvertendo il calore del suo corpo contro il proprio braccio.
Non riusciva a capire perché lo emanasse ancora, ma sentirlo non gli causava più fastidio. Si era abituato a quel tepore sconosciuto, iniziando a trovarlo addirittura piacevole.
Smettila. Il calore non è parte dell'oscurità, non fa per te.
Ma nemmeno quei pensieri riuscivano a cancellare l'idea che si stava ormai formando nella sua testa.
«Hinata.» sussurrò, mentre allungava una mano verso la sua, sfiorando le sottili dita.
Era così piccolo in confronto a lui, eppure aveva dimostrato di avere uno spirito combattivo e una grande forza. Forse aveva fatto male a sottovalutarlo.
«Hinata.» disse ancora una volta, stringendo la mano con la sua, avvertendone ancora il tepore. Non capiva perché lo stesse facendo, ma farlo gli era venuto naturale.
Da quando aveva trovato quel ragazzo, aveva cominciato ad avvertire dentro di sé una serie di sensazioni sconosciute, alcune delle quali gli avevano provocato dei brividi, o lo avevano fatto sentire incapace di reagire di fronte a quella figura dai capelli color fuoco.
Proprio in quel momento, Hinata si svegliò, aprendo lentamente gli occhi. Kageyama non si era mai soffermato su di essi, ma adesso il suo sguardo era fermo a scrutare quelle iridi grandi e brillanti. Il colore, simile a quello della legna che arde, brillava imponente in uno sguardo innocente.
Kageyama avvertì un brivido, che lo costrinse a lasciare la mano del giovane.
«Mi sono addormentato senza accorgermene, scusa...» l'altro non aveva fatto caso a quel contatto e si stiracchiava con pigrizia.
Kageyama si ritrovò a fissare il terreno con aria pensierosa. Quello sguardo, per un istante, lo aveva fatto sentire debole e senza forze, e ne era rimasto scosso.
Un turbinio di sensazioni sbatteva violento contro il suo petto, provocandogli dei leggeri sussulti.
Sono... spaventato?
Impossibile. Lui non era capace di provare alcuna emozione. Di sicuro quel giovane, essendo stato parte della luce, aveva interferito con la sua oscurità. Eppure la luce non esisteva più, e dentro Hinata, ormai, aleggiava soltanto parte del suo essere.
E se in lui fosse rimasta ancora della luce?
«Kageyama?»
Il corvino si voltò lentamente verso la voce, incrociando lo sguardo serio e preoccupato dell'altro.
«Stai bene?»
L'alato non rispose, ritrovandosi a spostare lo sguardo sulle labbra dell'arancione.
Qualcosa lo spingeva a guardarle, e il solo guardarle gli provocava un senso ancora più forte della paura.
Desiderio.
«Io...» si ritrovò a dire, con il fiato leggermente più corto. Hinata lo guardava, sentendosi un po' intimorito.
«C'è una cosa che vorrei fare...» continuò, la sua voce traspariva impazienza. «Non mi è mai capitato prima, ma...»
Il suo corpo, ormai teso, si protendeva verso il più piccolo. Allungò una mano, sfiorando il viso caldo del ragazzo.
«Cosa... cosa vuoi fare?»
Nonostante la domanda, Hinata teneva gli occhi su di lui, come ammaliato. Reagì d'istinto, strofinando piano la guancia contro le nocche fredde e bianche del ragazzo.
«È una cosa che ho visto fare ai mortali.» mormorò il più grande, sfiorandogli il mento. Ormai li distanziavano pochi centimetri, e i loro sguardi erano immobili l'uno di fronte all'altro, in attesa.
«Kageyama...» sussurrò Hinata.
E dopo un secondo che parve interminabile, Kageyama lo baciò.

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⏰ Last updated: Jul 14, 2022 ⏰

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